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A riposo. Una poesia domenicale di Giuseppe Ungaretti

La domenica è il giorno del riposo che ognuno interpreta a proprio modo. Per alcuni riposare è starsene in panciolle, per altri è fare qualcosa di diverso dal solito, per altri ancora è un riempire ogni secondo di qualcosa in modo che si possa dire di aver vissuto “intensamente”. Punti di vista. Stili di vita. Giuseppe Ungaretti (1888-1970) scrive una poesia che ha per titolo A riposo. C’è ben poco da aggiungere a questa poesia (tratta da L’Allegria ), in cui Ungaretti declina il tema del riposo del corpo, della mente e del cuore alla luce del sole che si perde nelle gocce d’acqua. Un riposo che segue l’inclinazione dell’universo sereno, per usare le parole del poeta. A riposo Chi mi accompagnerà pei campi Il sole si semina in diamanti di gocciole d’acqua sull’erba flessuosa Resto docile all’inclinazione dell’universo sereno Si dilatano le montagne in sorsi d’ombra lilla e vogano col cielo Su alla volta lieve l’incanto si è troncato E piombo in me E m’oscuro in un mio nido Versa, il 27 aprile 1916 Foto | DottGonzo via photopin cc A riposo. Una poesia domenicale di Giuseppe Ungaretti

"Arte ed Esoterismo: intervista a Giuseppe Di Bernardo, autore di thriller esoterici a fumetti." di Elena Frasca Odorizzi

Nella rubrica d’autore “Riflessioni sull’Alchimia” di Elena Frasca Odorizzi: “Arte ed Esoterismo: intervista a Giuseppe Di Bernardo, autore di thriller esoterici a fumetti.”.

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"Arte ed Esoterismo: intervista a Giuseppe Di Bernardo, autore di thriller esoterici a fumetti." di Elena Frasca Odorizzi

Il miracolo di don Puglisi, di Roberto Mistretta

Don Puglisi è raro che si arrabbiasse, ci racconta in Il miracolo di don Puglisi il testimone di giustizia Giuseppe Carini, e quando una volta gli capitò, sul pulpito, il segnale inconfondibile era sempre quello: gli diventavano rosse quelle orecchie un po’ sporgenti. Quelle orecchie che abbinate agli occhi luminosi e al sorriso aperto gli dà nelle foto quell’aria da bravo bambinone. Poco tempo prima della “arrabbiatura”, era tornato in canonica con i lividi in faccia. Era stata solo una caduta aveva detto, ma chiaramente la suora non ci aveva creduto. Perchè picchiare – e poi uccidere – un uomo che non voleva altro che il bene degli abitanti del suo quartiere? Padre Puglisi non era un pasionario che urlava le sue idee rivoluzionarie in mezzo alla strada. Predicava, sì. Ma soprattutto operava – anche insieme, è bene ricordarlo, ad una associazione di semplici cittadini, il Comitato Intercondominiale – principalmente per la popolazione. Perchè nel quartiere dove era parroco appunto ci fossero servizi “normali”, come ad esempio una scuola media inferiore, l’allaccio delle fognature o spazi verdi attrezzati. “Perchè non volete che i vostri bambini vengano qui in parrocchia, perchè non volete che qui si faccia un distretto sociosanitario? Perchè non volete una scuola media? – disse durante un’omelia dopo l’ennesima intimidazione – Perchè fate questo? Venite, ed aiutatemi a chiedere alle istituzioni di cambiare questo quartiere…aiutatemi (…) Noi stiamo lavorando per il riscatto sociale di Brancaccio, non facciamo altro che realizzare il regno di Dio sulla terra. E siccome questo piace a Dio, lavoriamo per realizzarlo”. Questo e altro ce lo racconta, attraverso la penna di Roberto Mistretta, un ex bambino di Brancaccio, oggi collaboratore di giustizia, Giuseppe Carini, in Il miracolo di don Puglisi . Oggi Giuseppe vive in un luogo protetto, e la sua famiglia gli ha voltato le spalle. Prima della morte di don Puglisi aveva anche accarezzato l’idea, racconta, di prendere i voti. Poi è stata tutta un’altra storia. Era un bambino come tanti, Giuseppe: “Mamma sfaccendava …

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Il miracolo di don Puglisi, di Roberto Mistretta

"Rigor cordis. Per una filosofia del cuore" di Giuseppe Pulina

Nella rubrica “Testi per riflettere”: “Rigor cordis. Per una filosofia del cuore” di Giuseppe Pulina.

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"Rigor cordis. Per una filosofia del cuore" di Giuseppe Pulina