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La Compagnia del Tempo. Il mondo che verrà, di Kage Baker. Finalmente il quinto romanzo del ciclo!

La Compagnia del Tempo. Il mondo che verrà , di Kage Baker , è il quinto romanzo dell’intrigante ciclo La Compagnia del Tempo della compianta autrice californiana, morta nel gennaio 2010. Aspettavo questo libro da tanti anni, da quando cioè, Urania aveva pubblicato Il futuro in gioco nel 2004. E’ da allora – nonostante l’uscita dei romanzi brevi di Delos Books – che aspetto di appronfondire la conoscenza di quel mondo che, a partire dall’ultima appassionante porzione del terzo libro, Mendoza a Hollywood e, soprattutto, dal quarto e ottimo Il futuro in gioco , stava per “far esplodere” le strepitose premesse introdotte dai primi non perfetti romanzi, La compagnia del tempo e Coyote del cielo . E invece… la pubblicazione italiana è andata in “pausa”, lasciando chi aveva amato quell’ultimo libro e mezzo appeso come un pesce all’amo per 7 lunghi anni. (Ho sempre sperato che Urania completasse la serie; per questo non ho mai voluto comprare i libri in lingua orignale. Se avessi saputo che la “pausa” sarebbe stata così lunga, forse, però, un pensierino ce l’avrei fatto. Anche se rinunciare agli amati volumetti Urania sarebbe senz’altro stato un dispiacere…). Parlavo di strepitose premesse… Bene, questo è il contesto, in estrema sintesi, in cui le vicende si svolgono: nel 24° secolo esiste una Compagnia, la Dr. Zeus, che possiede la tencologia per i viaggi nel tempo e per la trasformazione – principalmente attraverso lunghe procedure e innesti cibernetici iniziati in giovane età – di esseri umani in immortali . Poichè però, il viaggio nel tempo ha determinate caratteristiche e, soprattutto, non consente manipolazioni, la Compagnia, il cui scopo è, molto banalmente, il guadagno (a meno che non ci sia qualcosa…

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Libri per Natale per chi ama il cinema: cinque proposte

Cosa regalare a Natale agli amici cinefili? Ho chiesto qualche consiglio a Valeria Natalizia, uno dei redattori di un mensile di approfondimento sull’arte del cinema totalmente autoprodotto e autofinanziato, e di grande qualità, che seguo da tempo: Cinem’Art . “Premetto che a detta mia e credo anche di molti altri cinefili il libro più bello e importante riguardante il cinema mai pubblicato è “Il cinema secondo Hitchcock” di François Truffaut (Il Saggiatore). Bisogna tenere presente anche il fatto che quest’anno…

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La versione di Barney in pellicola

Ecco il volto di Barney Panofsky, Paul Giamatti, al cinema. Chi di voi non ha amato l’irriverente, politically scorrect, antipatico protagonista del fortunato libro di Mordecai Richler? Eppure per scrivere la sceneggiatura ce n’è voluto di tempo, perché a Hollywood erano preoccupati che il pubblico non si sarebbe affezionato a un personaggio così, appunto, poco simpatico. E quindi hanno cercato di ammorbidirlo un po’ e di mostrare il suo lato più umano sin da subito, “così la sua superficie esterna è dura, ha pessime abitudini a tavola, fuma sigari in faccia alla gente,è irriverente, ma ha sempre un cuore soffice.” , racconta il produttore Robert Lantos. Un’altra differenza rispetto al romanzo è l’ambientazione che è stata spostata da Parigi nella nostra capitale, “

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La mia storia – Marilyn Monroe

Il 5 agosto cadeva l’anniversario della morte di Marilyn Monroe, avvenuta nel 1962. Dopo tutte le biografie e i libri su Marilyn Monroe, estimatori di Norma Jean, attenzione, è da poco uscita la traduzione italiana della sua autobiografia dal titolo La mia storia (Donzelli editore), titolo originale My Story, pubblicata per la prima volta negli States dodici anni dopo la sua morte, nel 1974. Inizialmente si trattava di un’operazione commerciale, suggerita all’attrice dal suo agente Charles Feldman; la Monroe non doveva far altro che raccontare scampoli e aneddoti della sua esistenza ad uno dei più grandi sceneggiatori degli anni ‘50, Ben Hecht, che con fare sapiente li avrebbe tramutati in un libro. Dico Norma Jean perchè è lei la vera protagonista; da queste pagine affiora inevitabilmente lo spettro della bambina abbandonata dal padre e trascurata dalla madre, che ha sofferto un’infanzia amara e priva di affetto, qualcosa che la seguirà sempre e comunque. Dagli esordi affamati e difficili nella già spietata Hollywood degli anni ‘40, affollata di creature troppo spesso avvilite e disposte a tutto, multiforme panorama di commedianti di ogni genere – anche fuori dai set – provenienti dagli angoli più sperduti delle province e delle campagne americane. Fino alla deflagrazione, al successo, dopo una serie di rifiuti e perplessità da alcuni megaproduttori del tempo che la consideravano addirittura non fotogenica; dopo un tempo interminabile vissuto tra i lunghi spostamenti per andare ai vari provini e poi le feste a cui assolutamente bisognava andare, perchè “esserci” era uno degli elementi determinanti nella carriera di un&#…

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