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"Moon Palace" di Paul Auster

Marco Stanley Fogg, il protagonista indiscusso di “Moon Palace”, firmato Paul Auster, è “un avventuriero dell’anima”, una specie di “cercatore d’oro moderno”, che incatena i suoi passi uno dietro l’altro per risolvere il mistero della sua famiglia. Un interrogativo potente che lo porterà ad attraversare il tempo e lo spazio sulle orme di quel padre che lo ha lasciato orfano. Secondo la migliore delle tradizioni classiche (o almeno in base ad una delle più diffuse), sarà proprio l’America, terra di scoperta e antico confine immaginifico della civiltà, ad ospitare le sue peregrinazioni. Quel paese che si dipana dall’atterraggio sulla Luna fino “agli albori del secolo”, dallo skyline di Manhattan agli sconfinati deserti dello Utah. Peripli incredibili che lo porteranno ad affrontare immani distanze di tempo e di spazio interrogandosi sui numerosi sensi della sua esistenza. Non a caso Marco Stanley ha come ultimo cognome Fogg, un riferimento al londinese Phileas che intraprendeva il famoso “Giro del mondo in ottanta giorni” nell’omonimo romanzo di Jules Verne, che sicuramente non sarà sfuggito agli amanti dei più grandi classici d’avventura. Mi ero buttato in un burrone, ma proprio mentre stavo per toccare il fondo avvenne un evento straordinario: appresi che c’era qualcuno che mi voleva bene. Essere amato fa una grandissima differenza. Un fatto che non attenua il terrore della caduta, ma che tuttavia conferisce una nuova prospettiva

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Il castello dei Carpazi, di Jules Verne

«Questa storia non è fantastica, è solo romanzesca. Ma poiché è inverosimile, dobbiamo forse concludere che non è vera? Sarebbe un errore», è lo strepitoso incipit de Il castello dei Carpazi , un libro che Jules Verne pubblicò nel 1892; ripescaggio ripubblicato da poco da Avagliano. Anticipando di qualche anno Bram Stocker – che pubblica il suo Dracula nel 1897 – e di un centinaio di anni e più l’imperante filone vampiresco dei giorni nostri, Jules Verne ambienta la sua storia nell’antica terra Dacia, in una Transilvania incorniciata dai monti Carpazi. «Ma è opportuno ricordare che la Transilvania è ancora molto legata alle superstizioni…

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Michel Houellebecq su Paris Review: ecco a chi mi ispiro

Michel Houellebecq per quanto mi riguarda è un narratore immenso: ha aperto uno squarcio bello largo su un certo orrore che viviamo ogni giorno, e ci ha fatto infilare la faccia dentro costringendoci a guardare. Leggo su Paris Review una lunghissima intervista molto interessante – tutta in inglese – in cui Houellebecq racconta delle sue fonti di ispirazione. E’ un classico, la domanda nell’intervista allo scrittore famoso: a chi ti ispiri? Di chi ritieni essere un erede? O chi pensi siano i tuoi predecessori nella storia della letteratura? L’autore de Le Particelle Elementari non si fa pregare – stranissimo: al solito è molto evasivo – e traccia una planimetria dei suoi pilastri. Sorpresa: gli piace molto Hans Christian Andersen. Ma anche Lovecraft, Baudelaire, Nietzsche, Schopenauer: e soprattutto Blaise Pascal. In attesa di La Carte et le Territoire , scopriamo che cosa ha letto Houellebecq, prima …

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