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Dieci motivi per non leggere

Sì, avete letto bene. Proprio per NON leggere. Basta con i piagnistei delle case editrici, le pubblicità con le copertine dei libri sui bus, basta con le prescrizioni degli insegnanti che ci rovinano le vacanze. I buoni motivi per non leggere sono tanti, e proprio noi lettori Doc ne abbiamo parecchi in mente, anche se magari non ne siamo consapevoli. Non leggete: 1) Risparmierete soldi. Un libro costa dai 10 ai 20 euro. Chiamate un amico/a, fatevi una pizza. Magari riderete di più (certo, dipende dal libro, alcuni sono anche più divertenti della vostra solita comitiva). E soprattutto eviterete di sprecare soldi. Una magliettina con etichetta potete ridarla indietro, un libro brutto comprato per sbaglio no (si, ok, per una volta potete farlo, ma cosa ne pensa il libraio se tornate a farlo più di una volta al mese? Nelle grandi catene si segnano il vostro nome dalla prima volta che lo fate, vi assicuro) 2) Non leggete perchè leggendo vi succedono cose strane, vi si sveglia il cervello e il cuore. Iniziate a notare dettagli fastidiosi in chi vi circonda, non riuscite a godervi le trasmissioni che girano mediamente in tv nel nostro Paese, inizierete a soffrire di più, come se vi voste iniettati massicce dosi di empatia nei confronti degli altri. Non si vive bene, così. 3) Risparmierete tempo. Il tempo necessario per leggere un libro. E se lo comprate on line? Approfittate per leggere l’oroscopo, che ne so, o per scrivere una frase carina su Facebook al tizio/a che vi interessa, che vi ha illuso chiedendovi l’amicizia ma non siete mai riusciti a salutare dal vivo. 4) Avrete più spazi liberi e meno disordine nella vostra camera. 5) Migliorete la vostra cultura musicale/cinematografica (se al posto del libro comprate un cd/dvd) il vostro aspetto (investite su abbigliamento e trucco) o la vostra forma fisica (quattro libri circa vi regalano l’iscrizione da sempre rimandata alla palestra). 6)Non leggete, soprattutto ebook, …

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Dieci motivi per non leggere

Gad Lerner esalta Persecuzione, di Alessandro Piperno

E’ interessante leggere la recensione in anteprima dell’ultimo libro di Alessandro Piperno, Persecuzione, da parte di Gad Lerner sul suo blog . Il giornalista – che ha letto Persecuzione in bozze – ricorda infatti di essere stato uno dei primi a scoprire ‘il caso Piperno’ e quindi di accostarsi con qualche remora a questo ‘bis’ letterario dello scrittore. Lerner conclude la sua recensione (pubblicata anche su Vanity Fair) scrivendo che Piperno si è ’superato’. Allo stesso tempo però, questa affermazione si può leggere in modo più sottile, perchè Lerner evidenzia come Piperno abbia mixato nel romanzo, tanto Gregor Samsa che Giobbe, e non nasconde la frustrazione finale di trovarsi davanti un ‘continua…’ alla fine del romanzo. Infatti la vicenda umana del protagonista, il professor Pontecorvo (una famiglia irreprensibile, accusato di molestie dalla amichetta dodicenne del figlio)continuerà da Roma a Israele, nel secondo romanzo (lo scrittore ha voluto dividere la storia in due ‘capitoli’, spiega Lerner, rimandandoci al secondo volume). E poi se vogliamo il titolo sembra anche occhieggiare all’ultimo Roth. E a noi in attesa di leggere il romanzo, appena uscito, non resta che aggrapparci ai sottintesi e alle frecciatine di Lerner. Gad Lerner esalta Persecuzione, di Alessandro Piperno

Le responsabilità dell’autore. Le interviste di Nazione Indiana

Se poi la domanda è: la crescente industrializzazione dell’editoria moltiplica la scrittura e la pubblicazione di libri di merda? peggiora il nostro clima culturale? rende meno gratificante e spesso infrequentabile il mondo intellettuale? La mia risposta è: tre volte sì! ( Nicola Lagioia, su Nazione Indiana ) Allora, se avete un po’ di tempo da ‘perdere’ a leggiucchiare on line, vi consiglio l’interessante serie di interviste a scrittori realizzate da Nazione indiana sul tema della ‘responsabilità civile’ dell’autore moderno. Si parla anche di altro ovviamente, di critica letteraria. “Si possono ancora definire pagine culturali trenta recensioni da mezza cartella ammucchiate in una pagina? – scrive Claudio Piersanti – L’unica proposta culturale che mi sento di fare ai giornali è questa: perché non assumete qualche ragazzo che vi corregga gli errori? Le edizioni on-line sono cimiteri grammaticali”. Oppure del discusso nodo sulle ‘responsabilità del lettore’. “Penso che la letteratura, e tra le sue componenti in particolare la poesia, dovrebbe essere sostenuta dai lettori in una forma precisa: mediante l’acquisto di libri”, sostiene ad esempio Giulio Mozzi . Ma c’è anche Michela Murgia , che pensa che “il web non abbia …

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L’arte di correre sotto la pioggia, di Garth Stein

Come si può resistere a una recensione che mi spiega che, se sono stata fan di Io e Marley , questo libro mi piacerà? E’ per questo che moltissimi di noi, credo, hanno deciso di leggere L’arte di correre sotto la pioggia, di Garth Stein. Stessa simpatica faccia di cane in copertina, e poi la novità del punto di vista della narrazione: è il cane, Enzo, a raccontare la storia. Il libro è molto bello, in effetti (anche se per me Io e Marley rimane davvero insuperabile), perchè racconta la storia difficile del padrone di Enzo, Denny, che, oltre a mantenere un’autofficina, si esercita a pilotare auto da corsa (non a caso Enzo è stato chiamato così in onore di Enzo Ferrari). Enzo impara la vita guardando con Denny le gare automobilistiche in tv e ascoltando i suoi commenti, che gli fanno capire…

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L’arte di correre sotto la pioggia, di Garth Stein