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Mattone su mattone: libri voluminosi che vale la pena di leggere

Come reagite alla vista di un ‘mattone’? Dicesi tale, in senso dispregiativo in genere, di un testo molto voluminoso, diciamo dalle 500-1000 pagine in su. Se siete lettori Doc la sfida in certi casi non può che appassionarvi. Chi si sognerebbe di dire, dopo averlo letto e amato, che Anna Karenina è un mattone? Vabbè, faccio un esempio che mi conquisterà una maggioranza di assensi più solida: Il Signore degli Anelli, voi che lo adorate, lo considerereste mai un ‘mattone’? Certo quando poi si tratta di dare dei consigli di lettura ad altre persone la sfida è più ardua: come riuscire a superare le perplessità di qualcuno riguardo lo splendido Vita e Destino? In genere la scelta del ‘mattone’ si accetta se si tratta di un classico o di un best seller di chiara fama (tipo I Pilastri della terra, La cattedrale del mare…etc). Secondo voi l’estate consiglia la lettura del mattone? A un primo ragionamento sembrerebbe di no (almeno a guardare la lista dei libri più venduti in questo periodo) però io non so perchè quest’estate la sto dedicando alla riscoperta di tomi voluminosi, non necessariamente dei best seller dell’ultimo minuto. Ho recuperato Mondo senza fine di Ken Follett (il seguito dei Pilastri della Terra, ineguagliabile. Mondo senza fine si fa leggere con piacere, ma tende alla telenovena, nella mia modesta opinione) e dell’appassionante giallo La quarta verità, di Ian Pearson. Voi? Mattoni che avete amato e che consigliate a spada tratta? Mattone su mattone: libri voluminosi che vale la pena di leggere

Recensioni dei lettori su Anobii e Ibs: servono davvero?

Non so voi ma io trovo davvero comodissimo il servizio offerto da Ibs che consente di leggere, per ciascun titolo, le recensione degli utenti di Anobii. E’ comodissimo perchè proprio Ibs mi serve a volte per capire i giudizi di altri lettori su libri che sono indecisa se comprare o no. La uso in genere per libri di cui ho sentito molto (troppo) parlare e voglio cercare di capire se si tratta di un ‘capolavoro’ pompato o del classico esordiente-genio che deve però ancora migliorare il suo italiano. Mi sono chiesta però: il fatto di avere uno spazio libero e aperto ai commenti più disparati (alcuni caustici, ovviamente) sarà davvero uno strumento ‘rivoluzionario’, a lungo andare, per il mondo dell’editoria? Ovvero: a) sapendo che un titolo che propongo al mercato, se non è di qualità, ha scarsa possibilità di sopravvivere in un contesto in cui verrà istantaneamente giudicato dai…

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Recensioni dei lettori su Anobii e Ibs: servono davvero?