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Auto futuro, di Davide Calì e Maurizio Santucci. Un libro da ritagliare

E’ veramente geniale questo Auto futuro , di Davide Calì e Maurizio Santucci. Cosa ci sarebbe di meglio infatti di un’auto con i baffi capace di fiutare col suo naso “i parcheggi liberi a due isolati di distanza”? Lo svantaggio è chiaro, che si potrebbe arrivare ad annoiarsi (ma solo se si trova divertente il fatto di cercare parcheggio). Comunque se proprio non sopportate di cercare parcheggio, lo dico per inciso, è sempre meglio munirsi di auto pacco postale (da rispedire a casa con posta ordinaria, se non si trovasse un buco in cui fermarsi. E poi se non sopportate neanche il traffico, oltre alla ricerca del parcheggio, potreste anche pensare – sempre armati di forbici, e con un po’ di pazienza per non rompere le vetturine che create a partire dalle pagine di questo volume moooolto divertente – di scegliere il modello Pesce-gatto. A cosa serve? Ma è chiaro, è utilissimo per chi si innervosisce fermo in fila: grazie a questo tipo particolare di vettura infatti, si avrà l’illusione di trovarsi in mezzo al mare davanti a un banco di pesci, invece che imbottigliati in mezzo ad altre macchine dai colori che magari neanche ci piaccioni. All’ennesima lamentela del vostro papà e della vostra mamma perchè qualche quattrozampe ha lasciato un ricordino sulle ruote, suggerite loro di attrezzarsi con l’Auto cactus (utilissima per tenere lontani i cani, proprio quelli a cui in genere piace fare

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Auto futuro, di Davide Calì e Maurizio Santucci. Un libro da ritagliare

– "Anima e iPad" di Maurizio Ferraris

Nella rubrica “Testi per riflettere”: “Anima e iPad” di Maurizio Ferraris

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– "Anima e iPad" di Maurizio Ferraris

L’autobus di Rosa di Fabrizio Silei e Maurizio A.C. Quarello

La sera del 1° dicembre del 1955, su un autobus di linea della città di Montgomery, in Alabama, una signora di colore di poco più di quarant’anni fece un piccolo gesto che cambiò la storia di un’intera nazione. Si chiamava Rosa Parks e quella sera, rifiutandosi di cedere il proprio posto a un bianco, inflisse un colpo decisivo alla segregazione razziale negli Stati Uniti. Aiutato dalle belle illustrazioni di Maurizio A.C. Quarello, Fabrizio Silei, sociologo e scrittore per ragazzi, riesce a raccontare la storia di Rosa da un punto di vista decisamente interessante. Siamo infatti ai giorni nostri, al museo Ford di Detroit, dove l’autobus di Rosa è conservato come una reliquia. Seduto dentro l’autobus – proprio nel posto che fu di Rosa Parks – un nonno racconta a suo nipote quell’incredibile quarto d’ora in cui la Storia gli è passata di fianco e lui non ha saputo essere all’altezza. E’ una storia amara quella che il nonno racconta al nipote, una storia fatta di quotidiani soprusi, di un tempo in cui sulle vetrine dei negozi c’erano appesi i cartelli che vietavano ai neri di entrare e gli uomini incappucciati di bianco del KKK li linciavano impuniti, di quando a scuola le classi erano separate. Ma quella la storia del nonno è anche una storia sulla paura degli uomini di fronte alla Storia, quella paura che quella sera del 1° dicembre del 1955 lo bloccò come un sasso mentre assisteva al placido gesto di rivolta della signora Parks. Ed è proprio questo l’aspetto a mio parere più notevole de L’autobus di Rosa, un libro edito da Orecchio Acerbo, coprodotto e pubblicato in altri sei paesi – Portogallo, Spagna, Francia, Germania, Grecia e Brasile – e sostenuto da Amnesty International. Insomma, un libro importante in un momento come questo, in cui la segregazione razziale non è più soltanto un…

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L’autobus di Rosa di Fabrizio Silei e Maurizio A.C. Quarello