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Michela Murgia si aggiudica il premio Campiello

Ieri sera nella meravigliosa cornice del Teatro La Fenice di Venezia è stato assegnato, per la 48esima volta, il premio Campiello , uno dei più importanti tra i premi letterari del panorama italiano. Ad assicurarsi la vittoria è stata Michela Murgia con il suo Accabadora, capace di battere il neo premio Strega Antonio Pennacchi con uno scarto di oltre 30 voti – 119 per la Murgia e 73 per Pennacchi, arrivato secondo. Dietro la scrittrice sarda e lo scrittore laziale si sono posizionati nell’ordine Gianrico Carofiglio (con 62 voti), autore di ”Le perfezioni provvisorie”, Gad Lerner con ”Scintille” (21 voti) e infine Laura Pariani con ”Milano e’ una selva oscura” (13 voti). Ma la sopresa della serata non è certo la vittoria della Murgia, di certo non imprevedibile, quanto un’altra vittoria, quella di Manlio Cancogni che, all’età di 94 anni, ha vinto il Premio Pen Club Italiano con la raccolta di racconti «La sorpresa» (Elliot). Non sorprende minimamente invece la dichiarazione rilasciata da Silvia Avallone sulla prossima trasposizione cinematografica di Acciaio, questa sì, ampiamente prevedibile. Via | Asca Michela Murgia si aggiudica il premio Campiello

Un ragionamento sul caso Mondadori, ovvero sulla virtuosità o meno di una casa editrice

Da una decina di giorni a questa parte, grosso modo a partire dall’ articolo pubblicato da Massimo Giannini su Repubblica , ma, soprattutto da quello, sempre su Repubblica, di Vito Mancuso, si è scatenata una tempesta morale che ha investito gran parte degli scrittori pubblicati dal gruppo Mondadori. Il dilemma che ha assalito molti, da Don Gallo a Vito Mancuso, e di cui abbiamo già parlato nei giorni scorsi , vale a dire l’impossibilità di continuare a pubblicare per il gruppo editoriale in questione, è stato risolto da altrettanti scrittori, tra i quali Antonio Moresco e Michela Murgia per esempio, che hanno deciso – io credo giustamente – di non lasciare la casa editrice di Segrate. Ma c’è un ingrediente del dibattito che mi sembra non sia stato ancora sviluppato a dovere, ed è il significato, riferito al mondo editoriale,

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Un ragionamento sul caso Mondadori, ovvero sulla virtuosità o meno di una casa editrice

La Mondadori e i guai col fisco: e gli scrittori fuggono

Il primo a dire no è stato Don Gallo , fortunato autore della scuderia Mondadori. A pochi giorni dall’articolo di Repubblica in cui Massimo Giannini denunciava le leggi “ad aziendam” messe in atto per favorire il colosso di Segrate, gli scrittori di palazzo Niemeyer si interrogano sul da farsi. Ma riepiloghiamo le vicende per quanti si fossero persi l’articolo in questione: qualche giorno fa Massimo Giannini denuncia una stortura: secondo il Fisco, nei primi anni Novanta, in occasione della fusione tra la stessa Arnoldo Mondadori Editore e la Arnoldo Mondadori Editore Finanziaria, Segrate evitò di pagare ben 200 miliardi di lire di tassazione. Si susseguirono due gradi di giudizio (il difensore di Berlusconi era Giulio Tremonti), favorevoli a Segrate. L’agenzia delle Entrate chiede (nel 2008) il giudizio della Cassazione, e da allora, ricostruisce Giannini, ci furono diversi tentativi per evitare un eventuale giudizio sfavorevole alla Mondadori. Il prezzo da pagare, intanto, è aumentato: 350 milioni di euro. ( qui l’articolo originale) A maggio del 2010 un decreto attuativo risolve i problemi. All’articolo riguardante la “rapida definizione delle controversie tributarie pendenti da oltre 10 anni e per le quali l’Amministrazione Finanziaria è risultata soccombente nei primi due gradi di giudizio”, si stabilisce che “Il contribuente può estinguere la controversia pagando un importo pari al 5% del suo valore (riferito alle sole imposte oggetto di contestazione, in primo grado, senza tener conto degli interessi, …

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La Mondadori e i guai col fisco: e gli scrittori fuggono