Tag Archives: moccia

Federico Moccia a Blogo: "Il mio primo Flook a novembre 2015, vi spiego cos’è"

Oltre qui:
Federico Moccia a Blogo: "Il mio primo Flook a novembre 2015, vi spiego cos’è"

Federico Moccia e “Quell’attimo di felicità” che non prova chi legge il suo romanzo

Mi ci sono messo di impegno nel leggere Quell’attimo di felicità di Federico Moccia , ma sinceramente non ce l’ho fatta. L’impegno era dettato da una frase dello stesso Moccia che mi ronzava in testa da tempo. Nel 2010 Federico Moccia venne fortemente contestato dagli studenti de La Sapienza che lo definirono l’anti-letteratura. Lui con calma rispose dicendo che non obbliga certo nessuno a leggere i suoi libri e che, in ogni caso, il suo lavoro merita rispetto, non fosse altro perché molte persone si sono avvicinate alla lettura proprio attraverso i suoi libri. Sono proprio curioso, quindi, di sapere cosa ci trovino nei …

Altro:
Federico Moccia e “Quell’attimo di felicità” che non prova chi legge il suo romanzo

"L’ascensore" un racconto di Marco Ernst

Marco Ernst è il “creatore” de l’Ascensore, e di tanti altri racconti contenuti nel suo blog . Un autore che non esita, con scarsa modestia, a presentarsi come il rappresentante di una via “intelligente, alternativa a Vespa e Moccia” e che si spinge fino ad affermare provocatoriamente: “sinceramente non credo di aver nulla da invidiare a Lucarelli, a Buzzati e a tanti altri”. “Megalomanie a parte”, l’ Ascensore è una narrazione che scivola via velocissima, tra il paesaggio che richiama troppo da vicino la Milano di periferia, e uno spaccato della vita di Giorgio, il suo protagonista. Un quarantenne, assistente sanitario in un consultorio per adolescenti, che comincia ad intrattenere uno “strano rapporto onirico” con un determinato ascensore. Una “cabina” in metallo dall’aspetto soffocante, che sembra muoversi in una direzione inusuale, in una maniera che sovverte le sue abitudini e insinua un sottile senso di inquietudine, progressivamente crescente. Non era solo il sogno a degenerare: il risveglio era la cosa peggiore, con quella sensazione di non riuscire a riacciuffare la realtà, pur sapendo di aver vissuto un sogno, per reale che fosse. E poi il cuore che batteva come impazzito, il respiro che entrava ma non riusciva a trovare la via d’uscita in quei polmoni ingolfati dal sangue pompato a ritmo vertiginoso, la gola che pareva non riuscire a contenere l’inturgidimento delle arterie e la testa che gli doleva fino a scoppiare. Pensò anche di andare da un medico, dove lavorava lui era pieno di medici, ma cosa poteva dirgli: che faceva brutti sogni? Via | marcoernst.wordpress.com “L’ascensore” un racconto di Marco Ernst