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Un castello di inganni, di Elizabeth George

A nord-ovest dell’Inghilterra c’è la contea di Cumbria, terra feconda di geni letterari (vi sono nati, ad esempio, Coleridge, de Quincy, Wordsworth) e di laghi meravigliosi, ma è anche la terra dei Fairclough, antica e ricca famiglia ora dedita all’industria. Famiglia, peraltro, che ha i suoi bei problemi, come tutte le famiglie, e i cui componenti si odiano adesso come e si sono odiati per secoli per ovvie ragioni. Ma spesso l’odio lo hanno rivolto verso se stessi. Nicholas Fairclough, per esempio, è il figlio dissoluto di Bernard e ha trascorso i suoi trentadue anni sotto l’effetto della metamfetamina, passando più tempo nelle cliniche di recupero che in giro per il mondo, salvo poi innamorarsi di una bellissima donna, salvarsi e tornare

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Un castello di inganni, di Elizabeth George

Stephanie ammazza 7, di Janet Evanovich

Prelevare un vecchietto e portarlo davanti al giudice, dovrebbe essere impresa relativamente facile, ma non se il vecchietto in questione è un ricettatore incallito e non se a occuparsi della cosa è Stephanie Plum. Il brutto è che quando Stephanie va a prendere il vecchio Eddie De Chooch, le appare travolto da una profonda depressione. Eppure Eddie trova la lucidità per scappare dalla finestra del bagno. Sembrerebbe ben poco, se non fosse che nel suo garage trova il corpo senza vita di Loretta Ricci, un’anziana che a quanto pare intrallazzava con il vecchio Eddie. Sulle prime, il caso gira a vuoto e Stephanie non ha nient’altro che la descrizione – senza …

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Stephanie ammazza 7, di Janet Evanovich

Natale all’inferno nell’amaro Addio di Rimbaud

Ma perché rimpiangere un eterno sole, se siamo impegnati nella scoperta della luce divina, – lontano dalla gente che muore sulle stagioni? Perché scegliere le parole atroci di Rimbaud , il suo amaro e solitario “Addio” , veleno di “Una stagione all’Inferno” , per la dolce mattina di Natale? Per gettare l’amo della contraddizione, spargere il vento leggero della modernità, della lacerazione che parla di alberelli sparuti come sopravvissuti e di immonde lotte, e che lascia sullo sfondo, sotto il velo brillante della realtà accuratamente messa in scena, il volto scheletrico di una guida? Non solo per questo, ma anche per dar vita alle immense possibilità viscerali, per stringere forte la mano della volontà e percorrere con il coraggio della disperazione un sentiero di continue interruzioni. Ritornare a Rimbaud per non cedere alla tentazione dell’abituale, per mettere il piede sul baratro e ondeggiare ostinatamente oltre. Niente cantici: mantenere il passo conquistato. Dura notte! Il sangue disseccato mi fuma sulla faccia, e non ho nulla dietro di me, se non quell’orribile arboscello!… La lotta spirituale è brutale quanto la battaglia d’uomini; ma la visione della giustizia è un piacere a Dio solo riservato. Comunque è la vigilia. Accogliamo tutti gli influssi di vigore e di effettiva tenerezza. E all’aurora, armati di ardente pazienza, entreremo nelle splendide città. Perché esistono infernali stagioni che assomigliano al leggero e progressivo luccichio mistico, di una religione rovesciata, nella quale Cristo e Anticristo si mescolano e quasi

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Il fantasma dei Natali passati, omaggio a Dickens nella visita guidata di Villa Campolieto firmata Nartea

Prepararsi ad un incontro che piega il tempo a nostra guisa, riproducendo le emozioni dell’infanzia e il calore di vigilie lontane, ecco il senso de “Il fantasma dei Natali passati” , visita guidata di Villa Campolieto firmata Nartea che si configura come un omaggio al grande classico di Charles Dickens , e a tutti quelli che lo hanno amato. Un appuntamento che coloro che si trovassero nei dintorni di Napoli intorno al 30 dicembre, potranno esplorare in tutta la sua potenzialità grazie alla particolarissima atmosfera che si respira nel capoluogo partenopeo durante il periodo natalizio, quando, tra santini e botteghe, personaggi del presepe e zampognari, l’anima credente della città soffia concreta sui vicoli per dar vita ad un mondo di miti e leggende da scoprire. Basta prenotare per unirsi al gruppo che, nel penultimo giorno dell’anno attraverserà il confine sottile della narrazione, immergendosi nei brividi di tante storie vissute e scommettere, giocando a dadi con il destino. Come nella più antica delle tradizioni natalizie, dal giorno dei morti all’epifania, attraverso pozzi e ponti, tornano i defunti sulla terra, quelle anime inquiete che desiderano raccontare qualcosa a coloro che, ancora vivi, hanno la possibilità di cambiare qualcosa e magari regalare loro qualche preghiera per favorire il passaggio dal purgatorio al paradiso. Capita qualche volta che a tornare non siano solo i defunti, ma anche delle entità benigne che,

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Il fantasma dei Natali passati, omaggio a Dickens nella visita guidata di Villa Campolieto firmata Nartea