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Peter Nadas candidato al premio Nobel: la passione per la letteratura ungherese

C’è anche lo scrittore ungherese Peter Nadas nella lista dei papabili al Nobel della letteratura di quest’anno. Un sintomo di una rinnovata e forte attenzione alla produzione letteraria dell’Ungheria, molto apprezzata oltreoceano. Ironia della sorte che in un momento politico difficile per l’Ungheria a livello di diritti civili e culturali, stia emergendo all’attenzione del pubblico internazionale una vera e propria generazione di scrittori di talento, come ricorda un bell’articolo della testata del New Orleans WWNO . L’articolista rileva anche il nome dell’ultimo “mito” di terra d’Ungheria appunto: si chiama Laszlo Krasznahorkai ed è uno dei nuovi cult nell’editoria anglosassone (fra i suoi libri tradotti in Italia ricordiamo Melancolia della resistenza , Zandonai) Detto ciò (e dopo essersi annotati mentalmente di tenere d’occhio il vecchio Laszlo) ricordiamo che di sicuro ad oggi i più famosi scrittori ungheresi sono Imre Kertesz – vincitore del Nobel nel 2002 e autore del bellissimo Essere senza destino (Feltrinelli) memorie di un ragazzino ebreo internato ad Auschwitz e poi Buchenwald durante la seconda guerra mondiale – e lo stesso Nadas, la pubblicazione del suo Libro di Memorie , pubblicato in Italia da Baldini e Castoldi Dalai è stato un evento nel mondo editoriale. Ma qual è il successo, fra il pubblico americano, di autori “outsider”, con …

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Minotauro di Péter Nádas

Le Edizioni Zandonai – che hanno ricevuto dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali la menzione speciale del Premio nazionale per la Traduzione edizione 2009 come editore italiano che contribuisce alla diffusione della cultura straniera nel nostro Paese – torna in libreria con una interessantissima raccolta di racconti: Minotauro di Péter Nádas. Due sono gli elementi, a mio avviso, che fanno della lettura dei testi di Nádas (tra i più importanti e apprezzati scrittori ungheresi contemporanei) una esperienza veramente unica. Il primo è esterno , per così dire, ed è costituito dalla copertina (del resto Zandonai ci ha abituati a splendide copertine): una foto di Korana Šegetalo-Delić – dall’emblematico titolo The Cure for Boredom Is Curiosity – ci mostra gli occhi azzurri di un bimbo che, curiosi, guardano fuori. È un invito a leggere i racconti non solo con gli occhi di un bambino ma anche con la necessaria curiosità e disponibilità a lasciarsi condurre in una narrazione che racconta di luoghi e situazioni a volte, forse, lontani dalla nostra cultura. L’altro elemento è dato dallo stile di scrittura di Péter Nádas: fedele al titolo – Minotauro – i racconti hanno il sapore del labirinto e, come spirali, diventano sempre più inestricabili, quasi claustrofobici. Per rendersene conto basta leggere il racconto Via – il …

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