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È’ come sangue e non va via di Antonella Beccaria

2 agosto 1980: la strage di Bologna, le vittime e la memoria in un ebook gratuito. “È come sangue e non va via” di Antonella Beccaria : il caso vuole che il titolo del libro faccia la rima con il cognome della sua autrice, ma è una rima amara, senza velleità poetiche. Una rima intrisa di sangue scuro, secco ma ancora gorgogliante, anche quello nella medesima definizione, proveniente dai corpi straziati di tante persone, presenti alla stazione di Bologna il maledetto 2 agosto 1980 . Trentatré anni e un giorno ci separano da quella data, più di tre decenni nei quali i reali mandanti della strage, mascherata sotto una troppo sospetta esplosione di caldaia nei momenti immediatamente successivi all’accaduto, non sono ancora stati chiariti. Mentre le vittime restano mute, al di là della strenua lotta dei loro familiari, rappresentata anche in disegni , gli stessi che, riuniti in associazioni e confortati nel dolore da altre persone ancora, quelle che hanno perduto i loro cari nella milanese Piazza Fontana, nella bresciana Piazza della Loggia, sul volo DC-9 dell’Itavia precipitato nei pressi di Ustica, e in quelli di altri capitoli neri della nostra giovane Italia, hanno mantenuto in vita la fiamma anelante verità e giustizia, altre come Antonella Beccaria, quei tasselli di vita incontratisi per caso hanno deciso di recuperarli e intesserli, riunendoli in un libricino dal nome scomodo. Erano giovani coppia in partenza per le vacanze, stranieri di passaggio, diretti in altre…

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Anna Valerio, Giorgio Freda e il libro galeotto

Piccola incursione di gossip nelle pagine di booksblog, un’intrusione giustificata dalla grande “responsabilità” assunta da un libro nell’intera vicenda che vi raccontiamo. Ma cominciamo dall’inizio. I protagonisti “in carne ed ossa” della storia, sono Anna Valerio e Giorgio Freda, entrambi scrittori, ma con parecchie differenze. Sul passato di Freda, settantenne ideologo di Ordine Nuovo e del Fronte Nazionale, pesa il coinvolgimento nei processi sulla strage di Piazza Fontana, e una questione di “responsabilità morale”, la Valerio, una tra le penne dell’erotismo made in italy invece, si è distinta per alcune polemiche scatenate contro la giovane autrice Melissa P. (che scosse il paese con “Cento colpi di spazzola prima di andare a dormire”) porta un cognome noto soprattutto per i propositi provocatori della sorella , anch’essa scrittrice, balzata agli “onori delle cronache” per aver espresso alcune dichiarazioni dalla potenzialità critica esplosiva. E fin qui tutto chiaro, se non fosse che Anna Valerio ha sempre nutrito una profonda fascinazione per la figura di Freda, una passione da filologa, nata sui libri di Freda e alimentata poco a poco fino alla recente decisione di sposarsi. “Galeotto fu il libro” anche stavolta è proprio il caso di dirlo, e soprattutto le sue parole, come ricorda una dichiarazione della stessa Valerio: Sapevo poco della sua vicenda giudiziaria. Nel 2001, avevo 22 anni, lessi un

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Ripescaggi: Il Caos, di Pier Paolo Pasolini

In realtà è un caso che, giusto un paio di giorni fa, a poche ora dall’anniversario della morte di Pier Paolo Pasolini ( di cui abbiamo parlato qui ), mi sia capitato tra le mani, mentre scandagliavo nella mia disordinata libreria alla ricerca di un libro scomparso, Il Caos, vale a dire la raccolta dei pezzi che PPP ha pubblicato sulle pagine della rivista Tempo tra il 1968 e il 1970. Si tratta di articoli, commenti all’attualità, discorsi sull’arte, sul cinema e sulla letteratura, che, come spesso fanno le prose giornalistiche di Pasolini, colpiscono duro e che hanno spesso come minimo comune denominatore la “violenza contro la borghesia”, come dice lo stesso Pasolini nel suo primo intervento – del 6 agosto 1968 – utilizzato a mo’ di introduzione. Dallo scambio epistolare con Leone, a quell’epoca presidente del consiglio (ve lo immaginate ora Berlusconi che risponde a Moresco?), alla presa di posizione durante il Festival di Venezia – in piena “contestazione” – al rapporto tra intelletualità e televisione, dal caso Panagulis fino alla strage di Piazza Fontana, in queste rubriche settimanali Pasolini non risparmia niente e nessuno, e soprattutto, non si risparmia, spesso si apre al lettore svelando una straordinaria tenerezza, altre volte si sfoga – gli articoli dulla vicenda di Teorema per esempio, pellicola in quel periodo sequestrata e vietata. Il Caos, insomma, rappresenta quello che abbiamo perso, vale a dire una classe intellettuale conscia del proprio ruolo, capace di interpretare la realtà e di non semplificarla e banalizzarla, uomini come Pasolini, insomma, che una volta potevano scrivere i loro articoli su testate di prim’ordine – finanche al Corriere della Sera – e che oggi, se ancora ne esistono, sono ostracizzati dalle posizioni che contano, relegati spesso ai margini della vita sociale, senza la possibilità di parlare al proprio pubblico elettivo, alla gente. E un intellettuale staccato dalla realtà, non vale niente. Ripescaggi: Il

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