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Premio Strega 2012: ecco la cinquina finalista

È stata scelta la cinquina del Premio Strega 2012. Su quattrocentosessanta aventi diritto al voto, hanno espresso le loro preferenze in quattrocentoventiquattro, ci sono stati trentasei astenuti, una scheda nulla e una bianca. I cinque testi selezionati sono: Emanuele Trevi, Qualcosa di scritto, Ponte alle Grazie – 92 voti Gianrico Carofiglio , Il silenzio dell’onda , Rizzoli – 70 voti Alessandro Piperno , Inseparabili. Il fuoco amico dei ricordi , Mondadori – 68 voti Marcello Fois, Nel tempo di mezz o, Einaudi – 64 voti Lorenza Ghinelli, La colpa , Newton Compton – 38 voti Le operazioni sono state presiedute da Edorardo Nesi, che ha vinto il Premio Strega 2011 con Storia della mia gente (Bompiani). Il prossimo 5 luglio, nella splendida cornice del ninfeo di Villa Giulia a Roma, ci sarò la proclamazione del libro vincitore. Avete già letto uno di questi testi? Pensate di farlo ora? Premio Strega 2012: ecco la cinquina finalista

"Piccolo Testamento" di Gabriele Dadati

Gabriele Dadati è apparso “qui da noi” qualche giorno fa, tra le nostre righe sono arrivate le sue parole, uno sfogo in forma di lettera che abbiamo scovato, raccolto e ospitato con piacere. Ecco che invece oggi, the day after la pubblicazione, da parte del Comitato direttivo del Premio Strega della lista dei dodici romanzi finalisti , nei quali figurano parecchi volti noti del panorama letterario nostrano e molti testi di valore, constatata l’esclusione del libro di Dadati, ci affrettiamo a presentarvelo. “Piccolo Testamento” , per Laurana Editore , è la storia di una scomparsa importante, di una morte crudele che spezza violentemente un’amicizia profonda e di una vita strana. Si tratta dell’esistenza di un giovane scrittore, di un uomo che consuma le sue giornate tra letture, pagine scritte, ispirazioni e donne di passaggio. Da Paola a Camilla, passando per Aniela e chissà quante altre. Corpi dai paesaggi differenti, luoghi di un mondo …

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"Piccolo Testamento" di Gabriele Dadati

Gabriele Dadati, lettera di un finalista al Premio Strega

Ad un solo giorno dalla pubblicazione della lista ufficiale dei dodici finalisti della sessantaseiesima edizione del Premio Strega e mentre freme il “toto-finalista”, abbiamo deciso di concentrarci su un altro punto di vista. Quello di Gabriele Dadati, presentato da Gherardo Colombo e Romano Montroni ed inserito nel precedente elenco di diciotto selezionati con “Piccolo Testamento” , una sua “filiazione di parole”, doloroso parto che racconta la storia di una scomparsa amara, di un’eredità intellettuale e della sua perpetuazione. Sarebbe meglio fermarsi qui. Fare un passo indietro, e Dadati l’ha fatto, alla soglia di un momento che è per uno scrittore, allo stesso identico tempo, fonte delle più grandi soddisfazioni e delle più crudeli angosce. Non sappiamo ancora se entrerà a far parte della rosa finale, né tanto meno se porterà l’onore che fu di Buzzati, Moravia, Pavese, Eco, ma anche di Ammaniti e Mazzantini. E le speculazioni, a questo stato di cose, lasciano il tempo che trovano, quel che è certo è che, una parte dei suoi pensieri si sono trasformati in una lettera, pubblicata sul blog di Chicca Gagliardo , un indizio personalissimo del quale vi lasciamo l’inizio: Cara Chicca, con tutta probabilità da domani sera non sarò più candidato al

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Gabriele Dadati, lettera di un finalista al Premio Strega

Furio Monicelli, autore de “Il gesuita perfetto”, è morto

A 89 anni è morto a Milano Furio Monicelli, fratello di Mario . Il gesuita perfetto fu il suo primo e più noto romanzo, pubblicato nel 1960 da Longanesi. Il libro è poi stato ripubblicato da Mondadori con il titolo di Lacrime impure e nel 2006 Saverio Costanzo ne ha curato la trasposizione cinematografica con il film In memoria di me , interpretato da Christo Jivkov, Filippo Timi, Marco Baliani e Andrè Hennicke e anche p. Paolo Bizzeti, religioso gesuita (trailer in apertura di post). Il gesuita perfetto – che arrivò in finale al Premio Strega addirittura sotto forma di bozze – racconta due anni di noviziato presso i gesuiti (la Compagnia di Gesù) di ragazzi che prima credono e poi abbandonano la fede. Una storia che, in fin dei conti, racconta dell’amore e di come riuscire a gestirlo. Il romanzo è in parte autobiografico in quanto Furio Monicelli era stato novizio presso i gesuiti. Lo stile di Furio Monicelli era intenso e irregolare e questo l’ha portato tanto velocemente ai vertici della fama letteraria quanto, poi, l’ha fatto cadere nel dimenticatoio. A Il gesuita perfetto seguì nel 1961, sempre per i tipi di Longanesi, il romanzo I giardini segreti testo che, rivisto dall’autore, è stato ripubblicato da Mondadori nel 2000 con il titolo L’amore guasta il mondo . Un autore non certo facile, ma senza dubbio da leggere. Soprattutto ora che non è più fra noi fisicamente. Furio Monicelli, autore de “Il gesuita perfetto”, è morto