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Misteri della Laguna e racconti di streghe di Alberto Toso Fei

C’è chi lo definisce “il Dan Brown della laguna”, non abbiamo voluto crederci e ci siamo tuffati nella sua Venezia, scoprendone angoli nascosti e leggende affascinanti di amori incontrastati, tradimenti e sortilegi. Un universo fatto d’acqua salata e di ponticelli, di reliquie, di storie tramandate di generazione in generazione e anche di tanti fantasmi e stregonerie. Tra le nebbioline della laguna e lo sciabordio delle acque, i lettori sono invitati a seguire quattro percorsi misti, un po’ a piedi, un po’ in gondola, per inoltrarsi nel ricco e leggendario passato della Serenissima a partire dalla sua struttura urbana, allargandosi anche al circondario: la profondità della morte per acqua, il silenzio che precede la fine, l’amore spinto oltre la vita, le voce che corre tra le onde. Quattro sentieri umidi che hanno fomentato ogni sorta di diceria e fatterello, riuniti in un vero e proprio viaggio tratteggiato nella cartina presente all’inizio del volumetto, di un elegante grigio scuro, arricchito dalle immagini di Manfredi Bellati . E scopriamo che tra gli isolotti soggiornarono un giovane Stalin, il non ancora famoso, ma già protagonista di rocambolesche avventure amorose Roberto Valentino, la prima compagna di Mussolini allontanata e internata, un Faust e una Pocahontas in versione locale, amanti di ogni sorta e spiriti oscuri, diabolici e mostruosi, figli di un luogo unico descritto nella prefazione: La Storia ama dilettarsi mettendoci alla prova: costringendo una civiltà in esilio ad affrontare l’inumana sembianza della laguna, combinò un’irragionevole quanto felice sposalizio. I nuovi abitanti riconobbero nella laguna un animale anfibio e benigno e vi si abbandonarono accettando di vivere all’unisono con il suo respiro; sulle sue escrescenze terrose trovarono riparo e la ricompensarono con l’amorevole carezza del remo e il ritmico sorriso dei palazzi riflessi sull’acqua… E per visitare al meglio una città che nutre nelle sue calli miti e storielle, ci siamo inoltrati tra gondole, ponti e isolotti seguendo il simpatico booktrailer interattivo , non tantissimo a dire il…

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Il terrazzino dei gerani timidi, di Anna Marchesini

Due sono i pregi de Il terrazzino dei gerani timidi , primo romanzo di Anna Marchesini , in libreria per i tipi della Rizzoli. Il primo pregio è la capacità che la Marchesini ha di descrivere scene e situazioni: dai gerani timidi che danno il titolo al romanzo, al volo dei piccioni; dal batticuore delle coppiette che si appartano sul viale dei tigli alla forza prorompente del vento che tutto squassa e che mette in campo un’ epica lotta tra un pezzo di carta e la talare del prete; dalla conformazione delle dita delle suore alla descrizione delle cosce “da vecchia” che si vedono nei letti d’ospedale. Descrizioni poderose, a volte, che ben evidenziano la profondità dello sguardo di Anna Marchesini, che riesce a far rivivere dinanzi agli occhi del lettore le più piccole sensazioni, come quelle, per esempio, di una torta al cioccolato che si squaglia. L’altro pregio è costituito dallo stile: un vocabolario ricercato, un periodare ampio, un ricorso all’asindeto che rendono la pagina scritta un vero e proprio viaggio nell’intimo (tanto dell’autrice quanto del lettore) e permettono il riaffiorare di ricordi e di sensazioni che si credevano sopiti. Questo secondo pregio, però, rischia di trasformarsi in un difetto: la ricercatezza della parola – segno tangibile delle molte letture che hanno nutrito l’autrice – e la musicalità del testo tradiscono, a volte, un che di teatrale che non del tutto ben si confà al romanzo. Nel leggere di nomi e di personaggi che tante volte abbiamo visto interpretati dalla Marchesini “comica” nei suoi sketch, pare quasi di ascoltare nell’orecchio il suono della voce dell’attrice che dà vita ai passi scritti e che a teatro, con la sua indubbia bravura, starebbero benissimo. Ma, forse, in un testo scritto perdono un po’ di fascino e appesantiscono la lettura. Il romanzo – ben curato anche dal punto di vista grafico e tipografico con la bella …

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Il terrazzino dei gerani timidi, di Anna Marchesini