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Sei domande a Luca Masia, autore de Il sarto di Picasso

Luca Masia lo abbiamo già incontrato tra le pagine di booksblog per presentare “Il sarto di Picasso” , ma leggendo della bella storia di Michele Sapone ci è venuta voglia di saperne un po’ di più di chi aveva messo insieme i diversi fili di un tessuto morbido e luminoso, nel quale si uniscono il profumo delle terre mediterranee, l’ardore affascinate delle grandi città come Torino e Parigi, e l’attaccamento alle terre d’origine. Abbiamo contattato l’autore che si è prestato di buon grado alle nostre sei domande. Il risultato eccolo qui per voi. Luca Masia e Michele Sapone. Cronistoria di un incontro lontano dai palcoscenici, ma puntellato di importanti figure storiche. Ho indirettamente conosciuto la famiglia Sapone qualche anno fa, quando la Triennale di Milano aveva prodotto le mostre di Hartung, Vasarely e successivamente Burri. Il presidente, Davide Rampello, un caro amico con cui collaboro da molti anni, me ne aveva parlato accennandomi alla storia del “sarto di Picasso”. Qualche tempo dopo, proprio su invito di Rampello, sono andato a trovare i Sapone nella loro galleria di Nizza e ho ascoltato per la prima volta la storia di Aika e di suo padre Michele. È bastato dare una scorsa al materiale fotografico del loro archivio, al poderoso epistolario che teneva unito Sapone ai suoi amici artisti, per rendermi conto del valore narrativo e al tempo stesso documentario della storia. Michele Sapone era il personaggio …

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Hobbitus Ille, Lo Hobbit ora è tradotto anche in latino

Pubblicato per la prima volta 75 anni fa Lo Hobbit di J.R.R. Tolkien è il romanzo di avventure fantastiche che ha affascinato generazioni di grandi e piccoli (complici ultimamente anche i film della saga di Peter Jackson), è stato tradotto in 60 lingue ed è talmente considerato un classico che ora arriva la sua edizione in latino. Ci ha pensato Harpers Collins , che si conferma ancora una volta editore sui generis, vi ricordate del progetto di biografie con Jonny Depp ? Buone notizie insomma, per chi mastica questa lingua antica, ma anche per gli studenti di liceo (e i loro genitori) che ora hanno un motivo in più per scorrere avanti e indietro il dizionario italiano/latino. Il libro, in vendita su Amazon e tradotto -pare in maniera magistrale- dal classicista Mark Walker, è un oggetto da collezione sia per gli amanti della cultura classica che per i fan della serie fantasy, anche se probabilmente saranno in pochi a prendersi la briga di tradurlo completamente; se non avete programmi per il prossimo weekend, accomodatevi

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Nota sul delicato rapporto tra blogger e case editrici

Nelle righe che seguono vi voglio parlare di una brutta storia che ci riguarda tutti, e da molto da vicino, tanto noi booksblogger, che viviamo scrivendo di libri, quanto voi lettori appassionati, che cercate nelle nostre pagine punti di vista indipendenti, originali e, soprattutto, onesti. Partiamo da una descrizione sommaria di un fatto: Sul Romanzo, un importante blog letterario che è anche agenzia letteraria, riceve un libro da recensire da parte di una casa editrice con cui ha anche contatti per un lavoro di scouting. Uno dei redattori lo legge e lo stronca, pubblicando la recensione sulle pagine del blog. Fin qui tutto normale. Il problema nasce quando, dopo un certo lasso di tempo, la casa editrice contatta l’amministratore del blog e gli dice una cosa che suona pressappoco così: ho letto sul blog la stroncatura a un nostro autore, stia attento perché si rischia, quando si esagera, di crearsi attorno terra bruciata, e siccome sappiamo entrambi che Sul Romanzo è e sarà sempre più al centro dell’attenzione anche per il festival che sta organizzando …

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Una poesia senza progetto

Ci sono 23 dicembre dal grande spessore poetico, uno di quelli è quello di quest’anno, quando ti trovi con piacere davanti ad un’antivigilia che ha il sapore dell’ articolo di Alessandro Carrera sulla situazione della poesia contemporanea. Una riflessione che si concentra in particolare su una caratteristica unica: la mancanza di progettualità. Un’assenza che si fa sentire sotto forma di “carenza immaginativa”, intesa come scadimento metaforico-utopico. Perché senza il progetto si sviluppano ben altre “deficienze” a livello strettamente immaginifico, e avviene ciò che non si sarebbe mai potuto credere, l’esistenza: del poeta senza la poesia “vittima sacrificale” fagocitata da un sistema promozionale, che esalta il personalismo del creatore trascurando la sua stessa creatura della poesia senza il poeta prodotto abnorme e orfano, destinato a progredire fuori dall’occhio vigile del suo “padre contingente”. E si aprono le porte a quelle opere di poesia che si sottraggono al senso più puro della sublimazione poetica, ricomponendone la possibilità della deriva espressiva. Lavori visivi che si ritrovano, ad esempio, nelle foto di Lamberto Pignotti (come «La festa si prospetta infinita» dell’immagine, del 1980, oggi al Mart di Rovereto ). Il ventesimo secolo ci ha lasciato un’eredità poetica straordinaria quanto ingestibile. […] Ciò che è cambiato negli ultimi trenta-trentacinque anni (indicherei per l’Italia la scomparsa di Pasolini come spartiacque) è che abbiamo fatto esperienza, e la stiamo facendo

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