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Maraini, De Luca e Faletti parlano di papa Francesco

Dacia Maraini , Erri De Luca e Giorgio Faletti parlano di papa Francesco sulla rivista Vanity Fair che elegge il pontefice a “uomo dell’anno” . Per la scrittrice Dacia Maraini il mondo delle donne si aspetta molto dal pontefice. Afferma la Maraini: Le donne si aspettano molto da lui. E il mondo delle donne della Chiesa è vastissimo. Ma direi che anche le donne fuori della Chiesa si aspettano maggiore rispetto per i loro diritti, e comprensione per le loro richieste […] Non sarebbe il caso, come diceva San Francesco, di stabilire che il genere umano è fatto di persone che hanno pari sacralità e pari dignità? E che ogni discriminazione è stupida e indegna dei discepoli di Cristo? Erri De Luca guarda un po’ più all’aspetto politico (sia interno al Vaticano che esterno) della recente visita di papa Francesco a Lampedusa : Francesco Papa del Sud non si fa accompagnare da nessuna autorità del Nord, che non ha creduto finora suo dovere accorrere sul posto. Francesco va col suo panno bianco che svolazza al vento come un fazzoletto di saluto. Va dove le vite dei naufraghi hanno ricevuto l’accoglienza del filo spinato. Prima di Lampedusa ha cominciato a mettere mano chirurgica sui due bubboni lasciati gonfi dal predecessore, la pedofilia protetta e la finanza losca. Ha di fatto svuotato la potente segreteria di Stato, retta dal cardinale Bertone, sottoponendola a silenziatore. Infine Giorgio Faletti pone l’accento sul fatto che papa Bergoglio sia un grande comunicatore: Jorge Mario Bergoglio mi è sembrato da subito un grande comunicatore, una persona dal viso che ispira quella bontà che il rappresentante dei cattolici nel mondo deve ispirare, un uomo che ha le qualità per mettere riparo con la sua

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Storie Tese Illustrate, la storia di Elio & compagni

Un libro per attraversare gli esordi e l’affermazione di uno dei complessi più simpatici del panorama recente. E’ possibile riassumere in immagini la complessa vicenda dei uno dei gruppi di musica leggera italiana più noti e irriverenti degli ultimi decenni? Parliamo di “Elio e le storie tese” , molti di voi l’avranno capito subito, il complesso, spesso addensato nella sigla EELST, fondato a Milano dal carismatico Elio, nome d’arte di Stefano Belisari a partire da un gruppo formatisi intorno al Liceo Einstein di Milano fra il 1975 e il 1980. Inventori del rock demenziale , i membri diventati famosi con “La terra dei cachi”, prendono la forma di personaggi dei fumetti, in un movimento di continuità naturale con la loro immagine divertente e disincantata. A partire dalla prefazione di Luca Mangoni per passare rapidamente a una presentazione sui generis, di Elio appunto, “cantante e flautista”, Faso, “chitarrista e basso”, Cesareo “chitarrista alto”, tra scacchi, petardi, alfieri del gelato e elementi giustapposti in un’insieme di associazioni solo apparentemente casuali, introdotte già dalla copertina, la cui foto originale appartiene a Grussu (Pierino De Luca), con i quattro giovanissimi componenti sullo sfondo di un disegno con un cartello che indica i vent’anni di identificazione…

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Martha Medeiros, angoli di poesia urbana in quel di Napoli

Angoli di poesia urbana spuntano un po’ ovunque nei tessuti cittadini italiani ed esteri, una testimonianza partenopea. Dopo Prévert sull’asfalto di Milano ci siamo imbattuti in un pannello luminoso a due passi dal caos del centro di Napoli , sulla scala che porta dritta ai treni della stazione Porta Nolana della Circumvesuviana , la rete ferroviaria locale che serve (non sempre nel miglior dei modi ad esser sinceri) la cintura dei comuni vesuviani, collocati come dice il nome, a mo’ di anello intorno a Vesuvio e a due passi dal mare, si possono scoprire inaspettati scorci lirici. Eccovi infatti qualche immagine dei noti versi dell’ Ode alla Vita di Martha Medeiros , indicazioni semplici eppure sempre così vere, sul senso più intimo dell’esistenza e sulla conservazione del significato più profondo che è sempre frutto di una ricerca inarrestabile. Il testo, spesso erroneamente attribuito a Pablo Neruda , appartiene in realtà all’estro e alla sensibilità della giornalista e scrittrice brasiliana classe 1961. Tratto da una sua poesia del 2000 (titolo originale “A Morte Devagar”). Ve la riportiamo a colpi di spezzoni, riuniti in quattro quadranti costruiti sullo sfondo di un paesaggio acquatico verdeggiante, per restituire alla vera autrice le sue parole e a tutti noi una leggera pausa di riflessione concentrata intorno alla domanda “Chi muore?” . Quadro 1 Lentamente muore chi diventa schiavo dell’abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marca, chi non rischia di vestire un colore nuovo, chi non parla a chi non conosce. Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero al bianco e i puntini sulle “i” piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all’…

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Trenord lancia il concorso Scrittori in Carrozza

Appuntamento sulla rete ferroviaria lombarda, per un concorso da veri “pendolari”. In fondo chi, ritrovandosi a passare una discreta parte della sua giornata in “treni & affini”, la maggior parte delle volte con un bel libro in mano, con la testa immersa nella musica del chiacchiericcio e gli occhi nelle parole, non ha mai pensato che proprio nei mezzi pubblici si possa trovare un’immensa fonte d’ispirazione? Credo pochi. E se, al blocco fisico obbligato, smorzato unicamente da quell’ondeggiare tipico di accelerate e frenate al quale ci si abitua presto, ci si aggiunge una fantasia galoppante e un’ipertrofica curiosità ecco pronto il ritratto del perfetto scrittore da treno. Proprio il prototipo, se così si può dire, al quale si rivolge il concorso letterario “Scrittori

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