Tag Archives: generi

Scerbanenco e il giallo italiano: ogni sabato in edicola

Scerbanenco e il giallo italiano: ogni sabato in edicola

Raven Boys, di Maggie Stiefvater

Raven Boys , dell’americana Maggie Stiefvater , è il primo volume della quadrilogia The Raven Boys Cycle . Già nota, In Italia, per le apprezzate serie I lupi di Mercy Falls (che si arricchirà, a luglio 2014, di un libro autoconclusivo su Isabel e Cole, Sinner ), Books of Faerie e per lo standalone La corsa delle onde , la Stiefvater arriva in Italia con questo nuovo romanzo paranormale, thriller, mystery e romantico per adolescenti, che è stato ottimamente valutato dal pubblico americano. Acquisito da New Line/Warner Bros che, come per La corsa delle onde (The Scorpio Races) , ne farà un film, il romanzo, punteggiato da elementi del folclore…

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Raven Boys, di Maggie Stiefvater

La festa dell’insignificanza, di Milan Kundera

Contraddittorio e filosofico, ironico e nichilista, il titolo dell’ultimo romanzo di Kundera fa capolino come new entry tra i dieci romanzi più letti della settimana (dal 27 ottobre al 2 novembre). Apice del percorso intellettuale e creativo dell’ottantaquattranne scrittore ceco naturalizzato francese, La festa dell’insignificanza parte – come sempre nei romanzi di Kundera – da un concetto filosofico, quello ultimo e assoluto del non senso della vita. Atto estremo di sottrazione di peso, per dirla come Calvino, apice di una leggerezza – della trama e del contenuto – che cerca con un estremo sforzo di farsi meno insostenibile, La festa dell’insignificanza è una riflessione, attraverso le parole futili e digressive di una cerchia di personaggi che gironzola per le strade di Parigi, sulla bellezza e dunque il senso della vita, che risiede appunto nel suo essere insignificante. Inutilità e quindi ironia, mancanza di senso e quindi essenza della vita, sono da ricercarsi degli orrori e nelle sciagure, così come nella bellezza delle piccole cose che ci circondano. La mancanza di senso va riceracata e riconosciuta, apprezzata ed amata, per poter appagare quel bisogno umano che è quasi un vizio ineliminabile: la ricerca opprimente di un signficato, quello che rendeva insostenibile l’inevitabile leggerezza della vita, e che qui, con la formula magica secondo cui “l’insignificanza è l’essenza della vita”, sembrerebbe chiudere il cerchio. A voler dare uno sguardo d’insieme

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La festa dell’insignificanza, di Milan Kundera

Il paradiso degli orchi, il film tratto dal romanzo di Pennac

Un Paese in crisi, una gioventù disposta a tutto pur di ottenere un impiego, una società grottesca: il ruolo ricoperto dal personaggio de Il paradiso degli orchi , Benjamin Malaussène , di professione “capro espiatorio” in un grande magazzino, è straordinariamente verosimile e attuale nell’Italia che accoglie oggi l’uscita del film di Nicolas Bary . Ne era consapevole la Koch Media, distributore del film, che in anticipazione dell’arrivo nelle sale italiane ha voluto sondare questo aspetto con un gioco crudele quanto interessante: alcune settimane prima dell’uscita è stato diffuso a Roma e Milano un finto annuncio di lavoro per un ruolo di “ capro espiatorio ”, disposto a subire umiliazioni e finti rimproveri da un superiore così da impietosire il cliente insoddisfatto e indurlo a ritirare il reclamo. Il risultato – duecento candidature, per la maggior parte di persone seriamente disposte a svolgere questa mansione – la dice lunga e dimostra l’attualità del personaggio. Eppure l’Italia di oggi non ha niente a che fare col contesto in cui Pennac scrisse il suo romanzo, ambientato nelle periferie della Parigi degli anni Ottanta. Per l’esattezza a Belleville, in un caseggiato dove stravaganti personaggi creano una giostra umana variopinta e surreale di cui fa parte la grande e strana famiglia di Ben, costituita dai fratelli e sorelle che una madre pronta a seguire per il mondo amori sempre nuovi riportava a casa. Il paradiso degli orchi è un romanzo ironico, immaginifico, sottile, che indaga a fondo i caratteri indivuduali e il processo che li trasforma in persone sociali, creando – attraverso la forza della fantasia che tutto crea e tutto tarsforma – una cinica parodia delle varietà umane. Il paradiso degli orchi, il film tratto dal romanzo di Pennac