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10 agosto con la poesia di Giovanni Pascoli

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10 agosto con la poesia di Giovanni Pascoli

10 agosto, san Lorenzo, con la poesia di Giovanni Pascoli

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10 agosto, san Lorenzo, con la poesia di Giovanni Pascoli

La canzone del girarrosto, una poesia domenicale di Giovanni Pascoli

È esperienza comune: la domenica siamo allegri la mattina e un po’ tristi al tramonto. Lo affermava anche Giovanni Pascoli (1855-1912) nella poesia La canzone del girarrosto (dai Canti di Castelvecchio , 1903), definendo la domenica “il dì che a mattina | sorride e sospira al tramonto”. In questa poesia il Pascoli ci parla di una massaia che torna a casa dalla messa, con il vestito nuovo e profumato e, senza toglierselo di dosso, passa subito a cucinare: può farlo perché ha avuto un valido aiuto nel girarrosto! E poi arriva mezzogiorno, con la padrona di casa che chiama a raccolta: In tavola! In tavola! E allora la domenica sarà una vera festa. La canzone del girarrosto Domenica! il dì che a mattina sorride e sospira al tramonto!… Che ha quella teglia in cucina? che brontola brontola brontola… È fuori un frastuono di giuoco, per casa …

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La canzone del girarrosto, una poesia domenicale di Giovanni Pascoli

Una poesia di Giovanni Pascoli per l’estate di san Martino

La scelta odierna per la poesia domenicale è quasi obbligata: da un lato abbiamo la tradizione popolare che vede nell’11 novembre la cosiddetta estate di san Martino; dall’altro abbiamo il centenario della morte di Giovanni Pascoli . Unendo i due eventi ecco la poesia Novembre del Pascoli, dalla raccolta Myricae . Una poesia forte, a dire il vero: se nella prima strofa troviamo la descrizione di quella che è la gioia dell’estate (aria serena, sole splendende, alberi in fiore), nella seconda abbiamo il riscontro con la realtà (piante secche, cielo vuoto). E l’ultima strofa del componimento opera una sintesi, soffermando sulle foglie che cadono: sarà anche estate, dice Giovanni Pascoli, ma è l’estate, fredda, dei morti . Novembre Gèmmea l’aria, il sole così chiaro che tu ricerchi gli albicocchi in fiore, e del prunalbo l’odorino amaro senti nel cuore… Ma secco è il pruno, e le stecchite piante di nere trame segnano il sereno, e vuoto il cielo, e cavo al piè sonante sembra il terreno. Silenzio, intorno: solo, alle ventate, odi lontano, da giardini ed orti, di foglie un cader fragile. È l’estate, fredda, dei morti. Foto | trekkyandy – ND Strupler Una poesia

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