Tag Archives: internet

Gli zombi non piangono, di Rusty Fischer. Non-morti senzienti

Gli zombi non piangono , dell’americano Rusty Fischer , autore di romanzi YA a tema soprannaturale, è il primo volume di una serie per adolescenti incentrata, come altri lavori di Fischer, sugli zombie. Il romanzo, che unisce ironia, azione, soft-horror e un po’ di romance , racconta le originali avventure di Maddy. Colpita da un fulmine mentre si reca a un festa, la ragazza si risveglia… morta. Grazie a Internet scopre di dover mangiare cervello entro 48 ore, pena la morte vera. Diligentemente si reca in un negozio ancora aperto e ordina cervello di capra, l’unico disponibile. Avvicinata da due amici che si rivelano zombie, ecco che Maddy entra in un mondo – molto originale e popolato da zombie senzienti – che mai si sarebbe …

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Gli zombi non piangono, di Rusty Fischer. Non-morti senzienti

Gli zombi non piangono , dell’americano Rusty Fischer , autore di romanzi YA a tema soprannaturale, è il primo volume di una serie per adolescenti incentrata, come altri lavori di Fischer, sugli zombie. Il romanzo, che unisce ironia, azione, soft-horror e un po’ di romance , racconta le originali avventure di Maddy. Colpita da un fulmine mentre si reca a un festa, la ragazza si risveglia… morta. Grazie a Internet scopre di dover mangiare cervello entro 48 ore, pena la morte vera. Diligentemente si reca in un negozio ancora aperto e ordina cervello di capra, l’unico disponibile. Avvicinata da due amici che si rivelano zombie, ecco che Maddy entra in un mondo – molto originale e popolato da zombie senzienti – che mai si sarebbe …

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La bisaccia del giornalista, di Fausto Pellegrini

La bisaccia del giornalista di Fausto Pellegrini è un libro contro e, al contempo, è un libro per . Un libro contro l’indifferenza, come scrive l’autore stesso nell’introduzione, e “contro il feticcio di una presunta obiettività del giornalista che, di solito, maschera l’adesione al pensiero dominante”. Ma è anche un libro che batte i sentieri della speranza, dal momento che è un testo per una “informazione che smetta di essere forte coi deboli e debole coi forti” per uscire dai palazzi e “camminare domandando”. Si tratta, in ultima analisi, di una sorta di vademecum ragionato per poter capire un po’ i meccanismi dell’informazione e, soprattutto, saper discernere quale sia l’informazione necessaria per questo nostro secolo. Il saggio è articolato in cinque capitoli ( Cattiva maestra informazione ; Un integrato apocalittico ; L’informazione al tempo di Internet ; L’etica necessaria ; Il ruolo del servizio pubblico ), in una introduzione e conclusione, oltre a una prefazione di Pietro Ingrao che indica il fulcro di tutto il libro nella “domanda sull’essere umano”. Di tutto il saggio, mi soffermo su una parte che considero importante, non solo nel campo del giornalismo. Nel capitolo quarto – L’etica necessaria – si affronta anche il problema dell’uso delle parole e della lingua. Scrive l’autore: La lingua è un mezzo per plasmare le menti del pubblico ascoltatore. È uno strumento di omologazione del sentire comune, di orientamento delle coscienze, di trasmissione di convinzioni e atteggiamenti mentali con lo scopo di farli assumere da altri, inconsapevolmente. La lingua, insomma, “poeta e pensa per te”, come diceva efficacemente lo scrittore Friedrich Schiller. E…

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Marshall McLuhan. La biografia pop dell’uomo che aveva previsto il futuro

«Una parte della stesura di una biografia consiste nel domandarsi perché mai dovrebbe interessarci il suo oggetto», così scrive Douglas Coupland nella sua spassosa – ma con punte di malinconia – biografia su Marshall McLuhan , appena edita da Isbn . Naturalmente, il fatto che l’abbia scritta ci dice quanto il suo oggetto sia interessante. Il perché è noto: «Marshall prevedeva con quattro decenni di anticipo Internet». Eppure Marshall era ciò che potremmo definire un tecnoscettico. «[…] il nostro uomo» ci avverte Coupland, «era un professore cinquantunenne canadese di retorica rinascimentale, un uomo che proclamava ripetutamente il proprio disprezzo e disgusto per buona parte dell’era elettronica, eppure per un’ironia perversa oggi ne viene considerato il più grande acclamatore». In parole povere, Marshall avvertiva, sì, le potenzialità del «villaggio globale» – concetto di Marshall diventato luogo comune, insieme all’altro: «il medium è il messaggio» – ma avvertiva anche un senso di incontrollabilità della diffusione di notizie e di voci senza che queste potessero essere controllate e verificate. «Controllate» non nel senso censorio del termine, ovviamente. Qual era (o meglio, qual è) il rischio? Il rischio era che troppa informazione incontrollata potesse generare disinformazione, «i terrori che Marshall …

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