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Nazim Hikmet & la Turchia, storia di un amore tormentato

…le mie poesie sono pubblicate in trenta o quaranta lingue ma nella mia Turchia nella mia lingua turca sono proibite… (Autobiografia, 1962) Le radici più profonde del grande poeta turco Nazim Hikmet, tra le più importanti figure del panorama culturale del XX° secolo, affondano nella terra e nella storia del suo paese d’origine. Ma la vicenda che lo unì ai destini della Turchia contemporanea è fatta di rifiuti, fughe, dolore e persecuzioni. Il piccolo Nazim è nato a Salonicco all’alba del ‘900, allevato nei versi del nonno Mustafa Celaleddin Pasha, alto funzionario dell’allora Impero Ottomano, e nell’amore per la Francia di sua figlia, dai numerosi talenti artistici, un attaccamento che non impedì alla fascinazione per la…

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La "bella prigione" di Nazim Hikmet

Camminando nelle stradine della città vecchia di Sultanahmet , sulla riva europea dell’immensa metropoli di Istanbul ci si ritrova in un dedalo di viuzze caratteristiche popolate da hotel, ristoranti, boutique di tappeti e souvenir e tanti gatti. In questo folkloristico paesaggio locale spunta un muro in pietra dall’oscura memoria. Si tratta della cinta di un’antica prigione , oggi trasformata in albergo (integrante nella sua struttura alcune torri di guardia), che resta ancora ben presente nella memoria di alcuni abitanti locali di una certa età e alla quale ci siamo interessati per ragioni di “squisita curiosità letteraria”. Tra le sue mura è stato infatti rinchiuso anche Nazim Hikmet , uno dei più grandi poeti turchi mai esistiti. Protagonista di una storia complessa e sofferta, Hikmet è ancora ben presente nel cuore di tanti suoi connazionali che si sono battuti a lungo perché gli fosse nuovamente riconosciuta la nazionalità turca, che aveva perso in seguito all’accettazione dell’asilo politico in Polonia, ma non mancheremo di narrarvi la sua vicenda umana nei dettagli. Per adesso vi basti sapere che nel nucleo più turistico di Istanbul c’è un insieme di vecchie pietre corrose dal tempo, che ha una lunga storia di lacrime, ricordate in magnifici versi: …ho dormito in prigioni e anche in alberghi di lusso ho sofferto la fame compreso lo sciopero della fame e non c’è quasi pietanza che non abbia assaggiata quando avevo trent’anni hanno chiesto la mia impiccagione a 48 mi hanno proposto per la medaglia della Pace e me l’hanno data a 36 ho traversato in sei mesi i quattro metri quadrati di cemento della segregazione

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"Il libro delle streghe" di Joyce Lussu

Devo ammetterlo che sono in un periodo di grande “fascinazione streghesca”, sarà forse colpa di uno dei miei soliti “ritorni napoletani”, di alcune visite archeologiche in luoghi simbolo ed esposizioni ad hoc , o semplicemente della strana coincidenza portafortuna o sfortuna (che dir si voglia) di questo strano venerdì 13. Quel che è fuori di dubbio però è l’immensa produzione sull’argomento. Una massa di testi che si inerpica in territori sconosciuti e che, spesso, non esita a trasudare tonnellate di miscugli di “bestemmie, maledizioni e luoghi comuni”. Non è così per “Il libro delle streghe” di Joyce Lussu (scrittrice, partigiana di valore e indimenticabile traduttrice del poeta turco Nazim Hikmet ) che sembra piuttosto un’indagine, condotta con i metodi qualitativi e discreti di “un’esperienza sul campo”, una specie di articolato e avventuroso svolgersi umano che incontra personaggi in linea con l’antica sapienza, tramandata oralmente da generazioni di donne come Elisabetta, la protagonista dell’estratto che segue. […] Arrivando in Sardegna, dove s’imponeva il mio innesto su un tronco dalle radice non mie, cercai, come prima e necessaria

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Una poesia per la domenica. Nazim Hikmet

Un momento di pura vita e consapevolezza di sè, nel sole, ecco la prima domenica fuori di prigione di Nazim Hikmet. E in quel ritaglio di libertà della vita solo poco può importare, il corpo riprende con prepotenza le sue priorità dopo la lunga costrizione: la terra, il sole e me. E a noi, cosa serve per realizzare finalmente quanto sia vasto il cielo? Oggi è domenica. Per la prima volta mi hanno portato al sole oggi E per la prima volta nella mia vita sono rimasto esterrefatto che il cielo sia così lontano e così blu e così vasto che sono rimasto senza muovermi. Poi mi sono seduto sul suolo e con rispettosa devozione appoggiato al muro bianco. Chi se ne frega le onde dove anelo a rotolare O dei conflitti o della libertà o mia moglie in questo momento. La terra, il sole e me … Mi sento felice e tanto (N. Hikmet, Oggi è domenica) Una poesia per la domenica. Nazim Hikmet