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Intervista a Donato Carrisi sul suo nuovo romanzo L’ipotesi del male

Abbiamo incontrato a Milano l’autore di gialli più amato degli ultimi anni; in esclusiva per Booksblog l’intervista con Donato Carrisi, che ci rivela aneddoti e curiosità a proposito del suo ultimo romanzo, in vetta da settimane in tutte le classifiche. Ho sempre guardato ai libri bestseller come degli emergency-kit per casi estremi, un grande classico dei momenti di sospensione in cui la voglia di leggere diventa una specie di orticaria, da placare solo libro in mano; poi ho assistito a una presentazione di Donato Carrisi e ho dovuto ricredermi. Perchè ho iniziato subito a divorare il suo ultimo romanzo L’ipotesi del male , leggemondelo tutto, tra l’altro, sull’iPhone. Cosa non esattamente auspicabile per il benessere degli occhi. Ma appunto, quella specie di orticaria letteraria mi ha còlto in pieno e come se non bastasse, anche il fato ci ha messo lo zampino; così, meno di una settimana dopo, mi ritrovo vis a vis con l’autore per intervistarlo. E’ la fortuna di beccarlo di passaggio a Milano forse, o forse niente di trascendentale considerando la disponibilità di Carrisi (pugliese di Martina Franca, ma di casa a Roma) a incontrare i suoi intervistatori; nonostante tabelle di marcia fittissime, trova il tempo per una chiacchierata con me, e quando me lo trovo davanti oltre allo stupore, mi sento come sotto una lente d’ingrandimento. E’ davvero gentile e mi fa sentire subito a mio agio, ma lo sguardo acuto è quello tipico di un’osservatore raffinato; per istinto so che coglierà al volo i codici del mio linguaggio corporeo, così come le inflessioni del tono della voce; per capirlo meglio vorrei fare altrettanto, ma mi perdo presto nel fitto della conversazione. Ed ecco a voi l’intervista che ne è venuta fuori: D – La prima cosa che ho notato di L’Ipotesi del Male è che i nomi sono sempre stranieri e i luoghi sono non luoghi, viene in mente la questione della perdita di identità che sta succedendo a molti in questo …

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Al padiglione del Cile, paese ospite al Salone del Libro 2013, Roberto Bolano e Pablo Neruda

Al Salone Internazionale del Libro di Torino il paese ospite per il 2013 è il Chile; tra i grandi scrittori contemporanei e le memorabilia, il ricordo di Roberto Bolano e un hommage a Pablo Neruda. L’edizione del 2013 del Salone del Libro al Lingotto Fiere di Torino ha come paese ospite il Chile, il suo spazio occupa una buona porzione del padiglione 3 e lo riconosci per le foto dei suoi grandi autori contemporanei illuminate a giorno e poste bene in alto, a dominare la scena poco distante dall’area riservata al viavai di cronisti e personaggi dello spazio Rai. E’ questo un angolo discreto, con le sue foto in bianco e nero e i volumi che per qualche motivo -siano essi originali o di edizione italiana- hanno sempre una squisita grafica di copertina. Mi avvicino innanzitutto perchè colpita dalla mostra di fotografie d’epoca dedicata ad Alberto Maria De Agostini, il padre salesiano che fu un pioniere dell’esplorazione in Patagonia. Poi mi soffermo a sbirciare i libri in esposizione, divisi per categorie; ci sono quelli …

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Book to the Future, Leggere e parlare di libri al tempo dei social network

Nello spazio Book to the Future del Salone Internazionale del Libro di Torino, si è svolto il convegno Il book ci mette la face, una tavola rotonda sul parlare dei libri al tempo dei social. Tra le conferenze in programma allo spazio Book to the Future del Salone del Libro di Torino, una delle più gettonate (come molti altri l’ho seguita seduta sulla moquette fuxia) è stata quella dal titolo Il book ci mette la face – Leggere e parlare di libri al tempo dei social network . La conversazione (che ha coinvolto Marco Ghezzi di Book Republic, lo scrittore Matteo Marchesini, Giulia Mozzato di WUZ e Barbara Sgarzi di Zazie) è partita dall’interazione di scrittori e lettori sui social network e si è subito spostata sulla questione delle recensioni onlin e . Un punto dolente per molti autori, democraticamente colpiti nell’amor proprio senza differenze di casta: più famoso, meno famoso, esordiente, vecchia gloria, nessuno è risparmiato dalla ferita narcisistica. O almeno, capita che soccombere allo scoramento sia un’esperienza diffusa; poi c’è chi reagisce pubblicamente e chi invece fa spallucce ma poi è un fatto tangibile che la prassi del feedback immediato, muti l’atteggiamento di chi scrive. Grazie ai social, si crea una percezione nuova, veloce e resa tagliente dal fatto che la rete offre strumenti semplici e a costo zero per esprimersi; in un mondo virtuale dove è molto più frequente la critica piuttosto della lusinga. Come mai? Da quel che ho capito, è meglio non star lì a chiederselo troppo; dice uno dei relatori che in fondo “ se non ti piace la recensione

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Book to the Future, Leggere e parlare di libri al tempo dei social network

Intervista a Francesco Oggiano, nei meandri di Beppe Grillo Parlante

Nove domande a Francesco Oggiano, autore di Beppe Grillo parlante . Ci siamo concentrati sulla base del libro per fare la radiografia a quello che dice, senza dimenticare ciò che lascia intendere. E per spingerci negli interstizi di una narrazione ricca proprio perché alternante, continuamente sospesa tra un velo di ammirazione per alcune idee fondamentalmente utili e condivisibili, ma allo stesso tempo fortemente critica, e in quanto tale lontana da ogni sospetto di manierismo, abbiamo deciso di fare qualche domanda al suo autore, punzecchiando ulteriormente alcuni nuclei caldi e pruriginosi, come l’influenza dell’ombroso Casaleggio, alcune prossimità ideologiche con il partito pirata e l’interessante struttura mobile stile Meetup. Come ci si avvicina ai meccanismi del M5S? Credo che il modo migliore sia con umiltà. Il M5S è l’esperimento politico più rivoluzionario degli ultimi anni a livello mondiale, con le sue logiche e i suoi codici. Il modo migliore per capirlo, ed eventualmente criticarlo, è avvicinandocisi in punta di piedi. Qual’è l’importanza dei social nella coesione interna? I social (Facebook e i Meetup, meno Twitter) amplificano la comunicazione e le interazioni tra gli attivisti. Credo che siano stati e siano un volano comunicativo che ha permesso al Movimento di “conoscersi” e svilupparsi così in fretta, dal 2005 a oggi. Ma in quanto tali, amplificano anche le interazioni negative. Moltissime diatribe locali, penso a quella bolognese, che hanno poi portato a espulsioni eccellenti, sono iniziate…

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