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Le Città Invisibili di Calvino prendono vita con Colleen Corradi Brannigan

Un viaggio letterario ed artistico alla scoperta delle misteriose città invisibili descritte da Calvino e illustrate da Colleen Corradi Brannigan. La cornice narrativa “Le città invisibili” sono, a mio modesto parere, uno dei più enigmatici testi della letteratura italiana del ‘900. Costruita a mo’ di pellegrinaggio immaginario, la scoperta progressiva di questi agglomerati si riconduce a Marco Polo , intento a rapportare le osservazioni dei suoi viaggi ad un Kubilai Khan stupito ed incantato di riscoprire, attraverso i racconti dell’esploratore italiano, angoli di un impero talmente vasto da rasentare l’inverosimile. Un mondo di che prende forma nelle parole di un Italo Calvino capace di costruire spessori tangibili e sensazioni impensate, restituendo attraverso la finzione del rapporto al suo illustre committente, suggestioni fisiche sperimentabili dal lettore a fior di pelle. Non solo semplici descrizioni geografiche dunque, ma autentiche mappe essenziali delle città, capaci di instillare una più profonda conoscenza dell’impero attraverso particolari capaci di trasmetterne l’essenza, per raggiungere un significato universale. L’introduzione di Calvino Si tratta del testo in…

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Giulio Andreotti, politico e prolifico autore di libri, è morto

A novantaquattro anni è morto Giulio Andreotti , personaggio cruciale della storia politica italiana. Anzi, sarebbe meglio dire della storia italiana sic et simpliciter. Giulio Andreotti non ha segnato, infatti, solo la storia politica italiana, ma anche quella culturale con i suoi molti libri. Di lui disse Oriana Fallaci: L’intelligenza, perbacco se ne aveva. Al punto di potersi permettere il lusso di non esibirla. A ogni domanda sgusciava via come un pesce, si arrotolava in mille giravolte, spirali, quindi tornava per offrirti un discorso modesto e pieno di concretezza. Il suo humor era sottile, perfido come bucature di spillo. Lì per lì non le sentivi le bucature ma dopo zampillavano sangue e ti facevano male. Non aveva una grande simpatia per i romanzi, come confessò in un’intervista a Edmondo Aroldi: In quanto ai romanzi – se vogliamo trascurare una divertente parentesi giovanile per Wodehouse, ma che disillusione rileggerlo ora… – non ho avuto né ho particolari preferenze. Apprezzava, invece, Fogazzaro e Pascal: Tra gli autori di ieri, a Fogazzaro va la mia convinta simpatia. Ma resta per me insuperata l’attrattiva verso la stupenda costruzione logica delle pagine di Biagio Pascal. I suoi libri Sempre nell’intervista con Aroldi, il Divo …

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Anna Maria Ortese stringe e racconta il Monaciello e un fantasma di Napoli

Due racconti al limite del fantastico, modellati da una delle più grandi penne del secolo scorso. Chi ha vissuto, anche solo per un attimo, la bellezza struggente del golfo che spunta languido nelle discese di Chiaia, negli squarci di Santa Lucia e nella luce accecante degli inserti decadenti al limitare di Piazza Plebiscito, può immaginare con quale dolce mestizia mi sia avvicinata nuovamente alla lettura dell’Ortese. Una riscoperta inizialmente non voluta, comparsa dinanzi ai miei occhi durante una ricerca destinata a ben altri lidi letterari, nella sezione di narrativa italiana della biblioteca Saint-Eloi, situata nel XII° arrondissement della città di Parigi. C’è un sapore dolce-amaro e singolare, nel riabbracciare quelli che furono i pilastri dell’educazione napoletana, un misto di amorevoli storielle e grandi classici della letteratura, costruito a suon di innumerevoli pomeriggi di lettura, immersi nella salda frescura del marmo del suolo delle grandi case affacciate sul golfo, nel piacevole abbraccio delle grandi mura della Biblioteca Nazionale e delle sale sotterranee dell’Università Federico II° di Napoli, come anche nei vecchi tram, sulle panchine decrepite e fiorite di muschio marino e nei treni sgangherati perennemente in ritardo, in un tempo guadagnato che solo in certi momenti riesco davvero ad apprezzare in tutto il suo portato. Come adesso, quando in un vagone di metropolitana così lontano, nel quale i sapori prepotenti del sud ritornano a farsi strada nella memoria, portando…

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Un’educazione parigina, vis-à-vis con il terzo io di Saporito

Spunta un terzo io ne “L’Educazione parigina” di Roberto Saporito , e noi abbiamo deciso di andargli incontro muso a muso o vis-à-vis che dir si voglia. Eccoci ancora a Parigi, per inoltrarci nel nuovo io narrante delle avventure schizofreniche di Saporito, che ha aggiunto ai suoi volti un terzo personaggio, congruente con l’arrivo di un uomo il cui nome ricorda un metallo pesante da maniglia. Li ritroviamo entrambi immersi in una poltrona di velluto logoro, e nell’atmosfera altrettanto morbida e costruita ad arte del Marais , tra librerie italiane che ci sono ormai note, come la famosa “Tour de Babel” e belle donne engagées . Un mix talmente ben congeniato da riuscire a sembrare persino naturale ed incarnare tutte quelle promesse di nonchalance ed ispirazione che la capitale francese è solita portare con sé. Una città che vive nei caffé, tra bevande scure e bollenti, conversazioni che sono sempre in bilico tra l’intellettuale e il mistico e…

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