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La scrittura social al Salone di Torino con il concorso La mia Svizzera

Un concorso di scrittura “tutto social”: è questa la gara per i migliori corti letterari ideato e curato da Svizzera Turismo, in collaborazione con Hoepli, Swiss International Airlines e Montblanc. Del resto letterati, cantanti, scienziati, musicisti hanno trovato in Svizzera forte ispirazione per le proprie creazioni artistiche. Qualche nome? Georges Simenon, Mark Twain, Hugo Pratt, Freddy Mercury, Arturo Toscanini. Di Svizzera, ma soprattutto di scrittura social, si è appena parlato al Salone del Libro di Torino , nell’incontro dal titolo La mia Svizzera. Concorso a colpi di scrittura su piattaforma social . Essendo squisitamente social, il concorso si svolge via Facebook: loggandosi con il proprio account, si potranno inviare sul sito La mia Svizzera dei pensieri sulla Svizzera in 125 caratteri. Naturalmente c’è anche un hashtag dedicato: #lamiasvizzera I trenta pensieri più votati sul sito saranno valutati da una giuria che ne premierà dieci. Il vincitore assoluto del contest si aggiudicherà un viaggio in Svizzera del valore di 4000 euro; altri premi sono una MontBlanc, dei voli, buoni omaggio. È prevista anche un’estrazione a sorte tra quanti hanno partecipato ed espresso almeno dieci voti. All’incontro hanno partecipato Armando Troncana, Matteo Hoepli e Miriam Bertoli. Moderatore è stato Davide Giansoldati, esperto di comunicazione (e autore, tra l’altro del libro Ho Ho Ha Ha Ha. Vivere meglio con lo Yoga della Risata e del manuale Scrivilo! Dal Foglio Bianco al racconto in uscita a settembre 2013). Gli abbiamo rivolto quattro domande sul mondo della scrittura social e sulla lettura di testi digitali. Il concorso La mia Svizzera richiede la stesura di testi brevi, di appena 125 caratteri: a tuo modo di vedere, quali sono gli elementi vincenti di un testo breve, anzi brevissimo? Julio Cortazar ha detto: “…

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La rinuncia, instant book sulle dimissioni di Benedetto XVI

Benedetto XVI, La rinuncia è il titolo dell’instant book pubblicato da La Stampa / 40K che cerca di fare una prima sintesi delle dimissioni di papa Benedetto XVI. Il sottotitolo del libro, disponibile solo in eBook, è: “ La cronaca dei giorni che hanno cambiato la storia della Chiesa raccontata dalla Stampa e Vatican Insider ”. Scrive Mario Calabresi, direttore de La Stampa , nella prefazione: C’è in Ratzinger, l’uomo che oggi tutti paragonano nel suo passo indietro al Wojtyla del calvario coraggioso, della croce portata fino alla fine, anche la consapevolezza dei danni che può seminare la mancanza di energie. Benedetto XVI sa che il prezzo del calvario del suo predecessore fu anche un’assenza di governo della Chiesa, lo sa perché ne ha ereditato tutti i problemi irrisolti, insieme alle lotte intestine. Li ha affrontati con coraggio, a partire dalla pedofilia, ma forse anche questa consapevolezza lo ha spinto a ricordarci che ci vuole forza per governare, lo ha indotto a fare un passo indietro, ora, per non lasciare un altro percorso in salita al suo successore. È forse questo il gesto più rivoluzionario che ha fatto. L’eBook è organizzato in otto capitoli, preceduti dalla declaratio di papa Benedetto XVI, in latino e italiano, ovvero dell’annuncio delle …

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L’estate del diavolo, di Luigi Milani

Delirium edizioni manda in libreria, in formato eBook, il nuovo libro di Luigi Milani dal titolo L’estate del diavolo . Si sa, lo dicevano gli antichi!, che l’estate è il periodo più fecondo per cadere in tentazione: tutti quegli abiti discinti, quel desiderio di fare qualcosa di diverso… Ma mica solo l’estate! Anche le altre stagioni hanno sempre un motivo per cadere nelle grinfie del demonio! E chissà se è un caso che Luigi Milani licenzi questo eBook dopo averne firmato un altro dal titolo Seasons . L’estate del diavolo è una raccolta di dieci racconti che si muovono in tempi e spazi diversi e tutti hanno in comune una presenza demoniaca, …

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La jeep del colonnello, di Daniel Pearlman

L’automobile è, spesso, uno status symbol che, nelle intenzioni di chi la acquista, intende trasmettere quello che si è nel profondo. Ma la macchina può essere anche una metafora: lo vediamo spesso negli spot di questa o quell’auto che inneggiano alla libertà, alla seduzione, alla forza e via dicendo. È su questi due aspetti che Daniel Pearlman intesse la storia de La jeep del colonnello . La narrazione è ambientata durante la Seconda Guerra Mondiale: a bordo di una jeep americana il figlio di un generale tedesco è in fin di vita e il suo colonnello, Knett, vuol fare di tutto per salvarlo (anche perché l’ha promesso al generale…). Le condizioni sono disperate e si sa, nella disperazione, si prendono delle decisioni che in altre occasioni non si prenderebbero. Nel caso specifico la comitiva tedesca decide di fermarsi presso un villaggio abitato solo da ebrei e di chiedere a loro, in particolare al loro rabbino, di curare il moribondo. Ci…

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