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Chicken Little, di Cory Doctorow

Una storia ambientata nel futuro che però ammicca molto al presente. Cory Doctorow – “uno degli autori di fantascienza più brillanti, famosi e premiati di sempre” – in Chicken Little (pubblicato in eBook da 40k ) narra di un mondo in cui le persone ricche potranno vivere per sempre grazie a una serie di congegni e strutture. O almeno, pensano di poter vivere per sempre, dal momento che quella che conducono è una situazione alquanto surreale. L’umanità, in Chicken Little , è arrivata a un punto in cui tutto è stato inventato e quindi non resta altro che rielaborare quanto c’è già o c’è già stato: lo sappiamo bene, infatti, che l’animo umano è sempre alla ricerca del nuovo: In un mondo in cui tutto si poteva creare quasi gratis, niente aveva valore. Non c’era più bisogno di scoprire niente: bastava combinare, inventare. Dopodiché, premevi il pulsante di stampa e riproducevi il tutto con il tuo desktop fab portatile, oppure con le macchine della copisteria di quartiere nel caso di articoli più ingombranti; se proprio ti serviva replicare qualcosa di superiore alle capacità di una stampante, non mancavano certo gli intermediari in grado di reclutare nottetempo una squadra di operai in qualche nazione lontana e la mattina dopo trovavi la consegna ad aspettarti sulla scrivania dell’ufficio, in un pacco Fed-Ex sigillato. Per raccontare il futuro Doctorow usa espedienti del passato e, soprattutto, di elementi molto fisici: nel racconto c’è una importante presenza dell’aspetto sensoriale con vari riferimenti alla bontà del cibo, la vita “del passato” – che è il presente di noi che leggiamo – funge da base ed è proprio un’esperienza comune dei nostri tempi (i cartoni animati…!) che forniranno la chiave di svolta per una situazione che è sempre più complicata. Al termine della lettura di …

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Chicken Little, di Cory Doctorow

Gli ex libris: passione per la lettura e per l’arte

Gli ex libris (dal latino, traducibile con d ai libri di… ) sono un vero e proprio must per molti: un talloncino di carta (o un timbro) da applicare sulla prima pagina di un libro per indicare chi è il proprietario. Spesso sono delle vere e proprie opere d’arte tanto da far nascere tutto un filone di collezionisti. Oltre alla scritta ex libris e al nome del proprietario c’è un’immagine che può essere un semplice ghirigoro o un disegno molto dettagliato. Gli ex libris son antichissimi e si trovano sui codici scritti da abili amanuensi come anche negli incunaboli. Il loro momento d’oro è stato il Seicento e il Settecento, ma, in realtà, non hanno mai perso il proprio fascino. Oggi li si usa anche negli eBook , come Social DRM per indicare i dati essenziali dell’acquirente del libro digitale. A me piacciono, ma sui libri degli altri: sui miei non metto mai nemmeno il mio nome A voi piacciono? Avete un vostro sigillo speciale? Foto | 324PS版畫工作房 – 50 Watts – cori kindred – halighalie – justgrimes – ragesoss – Thomas Shahan 3 – xcaballe Gli ex libris: passione per la lettura e per l’arte

Piaceri vicari, di Jacob Appel

Cioccolatini, torte, film, libri, pettegolezzi, palestra, musica: molti possono essere i modi per sublimare le delusioni, molti sono gli stratagemmi che, in maniera conscia o meno, mettiamo in pratica per difenderci. È un po’ questo il meccanismo che, in maniera del tutto inaspettata, descrive Jacob Appel nel suo racconto Piaceri vicari disponibile in eBook per i tipi di 40k . Jacob Appel racconta di una adolescente, Vicky, innamorata di Jeff, fratello della bimba a cui lei fa da babysitter. Vive in questo suo sogno, attende il momento in cui prendersi cura della piccola per poter vedere Jeff. Fino a una fatidica sera in cui rimane sola a

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Piaceri vicari, di Jacob Appel

L’ultimo sogno, di Daniel Pearlman

I sogni costituiscono uno degli aspetti più intimi di ognuno di noi: che siano sogni belli o brutti, incubi o veri momenti rilassanti sognare è un qualcosa che riguarda noi e solo noi. Una realtà alla Inception , per capirci, può essere affascinante ma anche terribile perché priva le persone di quello che hanno di più intimo: sognare, appunto. E se un domani i sogni fossero controllati da qualcuno? O, meglio, se ci si affidasse a qualcuno per sognare? Come cambierebbero le nostre vite? È questo il futuro che immagina Daniel Pearlman nel suo romanzo breve L’ultimo sogno edito da 40k . Tramite una serie di connessioni che passano attraverso i cuscini (e previa sottoscrizione di un abbonamento) Yosif Iones, l’Incantastorie, trasmette i sogni ai propri clienti, riuscendo a intrecciare le trame proprio a partire dalle esigenze di ognuno. Ma, a un certo punto, qualcosa inizia ad andare storto e più che di sogni si tratta di incubi. A dire il vero secondo qualcuno è tutta una strategia dell’Incantastorie che mira a fare un exploit memorabile. Ma resta il fatto che, ogni notte, chi sogna tramite Yosif Iones vive incubi sempre più angoscianti. Fino a quando, con uno stratagemma, si riesce a capire cosa stia veramente accadendo. E sarà la fine, se non per tutti, di certo per i sogni di qualcuno. Pearlman mette in piedi un mondo in cui le libertà più assolute – come quella sessuale, per esempio, slegata completamente dall’affetto, perché quello è un’altra cosa e così, anche in seno alle famiglie, ci si organizza per fare sesso con X e Y in maniera più tranquilla possibile – cozzano con l’incapacità delle persone a lasciarsi andare. Ed è sintomatico che la libertà di essere se stessi viene dipinta come una donna vecchia, che vive seguendo le proprie passioni (cura una colonia felina) che le lasciano addosso un odore che per gli altri è disgusto. È proprio il mondo dell’odore uno degli aspetti più caratteristici di questo romanzo breve: come…

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L’ultimo sogno, di Daniel Pearlman