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Poesie estive: Le notti nuvolose di luglio sono scure, di Tagore

Capita di chiedersi il perché di alcune situazioni: perché quella persona mi ha sorriso? Perché nessuno sembra capirmi? Perché non riesco a capire quella determinata cosa? Domande lecite, che si pongono anche i poeti. Tagore , per esempio, si domanda come mai un giovane vagabondo si sia recato da lui e come mai, in una situazione apparente di povertà e disadattamento, il vagabondo continui a cantare le sue canzoni con nuove melodie. Perché il giovane vagabondo allo spuntare del giorno ha scelto di venire alla mia porta? Ogni volta che entro o esco gli passo accanto, i miei occhi sono presi dal suo visto. Non so se devo parlargli o tacere. Perché ha scelto di venire alla mia porta? Le notti nuvolose di luglio sono scure, il cielo d’autunno è azzurro pallido, i giorni primaverili sono turbati dal vento del sud. Egli canta le sue canzoni con nuove melodie, ogni volta. Tralascio di lavorare e i miei occhi s’annebbiano di lacrime. Perché ha scelto di venire alla mia porta? Foto | Flickr Poesie estive: Le notti nuvolose

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Chicken Little, di Cory Doctorow

Una storia ambientata nel futuro che però ammicca molto al presente. Cory Doctorow – “uno degli autori di fantascienza più brillanti, famosi e premiati di sempre” – in Chicken Little (pubblicato in eBook da 40k ) narra di un mondo in cui le persone ricche potranno vivere per sempre grazie a una serie di congegni e strutture. O almeno, pensano di poter vivere per sempre, dal momento che quella che conducono è una situazione alquanto surreale. L’umanità, in Chicken Little , è arrivata a un punto in cui tutto è stato inventato e quindi non resta altro che rielaborare quanto c’è già o c’è già stato: lo sappiamo bene, infatti, che l’animo umano è sempre alla ricerca del nuovo: In un mondo in cui tutto si poteva creare quasi gratis, niente aveva valore. Non c’era più bisogno di scoprire niente: bastava combinare, inventare. Dopodiché, premevi il pulsante di stampa e riproducevi il tutto con il tuo desktop fab portatile, oppure con le macchine della copisteria di quartiere nel caso di articoli più ingombranti; se proprio ti serviva replicare qualcosa di superiore alle capacità di una stampante, non mancavano certo gli intermediari in grado di reclutare nottetempo una squadra di operai in qualche nazione lontana e la mattina dopo trovavi la consegna ad aspettarti sulla scrivania dell’ufficio, in un pacco Fed-Ex sigillato. Per raccontare il futuro Doctorow usa espedienti del passato e, soprattutto, di elementi molto fisici: nel racconto c’è una importante presenza dell’aspetto sensoriale con vari riferimenti alla bontà del cibo, la vita “del passato” – che è il presente di noi che leggiamo – funge da base ed è proprio un’esperienza comune dei nostri tempi (i cartoni animati…!) che forniranno la chiave di svolta per una situazione che è sempre più complicata. Al termine della lettura di …

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Il futuro dei libri è nella "lettura sociale"

A quanto pare “il futuro dei libri è nella lettura condivisa”, e le cosa non ci stupisce troppo visto l’interesse che gira intorno ai social network e alla loro “estrema manegevolezza”. Si tratta infatti (a volerne scoprire il “lato libresco” a tutti i conti) di vere e proprie “librerie delocalizzate” che permettono la rapida creazione di comunità culturali. Gruppi di persone che condividono la propria passione, si informano sui loro tomi preferiti, si scambiano dati, organizzano eventi e creano persino esperienze di racconti “a più mani”, digitali naturalmente, per non parlare delle fortuna delle tablettes che facilitano ulteriormente l’esperienza di lettura digitale e del proliferare di e-book. Questa teoria, di per sé né nuova, né tanto meno inaspettata, è però sostanziata da dati concreti che fotografano una situazione ben più mutevole e concreta di quanto possa apparire. E’ la stessa Claire Amitstead , coordinatrice del canale Twitter dedicato ai libri dell’autorevole The Guardian , a “dare i numeri” che aiutano a cogliere meglio

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La scatola cinese di Michelangelo Cammarata

E se in una calda mattinata siciliana, invece di ritrovarvi, come di consueto, nella vostra Palermo, scopriste che qualcosa di inspiegabile è accaduto alla città, qualcosa di talmente impensabile da far quasi credere che il tessuto urbano si sia “cucito” con quello di Vienna, come accade per la fodera di un vestito? Se, uscendo sotto un cielo di pioggia per controllare l’accaduto, scopriste che una specie di sovrapposizione spaziotemporale ha letteralmente “incastrato i due poli” in questione facendone un solo ibrido bizzarro? Se foste al centro di una situazione del genere

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La scatola cinese di Michelangelo Cammarata