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Che senso ha scrivere? Ricordando Pier Paolo Pasolini nell’anniversario dell’uccisione

Pier Paolo Pasolini veniva brutalmente ucciso il 2 novembre di trentasei anni fa . Della sua morte ebbe a dire Alberto Moravia : “La sua fine è stata al tempo stesso simile alla sua opera e dissimile da lui. Simile perché egli ne aveva già descritto, nella sua opera, le modalità squallide e atroci, dissimile perché egli non era uno dei suoi personaggi, bensì una figura centrale della nostra cultura, un poeta che aveva segnato un’epoca, un regista geniale, un saggista inesauribile”. Di questa figura centrale della nostra cultura riportiamo uno spezzone di un’intervista in cui gli viene chiesto quale sia il senso dello scrivere. La risposta di Pasolini è interessante: non ha nessun senso scrivere, lo si fa per una forza d’inerzia. E lo scopo dello scrittore è altalenante tra l’essere un non senso e l’essere un cittadino che ha degli impegni che lo portano a scrivere. In un certo senso, lo scrivere è un impegno di civiltà, una testimonianza dell’essere consapevolmente nel mondo. Ma è, al contempo, un non senso. Che senso ha scrivere? Ricordando Pier Paolo Pasolini nell’anniversario dell’uccisione

Barbara di Jacques Prévert secondo Lucio Curatozzolo

Sottili le sillabe che si incatenano come amorose reliquie di un dolore antico e rinnovato, di una commozione che solo la bellezza e il suo improvviso svanire a causa della più crudele delle ingiustizie, sonore e mute come solo le parole di Jacques Prévert , quando ascoltavo rapita come Barbara , una lingua che non era mia, ma che in fondo lo era per una scelta del caso, per un amore del suono. […] Ricordati quel giorno ad ogni costo, non lo dimenticare. Un uomo si era rifugiato sotto un portico e ha gridato il tuo nome: -Barbara!- E sei corsa incontro a lui sotto la pioggia, grondante, rapita, rasserenata, e ti sei gettata tra le sue braccia Ricordati questo Barbara. […] Ho ascoltato con ogni singola estensione del mio corpo, ripercorso nelle sere d’autunno, i rivoli freschi di pioggia che colavano abbondanti dall’impermeabile intriso di un’acqua salvifica, mentre sapevo di non capire, istupidita dalla stanchezza della giornata, ciò che davvero stava accadendo, e quando la magia si è lentamente trasformata per lasciar posto alla preoccupazione, ho guardato svanire lentamente quella sottile linea d’ombra, che le note di Claude Debussy ritracciano evanescente. […] Piove senza sosta su Brest, come pioveva allora, ma non è più la stessa cosa e tutto è crollato e una pioggia di lutti terribili e desolata, non c’è nemmeno più la tempesta di ferro, di fuoco, d’acciaio, di sangue, soltanto di nuvole che crepano come cani. […] Via | youtube.com Barbara di Jacques Prévert secondo Lucio Curatozzolo

Irvine Welsh, autore di Trainspotting, oggi festeggia il compleanno

Irvine Welsh oggi compie 53 anni. Welsh, infatti, è nato il 27 settembre 1958 a Leith, il sobborgo di Edimburgo che ritroviamo in tutte le sue opere. Il suo primo romanzo è stato Trainspotting : il successo fu enorme e nel 1996, tre anni dopo la pubblicazione del romanzo, venne anche realizzato il film omonimo, diretto da Danny Boyle e presentato (fuori concorso) al Festival di Cannes. L’incipit del romanzo – che nasce come una serie di racconti in prima persona con vari personaggi allo sbando – è il seguente: Sick Boy era coperto di sudore; tremava tutto. Io me ne stavo lì schiaffato davanti alla tele, cercando di non dargli retta, a quel coglione. Mi buttava giù. Provai a concentrarmi sulla cassetta di Jean-Claude Van Damme. Come in tutti i film del genere, l’inizio era drammatico: era quasi obbligatorio. Poi, nel pezzo che veniva dopo c’era un grande sforzo per creare atmosfera, facendo tra l’altro entrare in scena il cattivo, e per far stare in piedi una trama proprio scacata. Comunque, Jean-Claude sembrava pronto a menare le mani da un momento all’altro. Oltre a Trainspotting (che risale al 1993), romanzo che ha consacrato Welsh come autore simbolo di un’intera generazione, altre opere di Irvine Welsh sono: La casa di John il sordo (1994) Tolleranza zero (1995), Il Lercio (1995), Colla (2001), Porno (2002 – sequel di Trainspotting ), I segreti erotici dei grandi chef (2006), Una testa mozzata (2007), Crime (2008), Tutta colpa dell’acido (2010), Serpenti a sonagli (2011). In italiano Irvine Welsh è pubblicato da Guanda, Tea, Longanesi e Sellerio. Sempre in italiano, poi, abbiamo la postfazione al libro L’alieno Mourinho. Chi sa solo di calcio non

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Trasmissioni dedicate ai libri. Al via Cultbook su Rai Tre

Mi piace molto segnalare l’idea dietro CultBook, trasmissione di Rai Educational in onda su Rai3 (ogni giovedi alle 00.40) che vuole far rivivere i libri di cui parla servendosi di un mix multimediale di musica, immagini di repertorio tratti da Teche Rai, e accostando fra loro titoli e personaggi in corti circuiti culturali originali. Al bando classifiche letterarie o segnalazione dei soliti best seller (scritti dai soliti noti), il programma già nel titolo trasmette l’idea che il libro, lungi da essere creatura immobile nei secoli, può diventare un “cult” come una canzone passata alla storia o un bel film. Le

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