Monthly Archives: Agosto 2013

#TifiamoAsteroide. Wu Ming "mandanti morali" di una dissacrante e liberatoria gufata politico-letteraria

I Wu Ming sono mandanti morali (ma anche materiali) della raccolta di racconti dell’estate 2013, Tifiamo asteroide , diffusa come un virus di nicchia dal blog Giap . A qualcuno potrà sembrare che la definizione dell’estate 2013 sia troppo pretenziosa, (ad altri sembrerà troppo marketing ), immotivata, frettolosa. Ma se seguite il ragionamento di questa proto-recensione, forse non la penserete così. La genesi della raccolta è di quelle lampo: l’iniziativa è stata lanciata con un appello per partecipare al progetto con un racconto di fantascienza (il tutto deriva da un’idea di Alberto Biraghi, come spiegavamo ieri ), pubblicato il 6 giugno 2013. Compagn*, scatta il contest: scrivete racconti di fantascienza dove un grande meteorite colpisce il governo Letta, e facciamo il free ebook! — Wu Ming Foundation (@Wu_Ming_Foundt) June 6, 2013 Tifiamo Asteroide è uscito il 10 agosto 2013, 64 giorni in tutto per incastrare il…

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Le cose che fanno la domenica

Di cosa sono fatte le vostre domeniche? Immagini, profumi, emozioni, sensazioni, ricordi… Ognuno di noi ha un proprio scrigno interiore in cui conserva le cose che fanno la domenica . Corrado Govoni (1884-1965) ritrae una domenica che non c’è più, con la biancheria distesa nel prato e il sole sulle soglie. O forse esiste ancora, per chi vive lontano dalla città, o per chi passa il fine settimana di riposo nelle campagne italiane. Dove forse, a distanza di anni, le atmosfere sono le stesse di sempre. Le cose che fanno la domenica L’odore caldo del pane che si cuoce dentro il forno. Il canto del gallo nel pollaio. Il gorgheggio dei canarini alle finestre. L’urto dei secchi contro il pozzo e il cigolìo della puleggia. La biancheria distesa nel prato. Il sole sulle soglie. La tovaglia nuova nella tavola. Gli specchi nelle camere. I fiori nei bicchieri. Il girovago che fa piangere la sua armonica. Il grido dello spazzacamino. L’elemosina. La neve. Il canale gelato. Il suono delle campane. Le donne vestite di nero. Le comunicanti. Il suono bianco e nero del pianoforte. Le suore bianche bendate come ferite. I preti neri. I ricoverati grigi. L’azzurro del cielo sereno. Le passeggiate degli amanti. Le passeggiate dei malati. Lo stormire degli alberi. I gatti bianchi contro i vetri. Il prillare delle rosse ventarole. Lo sbattere delle finestre e delle porte. Le bucce d’oro degli aranci sul selciato. I bambini che giuocano nei viali al cerchio. Le fontane aperte nei giardini. Gli aquiloni librati sulle case. I soldati che fanno la manovra azzurra. I cavalli che scalpitano sulle pietre. Le fanciulle che vendono le viole. Il pavone che apre la ruota sopra la scalèa rossa. Le colombe che tubano sul tetto. I mandorli fioriti nel

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Di cosa sono fatte le vostre domeniche? Immagini, profumi, emozioni, sensazioni, ricordi… Ognuno di noi ha un proprio scrigno interiore in cui conserva le cose che fanno la domenica . Corrado Govoni (1884-1965) ritrae una domenica che non c’è più, con la biancheria distesa nel prato e il sole sulle soglie. O forse esiste ancora, per chi vive lontano dalla città, o per chi passa il fine settimana di riposo nelle campagne italiane. Dove forse, a distanza di anni, le atmosfere sono le stesse di sempre. Le cose che fanno la domenica L’odore caldo del pane che si cuoce dentro il forno. Il canto del gallo nel pollaio. Il gorgheggio dei canarini alle finestre. L’urto dei secchi contro il pozzo e il cigolìo della puleggia. La biancheria distesa nel prato. Il sole sulle soglie. La tovaglia nuova nella tavola. Gli specchi nelle camere. I fiori nei bicchieri. Il girovago che fa piangere la sua armonica. Il grido dello spazzacamino. L’elemosina. La neve. Il canale gelato. Il suono delle campane. Le donne vestite di nero. Le comunicanti. Il suono bianco e nero del pianoforte. Le suore bianche bendate come ferite. I preti

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Il X agosto, San Lorenzo con Pascoli

Stelle cadenti e ricordi scolastici con i noti versi di Pascoli. San Lorenzo, io lo so perché tanto di stelle per l’aria tranquilla arde e cade, perché si gran pianto nel concavo cielo sfavilla… Un momento, una data, una ricorrenza. Dopo il suggerimento esotico di stamani eccoci pronti a ritrovare una grande gloria italiana, Giovanni Pascoli riecheggia nei quaderni delle scuole elementari, quando le poesie ancora si imparavano a memoria e si declamavano a voce alta dinanzi ai compagni, per ordine di una maestra (i maestri si son fatti sempre più rari nella seconda metà del secolo scorso), e ritrovarlo oggi, quando i primi anni di scuola sono un vago e tenero ricordo, è un omaggio a generazioni e generazioni di studenti, che quegli stessi versi li hanno accarezzati con altre voci. E mentre lo sconforto e il dolore insito in tali parole ripercorrono nei due drammi paralleli della morte della rondine e di quella del padre dello stesso poeta, la descrizione in rima ritrova la splendida volta stellata inondata di scie. Quello spettacolo di San Lorenzo che rivive ogni anno intorno al 10 agosto e riassume le forme di quella croce che allo stesso tempo rappresenta la decina e nella sua rappresentazione romana anche il richiamo al simbolo cristiano del sacrificio, giustificherebbe il gran pianto astrale. Doglio per colui che ritornava portando due bambole in dono alle sue figlie e anche per la rondine che invece nel becco aveva un vermiciattolo per nutrire I suoi piccoli, vittime di un fato cieco, impietoso e ignaro: …E tu, Cielo, dall’alto dei mondi sereni, infinito, immortale, oh! d’un pianto di stelle lo inondi quest’atomo opaco del Male! Via | fareletteratura.it Foto | Cristiano Gatti . Il X agosto, San Lorenzo con Pascoli