"Io sono di legno" di Giulia Carcasi

Eravamo già stati di legno anche noi, ma era tanto tempo fa . Cinque anni da quelle parole, cinque anni di altre frasi e di altre indagini nel profondo solco delle pagine. Esplorazioni che si sono fatte anima, e hanno attraversato tutte le corde personali della volontà di lettura. Tutto questo per fare ammenda di una possibile “considerazione inattuale”, ma non credo esistano scarti se non quelli mentali, ed anche un testo di qualche anno fa, che ti ricade tra le mani, ha il sapore di una nuova scoperta. Ed eccoci di nuovo sulla soglia di questo libro della Carcasi , ad accarezzare la testa sfuggente di Mia ed a bere negli occhi di Giulia la solitudine di una madre che il suo amore non lo sa dire, ma solo leggere e scrivere. Figlia di amori furtivi, di generazioni di donne legate a doppio filo eppure così distanti. La storia di un rapporto come il loro, femminile e singolare nella sua unicità, passa attraverso un fiume di inchiostro e fogli di diario profanati. Impronta scura che con i suoi segni dice i profumi delle notti di attesa, le avventure del sabato sera e i ritrovi della domenica che, non a caso, danno inizio alla narrazione. Questa storia comincia di domenica e non poteva cominciare in un altro giorno. La domenica per te è un avanzo di settimana, per me è una zingara che fruga tra scatoloni e panni usati, che cerca roba ancora buona in mezzo a quello che è stato buttato via. Credo che i migliori propositi si facciano di domenica. Credo che le guerre finiscano di domenica. Credo che Ulisse sia tornato di domenica, dopo il ballo delle onde, è tornato a casa come torni tu, dopo il ballo delle onde, ogni domenica…

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