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Le responsabilità dell’autore. Le interviste di Nazione Indiana

Se poi la domanda è: la crescente industrializzazione dell’editoria moltiplica la scrittura e la pubblicazione di libri di merda? peggiora il nostro clima culturale? rende meno gratificante e spesso infrequentabile il mondo intellettuale? La mia risposta è: tre volte sì! ( Nicola Lagioia, su Nazione Indiana ) Allora, se avete un po’ di tempo da ‘perdere’ a leggiucchiare on line, vi consiglio l’interessante serie di interviste a scrittori realizzate da Nazione indiana sul tema della ‘responsabilità civile’ dell’autore moderno. Si parla anche di altro ovviamente, di critica letteraria. “Si possono ancora definire pagine culturali trenta recensioni da mezza cartella ammucchiate in una pagina? – scrive Claudio Piersanti – L’unica proposta culturale che mi sento di fare ai giornali è questa: perché non assumete qualche ragazzo che vi corregga gli errori? Le edizioni on-line sono cimiteri grammaticali”. Oppure del discusso nodo sulle ‘responsabilità del lettore’. “Penso che la letteratura, e tra le sue componenti in particolare la poesia, dovrebbe essere sostenuta dai lettori in una forma precisa: mediante l’acquisto di libri”, sostiene ad esempio Giulio Mozzi . Ma c’è anche Michela Murgia , che pensa che “il web non abbia …

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Arundhati Roy rischia il carcere e Kuki Gallmann lotta per gli elefanti

Mi ha colpito molto la testimonianza di Kuki Gallman ( qui la videointervista ) in cui l’autrice di Sognavo l’Africa parla della sua battaglia contro l’uccisione degli elefanti africani, l’ultimo cosa in cui vuole impegnarsi per dare senso alla sua vita, vuota dopo la morte di suo figlio Emanuele. Allo stesso tempo, un’altra scrittrice, Arundhati Roy (suo il bellissimo Il dio delle piccole cose) rischia addirittura il carcere, perchè ha pubblicamente sostenuto che il Kashmir non appartiene all’India. Il reato che si configura è quello di sedizione. In questi casi la pena può arrivare anche a tramutarsi in ergastolo. Notizie che dimostrano che evidentemente ci sono scrittori che riescono a dire la loro, lontano dalla pagina scritta, con coraggio, senza timore di abbandonare torri d’avorio e di schierarsi per grandi temi ambientali. E, a volte, come nel caso di Roy, politicamente. C’è uno scrittore o una scrittrice di cui avete ammirato le prese di posizione? Io ovviamente penso a Saviano (che si dichiara comunque lontano dagli schieramenti dell’agone politico). Voi? E pensate che sia giusto che gli scrittori ‘dicano la loro’? E soprattutto, pensate che riescano in qualche modo a ‘cambiare le cose’? Arundhati Roy rischia il carcere e Kuki Gallmann lotta per gli elefanti

Memorie di un libraio, un blog fra gli scaffali

Sono stanco dei clienti. Voglio cambiare lavoro ma ho paura che l’alternativa sia peggiore di quello che lascerei. E allora scrivo per sfogarmi un po’, con la certezza che nessuno mi legge, e comunque nessuno mi conosce. Ed un’ unica certezza: sarò cattivo. Ricominciano i post di ‘Memorie di un libraio’ , un blog di un libraio ‘cattivo’ e lucidissimo nell’analizzare alcune dinamiche del mercato editoriale, ad esempio. Quindi, questo post è per chiedere al ‘libraio’: non sei l’unico a rileggere quello che scrivi, noi siamo tutti qui come avvoltoi in attesa, quindi….riapri i battenti! Mi era ad esempio molto piaciuto il contributo sui libri ‘inutili’ che affollano gli scaffali della libreria: Io mi guardo attorno e vedo centinaia di libri stampati ogni settimana da questi stessi editori, novità di cui nessuno sente la mancanza che riempiono tavoli, scaffali, magazzini e sottoscala, libri che nessuno ha voglia di schedare e che dopo un po’ qualcuno inserisce solo per poter compilare la resa. E non mi riferisco solo ai piccoli editori, il più delle volte dei velleitari idealisti che non sanno fare altro che pubblicare se stessi e loro quattro amici; no, io penso soprattutto a quelle pilette

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Memorie di un libraio, un blog fra gli scaffali

Oggi forse non ammazzo nessuno, di Randa Ghazy

Randa Ghazy è una di quelle scrittrici che ti fa venire voglia di sapere cos’altro ha scritto, se è diventata famosa o se ancora troppi pochi lettori si sono accorti di lei, e di cui ti piace immaginare la vita, soffermandoti a leggere le sue note biografiche. Una lettura che vi consiglio è questo ‘Oggi forse non ammazzo nessuno’ in cui racconta con uno stile fatto di battute pungenti e veloci, di scene dipinte come ‘istantanee’ senza una parola di troppo, la storia di una ragazza egiziana musulmana neolaureata che vive a Milano e si trova a fare i conti con la sensazione di essere ’spaccata a metà’. Lei, Jasmine, ha ‘la guerra dentro’, è divisa fra la volontà di non mancare di rispetto ai genitori facendo troppo di testa sua e la voglia di uscire la sera e avere una vita normale. Ha attacchi di rabbia che le fanno immaginare di avere una pistola nascosta alla cintura ma allo stesso tempo, se qualcuno mai glielo chiedesse, ha le idee chiare sul tipo di donna che le piacerebbe diventare. E’ sconvolta quando la sua migliore amica Amira si sposa, a 23 anni, rinunciando all’università. E si innamora del commesso (italiano, cattolico) di un negozio di cornici, mentre schifa Yusuf, cugino dello sposo di Amira, pur riconoscendo di avere qualcosa in comune con lui. Ad esempio l’idea che Milano sia come una bella signora in pelliccia, troppo fredda per decidere viverci tutta la vita. E fra le ribellioni alla madre, la ridefinizione dei ‘99 nomi’ di Allah,

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Oggi forse non ammazzo nessuno, di Randa Ghazy