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Riscatto, di J. R. Ward, settimo libro per La Confraternita del Pugnale Nero, versione Rizzoli

Riscatto , di J. R. Ward , è il settimo volume della popolare serie paranormal romance/urban fantasy per adulti La Confraternita del Pugnale Nero . Per chi segue la versione Rizzoli è giunto il momento di scoprire qualcosa in più su uno dei personaggi più singolari di tutta la serie. Revhenge , drug dealer e sympath col capello alla mohicana che, già gravato dai probelmi connessi alla sua natura e – più o meno – “schiavizzato” da un annoso ricatto sessuale, in questo volume dovrà avere a …

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Mezzanotte a Parigi, di Dan Franck

Parigi, almeno fino all’arrivo della seconda guerra mondiale, si sa, era il crogiuolo dell’arte – intesa nel senso più alto del termine. Lì si incrociavano le esperienze più autentiche che avrebbe marchiato a fuoco tutto il Novecento e oltre. Inutile fare un elenco delle personalità che in quel periodo hanno frequentato i caffè, le mostre, i salotti. Basti dire che Parigi era concretamente il sogno da raggiungere per chiunque volesse confrontarsi con il mondo artistico e volesse scommettere sul proprio. Ma il sogno si è infranto con l’invasione dei nazisti e, di fatto, ha determinato la migrazione dell’arte dall’Europa agli Usa che, da quel momento in poi, sono diventati il motore propulsore della contemporaneità. Con il fiuto del romanziere che è, Dan Franck – francese che oltre a essere scrittore è anche sceneggiatore – scrive un libro di estremo interesse: Mezzanotte a Parigi , appena edito da Garzanti. Il presupposto da cui parte Franck è tanto semplice da formulare quanto complesso da raccontare, e che in parole povere potremmo riassumere così: come se la passavano gli artisti nella Parigi occupata dai nazisti? La risposta, naturalmente, è ovvia: se la passavano male. Ma è in grado di raccontare un mondo. Alcuni riuscirono a scappare in tempo, molti dei quali naturalmente andarono in America; altri (molti) dovettero passare le pene dell’inferno per riuscire a imbarcarsi; molti altri, invece, non sopravvissero all’inferno; infine, c’erano i collaborazionisti. Questa …

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Mezzanotte a Parigi, di Dan Franck

La classifica delle biblioteche universitarie più belle del mondo

Alla base sono luoghi di studio e di concentrazione, ma in realtà diventano molto di più. Complici l’età, la voglia di scoperta, l’articolazione strutturale del sistema dell’istruzione e molto spesso anche la lontananza da casa. Il risultato è che nelle biblioteche universitarie ci si passa davvero tanto tempo. Sono spazi di socializzazione i fondo che, anche se vincolati al silenzio, offrono angoli per distendersi e per chiacchierare, tra una ricerca e l’altra, ponendosi come veri punti nevralgici degli atenei ai quali fanno riferimento. E’ per questo che i giovani autori della testata Flavorwire , hanno deciso di lanciarsi nella singolare sfida di stilare la classifica delle venticinque più belle biblioteche al mondo. Il risultato è in parte prevedibile. Grandi nomi come Yale, Cambridge, Oxford, Sorbona, ma (nonostante qualche eccezione) si pecca – come dire – “di angloamericanocentrismo”, e restiamo un po’ perplessi dalla mancanza di esempi provenienti dal Sud Africa, e Sud America per non parlare dell’Europa dell’Est, e dell’Oriente, come anche dalla scarsità degli esempi italiani, francesi e spagnoli. Appuntamento a breve con la versione italiana by booksblog. Via | flavorwire.com La classifica delle biblioteche universitarie più belle del mondo La classifica delle biblioteche universitarie più belle del mondo

Christopher Hitchens, scrittore e libero pensatore, è morto

Un tagliente polemista nella tradizione di Thomas Paine e George Orwell che prese di mira bersagli diversi come Henry Kissinger, la monarchia britannica e Madre Teresa, scrisse un best-seller contro la fede religiosa e spiazzò i suoi ex compagni di sinistra sostenendo entusiasticamente la guerra americana in Iraq. Così il New York Times ricorda Christopher Hitchens, giornalista, saggista, critico letterario e commentatore politico britannico naturalizzato statunitense, morto ieri a 62 anni, in un ospedale di Houston, in Texas. Hitchens è deceduto per una polmonite scatenata dal tumore all’esofago di cui soffriva. Lo scorso anno aveva pubblicato un libro di memorie Hitch 22 . Hitchens scriveva principalmente per Vanity Fair , l’ Atlantic e Slate , e in Italia era tradotto dal Corriere della Sera . Ateo convinto era una delle penne più pungenti degli ultimi anni: era uno dei più noti esponenti del cosiddetto new atheism che aveva ben illustrato nei suoi libri, come, per esempio La posizione della missionaria , un reportage sugli aspetti meno nobili dell’attività di madre Teresa di Calcutta (pubblicato in Italia da Minimunm Fax) e il bestseller internazionale Dio non è grande , tradotto in italiano da Einaudi. La Atheist Alliance of America lo aveva insignito del premio Libero pensatore dell’anno . Hitchens ebbe a scrivere: La fede religiosa è inestirpabile, appunto perché siamo creature ancora in evoluzione. Non si estinguerà mai, o almeno non si estinguerà finché non vinceremo la paura della morte, del buio, dell’ignoranza e degli altri […] Il livello d’intensità fluttua a seconda dei tempi e dei luoghi, ma è una verità incontestabile che la religione non si accontenta – e sul lungo periodo non può farlo – delle proprie straordinarie pretese e delle proprie sublimi certezze. Essa deve cercare di interferire con la vita dei non credenti, degli eretici o degli adepti delle altre fedi. Può parlare di beatitudine nell’altro mondo, ma vuole il potere in questo. E non c’è da aspettarsi altro. In fin dei conti è un prodotto esclusivamente umano. E non avendo fiducia…

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