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Dentro Jenna, di Mary E. Pearson. Bioetica e biotecnologie del futuro prossimo venturo. Intensamente Jenna…

Dentro Jenna , della californiana Mary E. Pearson , è il primo volume di The Jenna Fox Chronicles , una serie per adolescenti che mescola medicina del futuro, bioetica, biotecnologie, ma anche ricerca del sé e della propria identità e posizione nel mondo. Il ben congegnato e intenso romanzo ha riscosso sia un ottimo successo di pubblico , sia l’immediato interesse della 20th Century Fox che, tra non molto, dovrebbe portare sugli schermi il film tratto dal libro. Libro che – aggiungiamo – ha vinto anche il prestigioso premio americano ALA Best Books for Young Adults (e una lista impressionante di altri premi ) ed è stato acquistato da un gran numero di editori in tutto il mondo. Con un biglietto da visita di questo tipo, la curiosità, ovviamente, non può che scattare all’istante. Ammetto, infatti, di essere piuttosto interessata a leggere le cronache di questa Jenna Fox… Così come lo ero, d’altronde, di conoscere gli Hunger Games , La Ragazza di Fuoco , Unwind , ma anche Delirium , il futuro Matched , giusto per citare qualche romanzo di fantascienza soft di tipo distopico a cui, in parte , Dentro Jenna si avvicina, e i cui titoli, ormai, cominciano a essere familiari anche al pubblico italiano, giovane e, forse per la prima volta, anche femminile (e chissà che, di distopia in distopia, “qualcuno” non decida di ultimare anche l’interrotta serie Uglies di Scott Westerfeld…). Ma torniamo a The Adoration of Jenna Fox (bellissimo il titolo originale, e particolarmente significativo). Jenna Fox è una 17enne …

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Sirene, di Tricia Rayburn. E se esistessero davvero?

Sirene , di Tricia Rayburn , è il primo volume della trilogia YA Siren , una serie che mescola giallo, suspense, soprannaturale, mitologia e romance. Le vicende si ambientano, principalmente, in un paesino del Maine, Winter Harbor dove, a un certo punto, la sorella della protagonista diciassettennne Vanessa , muore annegata. La disperazione che porta la ragazza ad avvicinarsi alla sorella Justine e a ciò che era, la porta a scoprire moltissimi segreti che mai avrebbe pensato potesse nascondere. Anche segreti familiari. Quando, da Boston, decide di tornare a Winter Harbor per capire davvero cosa possa essere successo, realizza che anche Caleb, il ragazzo di Justine, è sparito subito dopo la sua morte. Ma ciò che comincia a diventare inquietante, non solo per lei, ma per tutto il paese, è l’inizio di molti incidenti mortali connessi all’acqua. Ognuno di questi porta a riva cadaveri segnati da uno strano “sorriso” sul volto. Cosa sta succedendo? Che terrificante maledizione si sta abbattendo su Winter Harbor? Per cercare di venire a capo di questo inspiegabile incubo, Vanessa si rivolge a Simon, il fratello di Caleb e, mentre la loro storia d’amore fa il suo corso, viene alla luce la verità su ciò che sta realmente sconvolgendo quella zona degli Stati Uniti. Una scoperta che – non penso di rivelare nulla d’insospettato, dato il titolo – si riallaccia direttamente all’antico mito delle sirene che, per qualche motivo, hanno cominciato il loro terribile… lavoro. Siren trilogy 1. Siren, 2010 2. Undercurrent, previsto in America, per l’estate 2011 3. terzo libro, previsto per l’estate 2012 Booktrailer La copertina italiana si rifa a quella originale americana, versione hardback. La versione paperback, cioè l’economica, qui a sinistra, però, secondo me è ancora più bella, quasi mitologica. Tricia Rayburn Sirene ( Siren ) Piemme (collana Freeway ) € 18,00 In uscita il 22 marzo Monica Cruciani alias AyeshaKru scrive di…

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La nascita del libro stampato: l’esperto professore Pettegree ci parla dei suoi studi in merito

In un’intervista sul Boston Globe , si parla della nascita del libro stampato e delle problematiche che ne scaturirono. A guidarci in questo tuffo indietro nel tempo il professore Andrew Pettegree, autore del libro “Il libro nel Rinascimento”, storia della nascita della stampa. Il primo riferimento è naturalmente Johann Gutenberg, che intorno al 1450, iniziò i primi esperimenti di stampa con caratteri mobili cimentandosi con piccoli libri come la Grammatica di Donato. Quindi, si impegnò a realizzare l’ambizioso progetto della Bibbia a 42 linee. Era il primo libro stampato con caratteri mobili e aveva 42 righe per pagina, il successo fu immenso ma tutto il progetto fu tremendamente costoso. A quel tempo la gente non aveva l’abitudine di spendere denaro per l’acquisto di libri; i pochi che giravano erano manoscritti e se qualcuno desiderava una copia di qualche testo, doveva ordinarla. E poi, per coloro che possedevano libri, quelli vergati a mano erano più interessanti, offrendo colorate miniature e decorazioni, che i primi libri stampati nella loro monotona monocromia, non potevano vantare. E allora, come per l’iPad adesso, fiorì tutta una serie di domande realtive al potenziale di questo nuovo oggetto, il libro stampato. Il professor Pettegree ha studiato attentamente la questione, e ci rivela che dal principio…

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John Brockman: Einstein secondo me

Bollati Boringhieri pubblica il volumetto Einstein secondo me , che mi ha colpito per curatore, John Brockman. Se il nome vi è sconosciuto, fate un salto su Edge.org , il forum dove da anni Brockman stimola la discussione tra le menti più acute del mondo scientifico. E’ famosa la domanda che ogni anno pone a questa élite, che risponde con una straordinaria visione collettiva dalla prospettiva di chi vede da vicino il nostro futuro. Tornando a noi, dal volume in uscita rubiamo per voi in anteprima un passaggio dell’introduzione di Brockman, gentilmente concessa dall’editore. Leggete nel seguito questo bello scorcio di vita americana. E per me? Chi è Einstein? Ricordo il momento in cui seppi della sua morte. Mi arrestai bruscamente davanti al titolo di un giornale in un’edicola nella metropolitana di Boston. Avevo quattordici anni. Fu un attimo devastante, in cui provai autentico dolore e senso di perdita. A quei tempi la mia famiglia si era già trasferita nella relativa pace e tranquillità dei quartieri residenziali, ma per i primi dieci anni di vita avevo dovuto imparare tattiche di sopravvivenza nell’«altra» Boston, a chilometri di distanza dalle eleganti barche a vela sul fiume Charles, la cupola d’oro brillante della State House su Beacon Hill, la bellezza serafica di Harvard, l’architettura audace del MIT. Crebbi a Dorchester negli anni quaranta. Era un quartiere duro, difficile, in cui, prima della Seconda guerra mondiale, padre Charles E. Coughlin, il famigerato «Radio Priest», sguinzagliava dei camioncini per le strade a diffondere le sue prediche antisemite. Quella campagna aveva contribuito a trasformare Dorchester in un terreno di battaglia tra i ragazzini irlandesi e quelli ebrei, in forte minoranza. I tre isolati che dovevamo percorrere a piedi per recarci alla William E. Endicott School su Blue Hill Avenue erano una corsa a ostacoli quotidiana. Mio fratello Philip, che aveva tre anni più di me, doveva difendersi e proteggere anche me. La sensazione di vulnerabilità era acuita…

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