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Victor Hugo: Hauteville House Guernesey, la casa dell’esilio

A Guernsey , sull’isola anglo-normanna situata nel Canale della Manica, dinanzi al golfo francese di Saint-Malo, si respira ancora l’atmosfera che avvolse lo scrittore Victor Hugo . Il vate della letteratura d’oltralpe, visse sul territorio ben quindici anni del suo esilio, causato dal colpo di stato del 2 dicembre 1851, un periodo che trascorse a Hauteville House , bella dimora fatta costruire da un corsaro inglese e acquistata dall’illustre inquilino nel 1856 grazie ai proventi delle “Contemplations” e fu testimone di anni di feconda produzione nei quali videro la luce, oltre all’opera sopracitata, anche “Les Châtiments” (1853), “La Légende des siècles” (1859), e i famosissimi “Les Misérables” (1862). L’abitazione, che fu interamente arredata con oggetti antichi inusuali e ricordi e organizzata (giardino compreso) direttamente da Hugo, è stata

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Ore 22, furto in galleria di Francesco Pellegrino

Un grande museo romano dalla storia prestigiosa, tre capolavori e un furto realizzato a “regola d’arte”, per l’avventura di un’indagine italiana. Può una nota di Walter Veltroni introdurre uno dei furti d’arte più clamorosi degli ultimi decenni? A ben leggere “Ore 22, furto in galleria” di Francesco Pellegrino , sembrerebbe proprio di sì, anche perché lo stesso testo che trascina il lettore in una girandola di supposizioni, inchieste e intercettazioni è introdotto proprio dal Ministro della Cultura di allora. Alla base di tutto i fatti, realmente accaduti, il 19 maggio 1998 , alla Galleria d’arte Moderna di Roma, teatro della sottrazione di tre noti capolavori come “L’Arlesiana” e “Il Giardiniere” di Van Gogh e “Le Cabanon de Jourdan” di Paul Cézanne . Due le squadre che si confrontano sul terreno, una banda di criminali composta da elementi estremamente differenti, molti dei quali neofiti, con le loro complesse dinamiche interne ed i continui viaggi tra Roma, Torino e la Francia e dall’altra l’insieme di coloro che sono impegnati su diversi fronti per recuperare i capolavori Nicolo D’Angelo e Roberto Conforti, spalleggiato da due tra gli uomini più esperti delle rispettive strutture d’indagine…

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Ore 22, furto in galleria di Francesco Pellegrino

Schianti e fratture del contemporaneo, nelle poesie di Davide Rondoni

E’ una formula rotta e sofferta come quella degli del “muro con in cima cocci aguzzi di bottiglia” di Montale, ma meno limata, rudemente più appuntita. Una lirica che risente della vertigine e della scossa, del limite del possibile fallimento iscritto nel suo stesso DNA di linguaggio della catastrofe, quella che emerge dalle poesie di Davide Rondoni ritrovati su Subway Letteratura , lavori il cui significato parte proprio da un titolo tremendamente descrittivo e riassuntivo alla aut-aut: “Si tira avanti solo con lo schianto” . Dietro tale bandiera da zattera della medusa, sbrindellata, macchiata ed esitante, versi slegati, scomposti, suite orfane di molte virgole e di maiuscole, animate da rari punti dal sapore definitivo e intrise di un quotidiano privo di certezze e di glorie. Un oggi che inquieta, tratteggiato con saltelli irregolari da un autore che sostiene fermamente l’urgenza della poesia e che si definisce in poche parole, ma non scarne, anzi, senza lasciarsi scappare l’occasione di una massima filosofeggiante “Cristiano cattolico anarchico penso che senza Dio e senza libertà la vita sia una noia”. Ma la chiave del suo narrare attraverso la giustapposizione appartiene solo a quelle frasi, insiemi di caratteri agli antipodi dell’armonia, abbandonate in balia dei fiotti come tutti noi, eppure mai completamente perdute. Si tira avanti solo con lo schianto il resto va in

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Il mistero della morte di Edgar Allan Poe nel film di James McTeigue

Poteva forse realizzare beffa più grande o finire in maniera più consona al suo stile di vita, il maestro del brivido americano che terminò i suoi giorni a soli quarant’anni il 7 ottobre 1849 , quando venne folgorato forse da una crisi di delirium tremens, come sostengono alcuni, dai suoi eccessi, alcolici e non solo, come credono altri, o forse dal colera o dalla rabbia, oppure ancora da una patologia cardiaca nascosta o una congestione celebrale. Fatto sta che Edgar Allan Poe, poeta, critico e narratore della tensione estrema, venne ritrovato mentre vagava in stato di confusione, sofferenza ed estrema angoscia per le strade …

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