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Il piccolo principe di Saint-Exupery un successo lungo settant’anni

E’ il secondo libro più letto e tradotto al mondo, dopo al Bibbia, si tratta del “Piccolo Principe” dell’aviatore-scrittore francese Antoine de Saint-Exupéry , un’icona per grandi e piccini che resiste al passare veloce delle stagioni e festeggia nel 2013 le sue settanta primavere. Un alieno biondo e delicato, innamorato a tal punto della sua rosa da volerla proteggere sotto una campana di vetro dalle polveri cosmiche e dalle pericolose mascelle di una pecora. Ecco il protagonista del primo libro nel quale mi sono inoltrata, alla veneranda età dei sei anni compiuti da poco, e con i piedi ben piantati su una panchina di marmo dell’isola d’Elba che i miei genitori ricordano ancora, a causa delle numerose testate che le ha inflitto la peste che ha inaugurato la loro filiazione (sempre la sottoscritta naturalmente), incurante dell’arredo urbano, peraltro piuttosto solido, del comune di Porto Azzurro. In quelle pagine scritte a New York durante la Seconda Guerra Mondiale e pubblicate, con le indimenticabili illustrazioni ad acquarello dello steso autore, prima nella Grande Mela (1943) e poi in Francia (nel 1946) per il famoso editore Gallimard ; ho scoperto il senso dell’amicizia, la complessità delle relazioni d’affetto e la costante dedizione che richiedono, espressa nel discorso sempre valido della piccola volpe selvatica, che invita quello strano bambino dai capelli color del grano a ritornare a vederla ogni giorno, affinché essa abbia il tempo di abituarsi alla sua presenza e di sentire crescere progressivamente la gioia in attesa dell’incontro a venire. Insieme all’aviatore disperso Saint-Exupery ho cercato a lungo la sola acqua che disseta davvero, quella carica dei significati della vita e allo stesso tempo immemore e piena di speranza. Ho esplorato, e insieme a me milioni di lettori grandi e piccini, pianeti lontani gestiti da sovrani assurdi e sognato di assaporare i tramonti che nel deserto assomigliano a…

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Vimini, musica e colori della vita nelle parole di Donato Cutolo con Colonna Sonora di Fausto Mesolella degli Avion Travel

La copertina purpurea del pittore Giovanni Tariello , istoriata di elementi stilizzati che la intarsiano come decori, è uno scrigno, che protegge la storia di Vimini Mart , mezza italiana e mezza francese, portatrice sana di un’esistenza meticcia riunita sotto un nome originale e fragile allo stesso tempo. Diciotto anni, una storia già complicata la sua, nonostante la giovane età, e ben oltre l’arcobaleno di suoni che sgorga dalla chitarra di Fausto Mesolella degli Avion Travel per accompagnarla sotto i cieli di San Timo, tra le braccia di nonna Cecilia che non c’è più e di Remo, presente e sfuggente, ma molto lontano dal corpo e dallo sguardo della splendida Lara, più donna che madre della fragile Vimini. Tra le verdi colline di un’estate di ritorno in Italia dopo lunghi anni trascorsi nella campagna francese insieme al padre Pierre, la protagonista ritroverà sprazzi di una felicità ferita e conoscerà brevi momenti di confidenza condivisi con Sacco, malinconico musicista dal perduto amore, e qualche brivido. Ma la stagione vola via senza grandi avvenimenti, fino ad un inaspettato epilogo che rimetterà tutto in gioco alla luce spettrale di un raro fenomeno meteorologico. Vimini osserva, schiva, ma colori e odori le entrano dentro, comprimono lentamente l’anima in più punti. Flashback. I ricordi tornano vivi, e il finestrino laterale è come una polaroid: ogni dieci secondi sputa una cartolina. Muta, la frangia copre l’occhio e l’orecchio sinistro, per dimenticare il rumore odioso del chewing gum di sua madre, volta con timidezza la pupilla destra e raccoglie gli scatti di quella che è stata la sua vita, i suoi momenti. E quella specie d’ipnosi da ricordo la riporta indietro nel tempo: Appaiono uno a uno, in fila indiana, i giardini delle case più …

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Hybrid, di Kat Zhang

Hybrid , di Kat Zhang , è il primo volume della serie distopica e soft sci-fi YA The Hybrid Chronicles e il romanzo d’esordio dell’autrice americana di origine cinese. La trilogia è ambientata in un mondo alternativo, simile al nostro, ma con alcune differenze. Qui ogni persona nasce con due anime, due coscienze, due personalità che dividono lo stesso corpo (quest’aspetto non manca di richiamare alla mente, per certi versi, il romanzo L’ospite di Stephenie Meyer, la cui trasposizione cinematografica è in arrivo in Italia a fine marzo). Entro la pubertà una delle personalità prevale e l’altra sparisce. Ogni deviazione rispetto alla norma, in America, viene considerata anormale e illegale ed è punita con l’invio dei c.d. Ibridi , instabili e pericolosi (talmente temuti che i confini sono chiusi agli stranieri) presso strutture in cui vengono studiati…

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Valter Zanardi in ricordo di Kurtz, da Cuore di Tenebra di Conrad

…sono rimasto a sognare il mio incubo fino alla fine, e a dimostrare ancora una volta la mia lealtà a Kurtz…che cosa stramba è la vita questa disposizione misteriosa di logica implacabile per un futile scopo. Il massimo che si possa sperare è di trarne una certa conoscenza di noi stessi, che giunge troppo tardi… Valter Zanardi ci consegna il monologo a proposito di Kurtz il cui sguardo era “abbastanza aperto da penetrare tutti i cuori che pulsano nella tenebra” che slega i cavalli impetuosi della sua coscienza in un susseguirsi di riflessioni e di sussulti, di pause e di amarezze, in un crescendo che si nutre del talento di Conrad e vive nella mimica di colui che ha il fortunato ardire

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