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Tv e libri, basta pregiudizi. Parola di Mariano Sabatini

Vietare ai figli le sit com con le risate registrate. Ricordare che la tv è come le noccioline. E smetterla di avere pregiudizi su Baricco, che come spiega i libri lui in tv…Parola del critico televisivo Mariano Sabatini, che, in occasione dell’uscita del suo libro, E’ la tv, bellezza! (”un libro in cui non invito a guardare più televisione, cerco di far capire come e da chi difendersi”) abbiamo sfidato a darci tre motivi per cui anche chi non ama la tv ma piuttosto ama leggere può trarre profitto dal piccolo schermo. E a spiegarci come si fa a parlare di libri, in tv. “Tre buone ragioni? L’informazione di qualità, la buona fiction, gli ottimi documentari. Detto ciò, …

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Tv e libri, basta pregiudizi. Parola di Mariano Sabatini

E’ la tv, bellezza!, di Mariano Sabatini

“Uno dei rovelli quotidiani con cui lo sciagurato Critico deve misurarsi… Ovvero, come faccio a spiegare a mia moglie che quando guardo la televisione sto lavorando? Se poi lo Sventurato avesse, tanto per dire, due figliole in età scolare, dovrebbe altresì sforzarsi di far capire che il lavoro del papà consiste nel guardare discutibili trasmissioni, a loro tassativamente precluse, per poi scriverne”. In genere chi ama leggere è devotamente fedele alla massima di Groucho Marx (” la tv è istruttiva, ogni volta che qualcuno la accende vado di là a leggere un libro “) eppure anche la sottoscritta, che risponde a una sorta di reazione di Pavlov ogni volta che alle sue orecchie arrivano le prime note di una sigla di un programma indigesto (scatta l’off, in automatico), ha trovato piacevole questo libretto degli “orrori” tv E’ la tv, bellezza! (Lupetti ed) scritto dal critico e giornalista (e autore tv, in passato) Mariano Sabatini. “Gli articoli lunghi che seguono sono nati – spiega l’autore nell’intro – per il portale Tiscali Notizie diretto con savoir-faire da Fabrizio Meli e Stefano Loffredo. Ho deciso di raccoglierli in volume perché mi sembra che, letti in sequenza, possano dare un saggio del profondo cambiamento televisivo in atto”. In effetti Sabatini sarebbe un buon aforista, con le sue frasi che come punture di spillo sgonfiano l’ego gonfiato (e sgonfiabile) del piccolo schermo, e che rappresentano piccole golosità intellettuali per chi ama la parola scritta come me. Non a caso, leggere un libro del genere per alcuni è una sana immersione nei nostri “peccati di visione” di programmi non degni di occupare il nostro tempo. E così troviamo articoli sul “clamoroso insuccesso di Bontà loro di Maurizio Costanzo …

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Il pamphlet che elogia Breivik al centro delle polemiche

La scrittrice francese Annie Erneaux , autrice di una vasta opera autobiografica dagli ampi legami con la sociologia, ha deciso di “non tapparsi il naso” davanti all’ultimo provocatorio scritto del connazionale Richard Millet , un indiavolato pamphlet inneggiante ad Anders Beivik, macchiatosi del freddo assassinio di settantasette persone, che aveva scosso l’anno scorso la Norvegia. Il polemico opuscolo, intitolato “Eloge littéraire d’Anders Brevik” e inserito in una pubblicazione contenente un saggio sull’impoverimento della lingua francese, ha scatenato le ire della Ernaux, fermamente decisa a non far passare la cosa sotto silenzio. Bisogna ammettere che i “punti caldi” del testo non sono pochi. Dai rapporti tra la letteratura e l’immigrazione, alle presunte “vertigini identitarie” derivanti da una mescolanza etnica perniciosa, passando per una lunga serie di rinomate accuse razziste prontamente ribattute dalla scrittrice in un articolo apparso sul sito di Le Monde , nel quale non esita a definire l’opera criticata come un autentico “disonore per l’intera letteratura”. Quel che è certo è che la scrittrice si è schierata fermamente contro la fronda degli intellettuali che hanno deciso, per diverse ragioni, di restare inermi dinanzi all’accaduto. Né martire, né tanto meno folle, agli occhi della Ernaux Millet appare ben più attento e calcolatore di quanto si potrebbe credere, prova ne è un estratto tradotto dall’articolo apparso ieri: Richard Millet è tutto il contrario di un matto. Ogni frase, ogni parola è scritta con piena consapevolezza delle cause e, aggiungerei anche delle possibili conseguenze. Far passare sotto silenzio o ignorare un testo che rappresenta una minaccia per la coesione sociale, significa rischiare di dover disprezzare se stessi in futuro, proprio per aver taciuto nel passato. Via | Le Monde Foto | Flickr Il pamphlet che elogia Breivik al centro delle polemiche

La bellezza dei libri noiosi. Quali i vostri?

Prendo spunto da un simpatico articolo del New York Times sul fatto di possedere libri “noiosi”. Sull’orgoglio di averne molti, mi correggo. Nell’articolo in questione, viene citata anche una sorta di enciclopedia del fagiolo o un trattato sull’essenza delle bolle di sapone. Ma naturalmente la cosa potrebbe intendersi anche in altro modo. Perchè i libri “noiosi”, come specificammo in un post precedente , potrebbero anche essere i più belli. Il tutto, naturalmente, se non si disprezza la fatica intellettuale connessa, ovvero se non si intende cioè la lettura (solo) come uno svago ma piuttosto come uno sport, in cui la complessità dell’impresa la rende più appassionante e soddisfacente, una volta compiuta. E allora vi chiedo: quali sono i libri più “noiosi” (e che amate di più) della vostra biblioteca personale? Quelli da cui non vi separereste mai e che vi riempiono di orgoglio all’idea di averli letti e apprezzati? Tutto è relativo naturalmente, e dipende dai criteri di chi giudica un testo “noioso” o meno. Il parametro potrebbe essere: un libro “non” di evasione, ecco. Ad esempio, sono orgogliosa di avere nella mia “lista” Al culmine della disperazione di Emil M. Cioran, o magari Mentre moriva di William Faulkner. O ancora (l’amatissimo) Foto di gruppo con signora di Henrich Boll. Ma un libro “noioso” o ostico è per forza un “classico” d’altri tempi? No. C’è anche, ad esempio, la bellissima trilogia autobiografica di Elias Canetti ( La lingua salvata, Il frutto del fuoco, Il gioco degli occhi ). Agli occhi di qualcuno (che non li ha letti, peraltro) potrebbero sembrare dei mattoni, ma io li ho trovati appassionanti. E di sicuro c’è di peggio: attendiamo i vostri titoli. Via | NyTimes La bellezza dei libri noiosi. Quali i vostri?