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Il libro nero dei colori, tatto e olfatto per esplorare il mondo

Riuscire a rendere “la sensazione” che ti dà il rosso quando ti colpisce lo sguardo, quasi fosse un sapore. O il profumo del verde. Il mondo visibile agli occhi viene tradotto rendendolo tangibile agli altri sensi nel Libro nero dei colori , edito da Gallucci (libro più illustrato migliore del 2008, secondo il NY Times). “Il libro nero dei colori e’ uno sguardo su un mondo dove si puo’ vedere con il tatto, con l’udito e con l’olfatto che possiamo scoprire con l’aiuto dei ciechi che nel buio hanno imparato a vivere”, scrive Mauro Marcantoni, coeditore e direttore di Tsm (Trentino School of Management). Il testo, firmato dalle venezuelane Menena Cottin e Rosana Faria (illustratrice), racconta la storia del bimbo non vedente Tommaso, ed è scritto anche in braille. Perchè il “nero” non è un non-colore, ma un colore che li assorbe tutti, e il mondo di Tommaso non è affatto sbiadito o triste. Ci insegnerà lui il modo di apprezzarlo, anche ad occhi chiusi. M. Cottin, R. Faria (ill) Il libro nero dei colori Gallucci ed. 16.50 euro Il libro nero dei colori, tatto e olfatto per esplorare il mondo

Il grande libro delle paure, di Emily Gravett

I libri per bambini dovrebbero sempre avere due requisiti: aiutarli a riflettere su un argomento o problema (piccolo o grande che sia) che influenza la loro vita e la loro crescita, ma anche stimolare la loro fantasia, grazie alla bellezza delle illustrazioni, belle appunto da ripercorrere più e più volte, immaginandole “animate” sotto i propri occhi. Se a questi due requisiti si aggiunge, come nel volume di Valentina edizioni Il grande libro delle paure, di Emily Gravett, anche il divertimento di poter giocare,mentre si sfoglia il testo, è il massimo. Devo innanzitutto dire che con questo volume vi troverete fra le mani (a me la cosa ha deliziato) delle pagine un po’ rosicchiate sui bordi. Infatti le paure di cui stiamo parlando sono quelle di topino (che, si sa, come tutti i suoi simili, è piuttosto goloso di carta). D’altronde anche in copertina c’è un buchetto attraverso il quale spunta il suo faccino (terrorizzato da un minuscolo ragnetto nella pagina accanto). Di certo questo topino ha un sacco di paure, quindi non appena si scopre di condividerne qualcuna (mai sobbalzato per rumori forti e improvvisi? Mai stati terrorizzati dai mostri sotto il letto?) tutto quel che bisogna fare è disegnare o scrivere la propria nello spazio vuoto sotto le illustrazioni. Ma oltre ai disegni, ci sono dei fantastici inserti incollati nelle pagine, come una vera mappa (rosicchiata) dell’isola della paura e vari ritagli della gazzetta del contadino, che riporta le notizie ad esempio della terribile signora Caciottella che si diverte a fare collezione…di code tagliate. Dura vita da topini! Emily Gravett Il grande libro delle paure Valentina ed. 12 euro Il grande libro delle paure, di Emily Gravett

Nata ieri, diario di una giovane giornalista, di J. Solheim, S. James

“Finalmente ho capito tutto. Certe cose sono nasi, certe sono taxi e certe altre panettieri. In cima alle persone ci sono i capelli e in fondo i piedini. Queste cose chiamate piedini sono molto interessanti. Penso di scriverci un libro. Mia sorella si dipinge le unghie dei piedini di un colore speciale, che si chiama “a strisce”. Per ora mi accontento di mettermi i piedini in bocca e ciucciarli.” Eccoci qua, con un interessante reportage su come funziona il mondo. Al di là delle

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Nata ieri, diario di una giovane giornalista, di J. Solheim, S. James

Mutande coraggiose, di Lorenzo Stanzione

“E basta! Non ne posso più della cacca e della pipì di Ambrogio, non voglio vivere rinchiusa nei pantaloni di un cacasotto o in un assetto ad aspettare che il piscilletto mi indossi di nuovo!” Non state sognando: il silenzio era stato rotto da una mutanda ribelle, un pezzo di stoffa parlante; non solo: anche permaloso. Quanti grattacapi hanno le mutande dei bambini. Tocca che fronteggino cacca e pupù come se piovesse, in certe stagioni. Certo, da una parte ce ne sono di ribelli, dall’altra n troviamo di ordinate e sempre preoccupate di preservare al meglio i loro padroncini. E’ il caso – in uno dei simpaticissimi racconti di questo Mutande coraggiose , di Lorenzo Stanzione – delle due mutandine sorelle, “una buona, ma così buona, che tutti…la chiamavano Jolanda, la bianca mutanda…l’altra cattiva Gramigna…perchè chi la indossa i denti digrigna”. In questo caso, Jolanda lo sa, basta un giretto di centrifuga e la sorella tornerà candida come lei! E se poi capita che le mutande colorate si accorgano di aver bisogno di sostenere i propri diritti (divertente lo slogan scelto “Mutandonio! Mutandonio!” al posto di Votantonio)? Certo, che bello sarebbe se si tornasse tutte ai tempi dei Mutande, sempre pulite e intonse, addosso agli abitanti dell’Olimpo (gli dei non hanno bisogno di fare pipì e pupù, si sa). A risolvere le loro questioni mutandesche (ci si stufa presto di essere continuamente bagnate, a tradimento, di cacca e pipì) c’è la mamma di tutte le mutande, la Grande Mutanda, che a volte è un po’ distratta (sarà perchè ha sempre un sacco di elastici per la testa) ma che alla fine risolve tutto, insegnando alle mutande quanto sono bravi e simpatici i bambini, e quanto è bello essere loro amiche. Lorenzo Stanzione Mutande coraggiose Erickson 14 euro Mutande coraggiose, di Lorenzo Stanzione