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Furio Monicelli, autore de “Il gesuita perfetto”, è morto

A 89 anni è morto a Milano Furio Monicelli, fratello di Mario . Il gesuita perfetto fu il suo primo e più noto romanzo, pubblicato nel 1960 da Longanesi. Il libro è poi stato ripubblicato da Mondadori con il titolo di Lacrime impure e nel 2006 Saverio Costanzo ne ha curato la trasposizione cinematografica con il film In memoria di me , interpretato da Christo Jivkov, Filippo Timi, Marco Baliani e Andrè Hennicke e anche p. Paolo Bizzeti, religioso gesuita (trailer in apertura di post). Il gesuita perfetto – che arrivò in finale al Premio Strega addirittura sotto forma di bozze – racconta due anni di noviziato presso i gesuiti (la Compagnia di Gesù) di ragazzi che prima credono e poi abbandonano la fede. Una storia che, in fin dei conti, racconta dell’amore e di come riuscire a gestirlo. Il romanzo è in parte autobiografico in quanto Furio Monicelli era stato novizio presso i gesuiti. Lo stile di Furio Monicelli era intenso e irregolare e questo l’ha portato tanto velocemente ai vertici della fama letteraria quanto, poi, l’ha fatto cadere nel dimenticatoio. A Il gesuita perfetto seguì nel 1961, sempre per i tipi di Longanesi, il romanzo I giardini segreti testo che, rivisto dall’autore, è stato ripubblicato da Mondadori nel 2000 con il titolo L’amore guasta il mondo . Un autore non certo facile, ma senza dubbio da leggere. Soprattutto ora che non è più fra noi fisicamente. Furio Monicelli, autore de “Il gesuita perfetto”, è morto

La versione di Vasco: tra i frammenti autobiografici c’è spazio anche per la letteratura

Esce oggi in tutte le librerie per i tipi di Chiarelettere un nuovo libro di Vasco Rossi, il rocker italiano più grande di tutti i tempi – da tutti i punti di vista – tanto amato quanto discusso, tanto criticato quanto idolatrato, capace di mobilitare due milioni e mezzo di fan sulla sua pagina di Facebook, ma anche di far raggiungere cifre milionarie anche alle pagine che lo attaccano. Ili libro si intitola La versione di Vasco ed è una sorta di autobiografia a frammenti che come in un grande caleidoscopio cercano di formare un ritratto complessivo: dai dettagli della vita personale e affettiva a quelli sulla sua vita professionale, passando per alcuni piccoli dettagli e perle inaspettate e curiose. Per quanto riguarda noi di Booksblog, i

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La versione di Vasco: tra i frammenti autobiografici c’è spazio anche per la letteratura

"Mes amis! Mes Amis" di Corrado Levi

“Mes amis! Mes Amis” di Corrado Levi è “una collezione di 100 indizi, 100 piccoli e leggeri pensieri su 100 artisti italiani del ‘900″. Un “concentrato di memorie condensate” nelle opere dei grandi protagonisti dell’arte italiana dell’ultimo secolo, presentato alla Triennale di Milano dal critico e storico del design Beppe Finessi e dal docente ed esperto d’arte Giacinto di Pietrantonio . L’emozione delle poche parole che accompagnano i grandi capolavori è il segno distintivo dei rapporti di amicizia e coinvolgimento, che legano l’autore a coloro che quei lavori li hanno immaginati, realizzati e offerti. Carol Rama , Getullio Alviani , Giulio Turcato , Felice Casorati , Bruno Munari , si ritrovano tra le pagine di Levi in una specie di filrouge emozionale che ricostruisce in una prospettiva altra, lo svolgersi e il susseguirsi delle personalità. Un accadimento palpitante che fa in modo che ogni “fautore” si leghi indissolubilmente a quell’arte che lo accoglie, lasciandocene percepire dolcemente l’alone. L’oltre suggerito da Giulio Turcato quando su tele monocrome getta a caso della sabbia colorata su spruzzi di colla . Oppure fa delle sculture astratte altre come sottili colli di giraffa a ergersi sul mondo. Turcato ci invita a desiderare l’impossibile. Video da buburm83 “Mes amis! Mes Amis” di Corrado Levi

Jane Austen potrebbe essere stata uccisa con l’arsenico

Ancora una volta, la seconda nel giro di 24 ore, torniamo a parlare di Jane Austen, una delle più amate e allo stesso tempo odiate scrittrici inglesi di sempre, autrice di libri che fanno innamorare qualcuno (specie se ha tra i 15 e i 30 anni ed è di sesso femminile) e che fanno innervosire altri. Non mi nasconderò più a lungo, io sono iscritto da anni alla parte di quelli che la odiano. Sarà forse per questa dicotomia, per questa specie di frattura manicheista che divide i lettori in due fazioni contrapposte, che la teoria sostenuta da Lindsay Ashford nel suo nuovo libro, The Mysterious Death of Miss Austen, mi sembra più che credibile. Secondo la Ashford, che cita a proprio sostegno anni di ricerche, Jane Austen non sarebbe morta di morte naturale, ma potrebbe essere stata uccisa con una dose di arsenico . Niente di più probabile: ma chi l’ha uccisa? Se non fossero passati quasi vent’anni tra la morte della Austen e la nascita di Mark Twain io un nome ce l’avrei. Anche perché la parole con cui

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