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Joyce Carol Oates e Alice Munro candidate al premio Nobel: cosa hanno in comune?

Sono Joyce Carol Oates e Alice Munro, secondo gli scommettitori, le scrittrici il cui nome è il più “papabile” per il premio Nobel della Letteratura di quest’anno dopo quello di Haruki Murakami . Partiamo da Alice Munro . Canadese, classe 1931, definita da Jonathan Franzen la “più grande scrittrice vivente del Nord America” , amiamo le sue raccolte di racconti grazie ai quali, per la capacità di far emergere il cuore e le contraddizioni dei suoi personaggi, è stata paragonata a una sorta di Cecov al femminile. La Munro propone raccolte di racconti a cui lavora per anni (in media escono ogni 4 anni), perchè è proprio il racconto la forma forse più congeniale a far emergere la sua capacità di far “inciampare” i suoi personaggi – soprattutto quelli femminili – negli spigoli apparentemente insignificanti della realtà per rivelarcene l’essenza più profonda, in una sorta di “epifania” alla Joyce. Cresciuta in un mondo isolato dalla comunità, in un “piccolo ghetto di contrabbandieri, prostitute e scrocconi. Una comunità di fuoricasta”. Ha scritto un unico romanzo, anche se, ha dichiarato, “non intendevo diventare una scrittrice di racconti, cominciai a scrivere racconti perché …

Vedi il seguito qui:
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Joyce Carol Oates e Alice Munro candidate al premio Nobel: cosa hanno in comune?

Sono Joyce Carol Oates e Alice Munro, secondo gli scommettitori, le scrittrici il cui nome è il più “papabile” per il premio Nobel della Letteratura di quest’anno dopo quello di Haruki Murakami . Partiamo da Alice Munro . Canadese, classe 1931, definita da Jonathan Franzen la “più grande scrittrice vivente del Nord America” , amiamo le sue raccolte di racconti grazie ai quali, per la capacità di far emergere il cuore e le contraddizioni dei suoi personaggi, è stata paragonata a una sorta di Cecov al femminile. La Munro propone raccolte di racconti a cui lavora per anni (in media escono ogni 4 anni), perchè è proprio il racconto la forma forse più congeniale a far emergere la sua capacità di far “inciampare” i suoi personaggi – soprattutto quelli femminili – negli spigoli apparentemente insignificanti della realtà per rivelarcene l’essenza più profonda, in una sorta di “epifania” alla Joyce. Cresciuta in un mondo isolato dalla comunità, in un “piccolo ghetto di contrabbandieri, prostitute e scrocconi. Una comunità di fuoricasta”. Ha scritto un unico romanzo, anche se, ha dichiarato, “non intendevo diventare una scrittrice di racconti, cominciai a scrivere racconti perché …

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Joyce Carol Oates e Alice Munro candidate al premio Nobel: cosa hanno in comune?

Sono Joyce Carol Oates e Alice Munro, secondo gli scommettitori, le scrittrici il cui nome è il più “papabile” per il premio Nobel della Letteratura di quest’anno dopo quello di Haruki Murakami . Partiamo da Alice Munro . Canadese, classe 1931, definita da Jonathan Franzen la “più grande scrittrice vivente del Nord America” , amiamo le sue raccolte di racconti grazie ai quali, per la capacità di far emergere il cuore e le contraddizioni dei suoi personaggi, è stata paragonata a una sorta di Cecov al femminile. La Munro propone raccolte di racconti a cui lavora per anni (in media escono ogni 4 anni), perchè è proprio il racconto la forma forse più congeniale a far emergere la sua capacità di far “inciampare” i suoi personaggi – soprattutto quelli femminili – negli spigoli apparentemente insignificanti della realtà per rivelarcene l’essenza più profonda, in una sorta di “epifania” alla Joyce. Cresciuta in un mondo isolato dalla comunità, in un “piccolo ghetto di contrabbandieri, prostitute e scrocconi. Una comunità di fuoricasta”. Ha scritto un unico romanzo, anche se, ha dichiarato, “non intendevo diventare una scrittrice di racconti, cominciai a scrivere racconti perché …

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Peter Nadas candidato al premio Nobel: la passione per la letteratura ungherese

C’è anche lo scrittore ungherese Peter Nadas nella lista dei papabili al Nobel della letteratura di quest’anno. Un sintomo di una rinnovata e forte attenzione alla produzione letteraria dell’Ungheria, molto apprezzata oltreoceano. Ironia della sorte che in un momento politico difficile per l’Ungheria a livello di diritti civili e culturali, stia emergendo all’attenzione del pubblico internazionale una vera e propria generazione di scrittori di talento, come ricorda un bell’articolo della testata del New Orleans WWNO . L’articolista rileva anche il nome dell’ultimo “mito” di terra d’Ungheria appunto: si chiama Laszlo Krasznahorkai ed è uno dei nuovi cult nell’editoria anglosassone (fra i suoi libri tradotti in Italia ricordiamo Melancolia della resistenza , Zandonai) Detto ciò (e dopo essersi annotati mentalmente di tenere d’occhio il vecchio Laszlo) ricordiamo che di sicuro ad oggi i più famosi scrittori ungheresi sono Imre Kertesz – vincitore del Nobel nel 2002 e autore del bellissimo Essere senza destino (Feltrinelli) memorie di un ragazzino ebreo internato ad Auschwitz e poi Buchenwald durante la seconda guerra mondiale – e lo stesso Nadas, la pubblicazione del suo Libro di Memorie , pubblicato in Italia da Baldini e Castoldi Dalai è stato un evento nel mondo editoriale. Ma qual è il successo, fra il pubblico americano, di autori “outsider”, con …

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