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Lettere dalla Terra, di Mark Twain

Scritto nel 1909 e pubblicato postumo nel 1962, Lettere dalla Terra – Letters from the Earth – è uno scritto filosofico tra i più interessanti dell’immensa bibliografia di Mark Twain . L’opera, in forma di epistole “da Satana”, prende l’avvio proprio dal mittente delle riflessioni che chiamano il lettore, quindi l’ipotetico destinatario, a confrontarsi con un’analisi spietata della divinità e dei cosiddetti libri sacri – più precisamente si fa riferimento alla tradizione giudaico-cristiana e alla Bibbia – che, stando alle valutazioni di Twain, di sacro hanno davvero ben poco privi come sono, appunto, della pietas , intesa classicamente come devozione, sentimento d’amore e rispetto verso la realtà creaturale che troppo spesso appare come vittima sacrificale predestinata. In questo contesto, nell’economia del romanzo breve, Satana riveste esattamente il ruolo dell’ avversario , di colui che si oppone , di colui che chiama in giudizio la divinità accusandola di essere spietata, priva di compassione e clemenza nei confronti della sua creatura e, più in generale, del creato. Un ritratto fosco e fangoso del creatore che lascia emergere tutta l’ umanità , pur nella sua limitatezza, della creatura umana. Una lettura sicuramente problematica per i temi trattati e per la leggerezza, mai superficiale, con cui l’autore pare interpellare il lettore affinché prenda parte all’agorà teologico che Mark Twain crea nella brevità del suo romanzo. Mark Twain Lettere dalla Terra traduzione di Alessandra Goti Piano

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Lettere dalla Terra, di Mark Twain

Le radici della ‘ndrangheta, di Mario Andrigo e Lele Rozza

Ci sono delle realtà a cui ci si abitua a tal punto da non farci più caso. Si sa che esistono, ogni tanto tornano alla mente, ma di fatto cadono nel dimenticatoio per molti. E questa è la loro forza: dimenticate, continuano a prosperare. La ‘ndrangheta è una di queste realtà, relegata in un “cono d’ombra informativo”, come scrivere Giuseppe Pignatone procuratore capo di Reggio Calabria nella prefazione. La ‘ndrangheta però esiste e conoscerla è un modo per combatterla. Il libro Le radici della ‘ndrangheta di Mario Andrigo (sostituto procuratore della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria) e Lele Rozza (dottore in filosofia) edito da Nutrimenti si inserisce in questo contesto di eliminazione del cono d’ombra per far conoscere la realtà della ‘ndrangheta. Un libro che non è avulso dalla realtà in quanto, concretamente, descrive le parole, le regole, i riti e le storie della ‘ndrangheta. Difficile dimenticare la storia di Francesco detto Checco che vede sgretolarsi tutto il proprio mondo di buone intenzioni dinanzi alla scoperta di chi è veramente il padre; o il senso dell’onore del boss-pecoraio Bastiano o ancora i magheggi di Peppino, medico che non ha mai curato nessuno, ma che dirige lo stesso una ASL. Le radici della ‘ndrangheta , con precisione

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Le radici della ‘ndrangheta, di Mario Andrigo e Lele Rozza

Le radici della ‘ndrangheta, di Mario Andrigo e Lele Rozza

Ci sono delle realtà a cui ci si abitua a tal punto da non farci più caso. Si sa che esistono, ogni tanto tornano alla mente, ma di fatto cadono nel dimenticatoio per molti. E questa è la loro forza: dimenticate, continuano a prosperare. La ‘ndrangheta è una di queste realtà, relegata in un “cono d’ombra informativo”, come scrivere Giuseppe Pignatone procuratore capo di Reggio Calabria nella prefazione. La ‘ndrangheta però esiste e conoscerla è un modo per combatterla. Il libro Le radici della ‘ndrangheta di Mario Andrigo (sostituto procuratore della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria) e Lele Rozza (dottore in filosofia) edito da Nutrimenti si inserisce in questo contesto di eliminazione del cono d’ombra per far conoscere la realtà della ‘ndrangheta. Un libro che non è avulso dalla realtà in quanto, concretamente, descrive le parole, le regole, i riti e le storie della ‘ndrangheta. Difficile dimenticare la storia di Francesco detto Checco che vede sgretolarsi tutto il proprio mondo di buone intenzioni dinanzi alla scoperta di chi è veramente il padre; o il senso dell’onore del boss-pecoraio Bastiano o ancora i magheggi di Peppino, medico che non ha mai curato nessuno, ma che dirige lo stesso una ASL. Le radici della ‘ndrangheta , con precisione e lucidità, racconta di un mondo che forse può sembrare relegato in un determinato contesto socio-culturale ma, come vera associazione malavitosa, estende le due influenze a tutto lo Stivale e oltre. Mario Andrigo – Lele Rozza Le radici della &#

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Festival di Internazionale a Ferrara: la creatività al potere, ruolo e futuro delle riviste letterarie

E’ davanti agli occhi di tutti, almeno di quelli che gli occhi li vogliono aprire, che questi nostri tempi sono dominati, a livello comunicativo e non solo, da media la cui capacità critica – probabilmente è meglio dire la volontà critica – è tendente allo zero. La televisione in primis, infatti, detta con autorità gli argomenti del dibatito culturale e politico, un dibattito che, proprio per questa ragione si fa sempre più inutile, disinnescato in partenza. In questo contesto, per molti versi disperato e disperante, che può facilmente alimentare poderose e più che giustificate ondate di pessimismo nichilista, c’è forse ancora qualche elemento di disturbo, qualche cellula impazzita e ingovernabile, intimamente e programmaticamente anarchica: è la rivista, la rivista letteraria in particolare. Italo Calvino diceva, nell’ultima delle pagine che compongono quel meraviglioso concentrato di saggezza che sono “Le città invisibili”, che il compito dell’intellettuale è quello di trovare, nell’inferno, qualcosa che inferno non è, e dargli spazio, farlo vivere. Questo è anche, probabilmente, il compito delle riviste letterarie, quello di creare fratture nella compatta inutilità della comunicazione

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