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André Schiffrin a Più libri più liberi: le politiche locali possono salvare i piccoli editori

André Schiffrin rappresenta una voce autorevole dell’editoria internazionale. Editore e scrittore, strenue difensore della piccola e media editoria, con le sue opere si oppone al neoliberismo sfrenato che ha invaso anche il mondo dei libri. Di Schiffrin Voland ha pubblicato da poco Il denaro e le parole, che è stato presentato il 4 dicembre a Più libri più liberi dallo stesso autore, intervistato da Marino Sinibaldi. SULL’EDITORIA INDIPENDENTE Per Schiffrin l’editore indipendente è quello che vuole mantenere il ruolo classico e cioè pubblicare libri che fanno guadagnare, accanto ai libri che non fanno guadagnare, ma per una questione di sopravvivenza e non per l’ossessione del denaro. Ha citato, come caso opposto, Murdoch che ha pubblicato molti titoli a sostegno della dittatura cinese perché interessato al mercato delle …

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Libri per Natale: L’altro siamo noi, di Enzo Bianchi

Natale è la festa dell’accoglienza dell’Altro (o dell’altro, se volete, il che cambia poco). Al di là di luci e lucine, dolci e leccornie, smancerie e sprechi, al di là di un discorso strettamente religioso è l’infinito del volto dell’altro (per dirla con Levinás) la cifra del Natale, di ogni Natale (o, anche qui, se volete, di ogni natale). In quest’ottica si colloca il prezioso libretto di Enzo Bianchi edito per i tipi della Einaudi dal titolo L’altro siamo noi . L’autore – priore della comunità monastica di Bose, una realtà che sfugge un po’ ad alcune ferree logiche ecclesiastiche – traccia un’analisi che oltrepassa la dicotomia noi/loro per avere uno sguardo nuovo sulla storia e sulle storie. La paura dell’altro è una sensazione paralizzante che va superata non rimuovendola […] L’identità non va indurita, non va cercata senza e contro gli altri. Perché diventa un fantasma, e ciò porta a ridurre le relazioni sociali alla materialità del dato etnico, dell’omogeneità del sangue, della lingua parlata o della religione praticata, aprendo così la via a forme di politica totalitaria e intollerante. I risorgenti nazionalismi e le tendenze localistiche si accompagnano sempre a spinte xenofobe e razziste che tendono all’esclusione dell’altro e si risolvono in un autismo sociale cioè in una mancanza di ossigeno vitale contrabbandata come nicchia dorata, ma che, in …

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Libri di aforismi da regalare a Natale: i consigli di Caramagna

Chi se non uno scrittore di aforismi può consigliarci i libri di aforismi (appunto) più belli da regalare per questo Natale? Si tratta di un genere passepartout, secondo me, che va bene sia per il papà più serio che per il collega simpatico. Ecco allora i consigli di Fabrizio Caramagna . “Consigliare dei libri di aforismi è come muoversi su un terreno minato, non tanto per il rischio insito nella soggettività della scelta, quanto piuttosto perché diversi testi aforistici sono fuori catalogo, nonostante alcuni di essi siano dei classici del settore”, ci spiega. Quali consiglierebbe, idealmente? “I Pensieri Spettinati del polacco Stanislaw Jerzy Lec, che forse è il più grande aforista moderno, ma è fuori catalogo. E anche due altri grandi classici come Leo Longanesi, autore de La sua Signora o Ramon Gomez De La Serna, nella bellissima traduzione di Gesualdo Bufalino (il libro, una raccolta di greguerias, si intitola Sghiribizzi) hanno purtroppo conosciuto la stessa sorte. E l’elenco dei libri di aforismi introvabili è davvero lungo”. E fra quelli in catalogo? “Innanzitutto un classico. Ero indeciso tra Emil Cioran ( Sillogismi dell’amarezza , il più aforistico dei suoi libri) ed Ennio Flaiano ( Diario degli errori e Diario Notturno in primis), ma alla fine punterei su Karl Kraus, autore di Detti e Contraddetti , che si può acquistare nell’edizione Adelphi”. Qualche motivo per scegliere questo libro “Kraus, che scrive i suoi aforismi agli inizi del 900, è stato il primo degli aforisti moderni (”dicono che tutti i rumori dell’attualità sarebbero rinchiusi nel mio stile”). Autore mitteleuropeo, in lui il pensiero aforistico non è sistematico come in Nietzsche o in Schopenhauer, e si esprime al contrario attraverso il senso di contraddizione e il paradosso più audace (”Sotto il sole non c’è essere più infelice del feticista che brama una scarpa da donna e deve contentarsi di una femmina intera&#…

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Piccone di Stato. Francesco Cossiga e i segreti della Repubblica

Era il 17 agosto di quest’anno quando moriva Francesco Cossiga , presidente emerito della Repubblica Italiana. Come sempre accade, alla sua morte seguirono lodi da parte di alcuni e attacchi di parti altri. Considerando, poi, il peso storico-politico di Cossiga, la discussione divenne molto animata, quasi a testimoniare quella passione politica che a volte pare sopita ma che, in fondo, è nel cuore di ognuno di noi (di noi blogger soprattutto). Al di là delle reazioni emotive (giustificate e giustificabili) del momento è necessaria, però, un’opera di approfondimento della figura di K. È quanto prova a fare Antonella Beccaria in Piccone di Stato . Francesco Cossiga e i segreti della Repubblica mandato in libreria in questi giorni da Nutrimenti . La Beccaria – che già abbiamo apprezzato per altri suoi libri quali E rimasero impuniti . Dal delitto Calvi ai nodi irrisolti di due Repubbliche , Attentato imminente (sulla strage di piazza Fontana), Il programma di Licio Gelli – con la precisione che le è solita (e, aggiungiamo, con il coraggio che ci vuole per tracciare un primo bilancio su Cossiga a pochi mesi dalla morte) prova a tracciare un quadro più ampio del Picconatore, mettendo insieme tessere di un mosaico composto da servizi segreti e carabinieri, terroristi perdonati e magistrati non ben digeriti, Gladio e stragi. Francesco Cossiga non fu mai un uomo di una sola parola. O, per usare una sua frase, “chi non cambia mai idea o è un cretino o un imbroglione. La realtà è in continuo movimento e il perseguimento degli stessi obiettivi può richiedere strategie assai diverse, a seconda del momento in cui si decide …

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