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Sulla lingua del tempo presente di Gustavo Zagrebelsky

Stat rosa pristina nomine, nomina nuda tenemus. Della rosa ora resta solo il nome, noi possediamo soltanto nudi nomi. Così termina uno dei romanzi più letti e tradotti di Umberto Eco, Il nome della rosa e, se da una parte questa affermazione – un esametro modificato da un originale del XII secolo – sottolinea la caducità del mondo la cui sopravvicenza è lasciata ai “nudi nomi”, dall’altro ci ricorda quanto sia grande l’importanza delle parole, della lingua in generale, per la nostra descrizione del mondo. La realtà è letteralmente schiava dei nomi, dei modi che usiamo

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Sulla lingua del tempo presente di Gustavo Zagrebelsky

Flirtare ai grandi magazzini, di Gertrude Stein

Non potevo non volere per me un testo, scritto dall’intellettuale americana Gertrude Stein (1874-1946), intitolato come il più becero dei romanzi rosa: “Flirtare ai grandi magazzini”. Ecco, mi sono detta: ora attraverso questo esempio dimostrerò come le più comuni paranoie femminili non siano in contraddizione con un intelletto dagli eleganti gusti letterari (il mio, ad esempio. Sto esagerando eh?) Ovviamente, Gertrude Stein è sempre Gertrude Stein, e non si ritrova, neanche in questo manifesto del rimorchio programmatico (quale appariva dal titolo) nessuna debolezza d’intelletto. Vi basti leggerne una frase: “C’è chi vive uno stile di vita barboso molto velocemente e così non è sicuro di vivere uno stile di vita barboso. C’è chi vive uno stile di vita triste ed è sempre più veloce sempre più veloce ed è sicuro di non vivere uno stile di vita triste. (…) C’è chi è piuttosto lento e sottrae a uno stile di vita triste la tristezza di quello stile di vita”. Geniale. E modernissima, anche, no?. Quindi niente prontuario di frasi da dire inciampando nel carrello di un potenziale partner, come avevo pensato superficialmente io, ma molto, molto di più. D’altronde, come …

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Flirtare ai grandi magazzini, di Gertrude Stein

Federalismo culturale di Denis de Rougemont

In tempi abbastanza confusi (politicamente parlando) come quelli che stiamo vivendo, è bene, secondo me, guardare un po’ indietro (culturalmente parlando) e vedere come chi ci ha preceduto ha affrontato la realtà. Capita a proposito, quindi, la pubblicazione di Federalismo culturale di Denis de Rougemont per i tipi della casa editrice Pagine d’Arte . Si tratta dell’edizione in lingua italiana di una conferenza che lo scrittore, filosofo e saggista svizzero Denis de Rougemont (1906-1985) tenne nel 1963 all’Università di Neuchâtel in Svizzera in occasione del venticinquesimo anniversario dell’Institut Neuchâtelois. Leggiamo nel prologo di Matteo Bianchi: Ora che le maldestre leghe nostrane, separatiste a torno, tirano in ballo…

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Federalismo culturale di Denis de Rougemont

Nella mente del serial killer, di John Douglas

Se, come me, siete amanti di tutte quelle serie tv in cui crimine, psicologia e “fiuto” la fanno da padrone – come, per esempio, Criminal Minds , Profiling , N.C.I.S. , le varie versioni di C.S.I. , Numb3rs , se volete (anche se a me non piace tanto: mai avuto tanta passione per i numeri!) e via dicendo – allora apprezzerete senza dubbio Nella mente del serial killer di John Douglas con la collaborazione di Johnny Dodd. Il libro, una sorta di trattato di criminologia, se volete, pubblicato in Italia dalle Edizioni Clandestine, narra di come l’agente dell’FBI John Douglas abbia partecipato attivamente alla cattura del serial killer di Wichita, in Kansas, che si firmava con l’acronimo BTK ovvero Bind, Tortur, Kill ( Lega, Tortura, Uccidi ). Racconta Douglas: All’epoca [siamo negli anni Settanta, ndr] il BSU (Behavioral Science Unit), il dipartimento dell’FBI che si occupava di scienza comportamentali presso l’Accademica di Quantico in Virginia, aveva funzioni principalmente accademiche. Il termine profiling non si era ancora fatto strada nel vocabolario investigativo della polizia federale, ma sapevo che si tratta solo di una questione di tempo. Promisi a …

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Nella mente del serial killer, di John Douglas