Tag Archives: scrittori

Ruby scriverà un libro, sarà un best seller. Tutto normale?

Ho capito il metodo per farmi pubblicare un libro: macchè pagarlo di tasca mia. Basta riuscire ad arrivare alla ribalta della cronaca, e scommetteteci che in meno di una settimana rimedio un contratto con un’editore anch’io (devo solo trovare il modo per conquistarmi la mia notorietà). Ok, lo spunto lo avete intuito: Ruby – Karima El Mahroug – la ragazza neodiciottenne marocchina conoscente di Berlusconi (quale sia la natura della loro conoscenza è ancora in via di accertamento), non vuole parlare, dice che ’spiegherà tutta la sua verità’ in un libro. Glielo avranno suggerito gli editori stessi, ovviamente, per non bruciarsi le novità che la Nostra rivelerà in volume. La domanda la faccio però a tutti noi: è normale questo? E’ normale che – da parte dell’editore – si colga il rischio di pubblicare libri sulle ‘verità’ di persone alla ribalta della cronaca (non sto parlando solo di Ruby, ovviamente, di esempi ce ne sono tantissimi, e non solo in Italia, credo)? Il libro avrà successo, di sicuro. Quindi è normale. La domanda infatti è un’altra E’ normale che – e sto parlando di noi lettori – italiani che magari neanche leggono un libro l’anno decidano di comprare libri di protagonisti del genere di cui sopra, invece di dedicare le loro energie mentali (le loro scarse energie mentali, direi) a letteratura vera, a saggi seri (e interessanti, a leggerli) su qualsivoglia argomento? No no ma è tutto normale. E intanto l’editoria italiana è sempre più in crisi. Tranne nelle grandi catene, per carità, (dove i libri di cui sopra saranno di sicuro in bella vista per quel mese o due che

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Paolo Di Stefano, Antonio Moresco e l’intervista scomparsa

Chissà cos’avrà pensato Paolo Di Stefano , giornalista del “Corriere della Sera” ed esperto di editoria, quando ha ricevuto (probabilmente via mail) l’intervista che aveva chiesto ad Antonio Moresco . Lo immagino mentre abbozza il suo articolo sull’uscita di Alfabeta2 e di Diario (”Riviste: c’eravamo tanto odiati”, uscita sul Corriere del 24 ottobre, lo potete leggere qui ), seduto alla sua scrivania in attesa dell’intervento dell’autore dei “Canti del Caos” o degli “ Incendiati “. Ma ancora più divertente, forse, sarebbe immaginare la sua faccia quando ha letto

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Il sorriso dell’ignoto marinaio, di Vincenzo Consolo

In epoca di esordi forzati, di “genialissime e imperdibili” opere prime, in preda allo sconforto tipico delle ricerche frustrate, dell’insoddisfazione dettata da romanzi iniziati e mai finiti, ho rivolto il mio sguardo all’indietro, cercando, da lettore, un appiglio, una storia degna di esser letta, un linguaggio, in un gesto che credo simile a quello dell’avvelenato che cerca l’antidoto. Ebbene, dirigendomi verso Vincenzo Consolo sapevo di andare sul sicuro, di guadagnare qualche ora di lettura appagante, faticosa, certo, come lo può essere una gita sui monti, tra ascese e scollinamenti, ma, come chi cammina per montagne sa bene per aver goduto di viste impareggiabili, infinitamente gratificante. Il libro in questione è Il sorriso dell’ignoto marinaio ed è un libro certamente non semplice sia dal punto di vista del linguaggio – complesso, ricco, oscillante tra l’oralità del prosaico e la ritmicità della poetico – sia dal punto di vista della costruzione della narrazione, della trama, che, grazie alla disomogeneità sostanziale dei tasselli narrativi, a salti temporali e ad un discreto apparato di documenti, risulta temporalmente scomposta, in qualche modo franta. Ambientato a ridosso dello sbarco garibaldino in Sicilia, il baricentro del romanzo di Consolo è rappresentato da una rivolta contadina, quella compiuta il 17 maggio del 1860 dai braccianti di Alcara li Fusi (in provincia di Messina), che esasperati dalle condizioni di vita e speranzosi di un riscatto sociale anche grazie all’arrivo di Garibaldi, assaltarono una casa nobiliare assassinandone gli occupanti. Ma il riscatto sociale sperato non arriva, anzi, è proprio il comando garibaldino ad arrestare e a condannare a morte molti degli insorti, dimostrando in fondo la natura non prettamente popolare del risorgimento italiano, un’epoca che proprio in questi mesi stiamo celebrando senza però metterne mai in discussione il significato, forse per paura di scoprire che dietro a quella che pensiamo essere la fondazione di uno stato libero, l’Italia, ci sia in realtà, più che un movente ideologico, un movente economico, un movente che spesso nel Novecento abbiamo chiamato “colonialismo”. Il sorriso …

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Idee per scrittori, un blog di trame

Scrivere è faticoso. Prendete un romanzo di 200 pagine: contiene circa 60.000 parole. Vi rendete conto? Pensate al tempo speso per la battitura del testo. Gli scrittori meritano comprensione: con tutto quel lavoro, non si può pretendere che abbiano anche delle idee. Io, come il venditore di storie immaginato da Jostein Gaarder, cercherò di aiutarli, suggerendo qualche spunto per trame bislacche o addirittura folli (perché sono completamente pazzo). E’ questo il presupposto del blog “Idee per scrittori”, che trovo molto originale, con il mio solito ‘facile entusiasmo’. Mi piace molto l’idea che esistano trame disponibili ad essere dilatate in un libro, concentrati liofilizzati di storie. Ad esempio? Carina potenzialmente la storia di…

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