Monthly Archives: Agosto 2013

In arrivo il nuovo romanzo di Haruki Murakami

L’incolore Tsukuru Tasaki e i suoi anni di pellegrinaggio : più o meno suonerà così il titolo italiano del prossimo romanzo di Haruki Murakami , che sarà tradotto in inglese per la fine di quest’anno e poi verrà pubblicato nel corso del 2014. Le caratteristiche del nuovo romanzo di Haruki Murakami si inseriscono nel filone che gli ha dato successo in tutto il mondo, ovvero la capacità dello scrittore di unire Occidente e Oriente per mezzo di uno stile unico e di alta qualità. Lo stesso Philip Gabriel, docente di Letteratura Giapponese presso l’Università dell’Arizona, che sta lavorando alla traduzione in inglese del testo di Haruki Murakami così lo riassume: Il lavoro di Murakami appare “americano” a prima vista. L’influenza delle sue letture di opere americane e l’amore per la cultura popolare americana sono chiari. Ma ci sono anche forti aspetti “giapponesi”, soprattutto riguardanti la storia del paese e i recenti cambiamenti. Ma anche gli echi della Seconda Guerra Mondiale, l’Aum Shinrikyo [il movimento religioso responsabile dell’attentato alla metropolitana di Tokyo nel 1995, ndr], il terremoto di Kobe e il declino economico degli ultimi vent’anni. In questo senso Murakami è veramente uno scrittore giapponese. Per l’Italia non si ha una data precisa di pubblicazione, anche se Einaudi è pronta per portare al pubblico italiano questo nuovo romanzo di Haruki Murakami che, lo ricordiamo, con gli altri suoi romanzi ha riscosso successi in tutto il

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"Il Tempio di tutti" di Michele Proclamato

Nella rubrica d’autore “Riflessioni sull’Ottava” di Michele Proclamato: “Il Tempio di tutti”.

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"Il Tempio di tutti" di Michele Proclamato

Libri classici per bambini da leggere: Oh, com’è bella Panama, di Janosch

A volte basta poco – come il profumo di banane appena colte – per farci sognare un luogo ideale, molto più bello di casa nostra. Panama, ad esempio, come ci racconta il classico per bambini dell’autore Janosch. Ma diciamoci la verità: cosa mancherà mai nella casetta di Orso e Tigre per fare loro sognare di intraprendere un viaggio a Panama? Proprio niente, verrebbe da rispondere, leggendo che mentre Orso passa la giornata a pescare e la Tigre a innaffiare il giardino e a cercare funghi per cucinare piatti saporiti. Eppure un giorno la loro confortevole casetta col camino in mezzo al bosco, decorata da collane di cipollotti e belle tendine a righe – come ci racconta Janosch nel suo Oh, come è bella Panama – sembra non bastare più. E sono disposti ad abbandonare le loro tranquille pennichelle nel silenzio del bosco per raggiungere… Panama. Basta infati una cassetta di legno che odora di banane, trasportata dal fiume, con la scritta Panama, per far loro venire l’idea di raggiungere quel posto fantastico. E allora via, canna da pesce in spalla, papera tigrata sotto braccio, e si cerca un segnale stradale (la prima cosa da fare ovviamente quando non si conosce la strada, come suggerisce Orso. All’occorrenza, costruirlo da soli). Se non trovi la strada ti tocca chiedere, però: al topolino nella tana, alla volpe golosa o alla mucca annoiata, anche se ognuno di loro – ti pareva – ti suggerisce una direzione diversa. Meno male che almeno coniglio e riccio ti ospitano nella loro casa, nel tragitto, facendoti scoprire il fantastico concetto di “divano”. E se, alla fine, avesse

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Grecia, solo ritorno di Alan Zamboni

Viaggio in Grecia, per le emozionanti e poetiche avventure dei personaggi di Zamboni. Un racconto lungo, uno breve ed una favola. Oppure “un romanzo breve e due racconti”, come riporta la dicitura presente sul dorso di un libretto color panna, con una bella cinquecento blu petrolio sormontata da una valigia stampata sul fronte. Ecco a primo acchito la cifra estetica del viaggio che Alan Zamboni ha riunito sotto il titolo “Grecia, solo ritorno” . Scrittore polimorfo Zamboni, ma incantato dalla molteplicità degli orizzonti, lo avevamo lasciato tra le stradine di Anvers-sur-Oise, intento a sviscerare i misteri dell’ultimo quadro di Van Gogh e lo ritroviamo intento ad esplorare il portato umano e secolare delle isole greche, culla di partenze e rimandi ciclici. Ed effettivamente il suo è un ritorno, un periplo che si arresta nella mitica terra dei racconti, quell’insieme che come un grappolo d’uva che ha disperso componenti li ritrova sotto forma diversa, in qualità di vini pregiati adagiati sugli scogli come significative “perline del ritorno”. Sentieri e vite che si intersecano su piani differenti per poi ritrovare strane vie di incontro, in un libro popolato da gatti ammaestrati che ballano magistralmente il sirtaki, “mercanti e donatori di sogni”, ma anche uomini che ne sono totalmente privi, scrittori senza faccia, che fanno appello alle parole per definire i confini della propria identità e comunicarla, pagine di eventi trasfigurati lasciate sotto le porte, vecchietti che si inseriscono tra le righe, viaggiatori naturali allo stato brado, che percorrono gli scogli del continente in preda ad un delirio di verità che fa rima con la pietra, gli alberi, l’odore della terra misto a quello dell’aria salmastra, cifra della semplicità essenziale delle piccole cose. La libertà che …

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