I segreti d’Italia, di Corrado Augias

Parafrasando Stendhal il quale, nella sua “Vita di Henry Brulard”, arrivato a cinquant’anni sente il bisogno di conoscersi meglio, potremmo benissimo dire: noi italiani abbiamo appena fatto centocinquant’anni, sarebbe pur tempo di conoscerci. Che cosa siamo stati, che cosa siamo, saremmo in verità molto imbarazzati a dirlo. È da questa premessa che Corrado Augias parte per continuare il «ciclo dei segreti» estendendo questa volta il suo sguardo non a un’unica città ma sul Bel Paese e i suoi abitanti: gli italiani e l’Italia, per l’appunto; il titolo: I segreti d’Italia (uscito per Rizzoli). L’imbarazzo cui si è accennato poco sopra è doppio. Da una parte l’imbarazzo di dover scegliere dentro l’immensa, e a volte ingombrante, mole storica i fatti che ci caratterizzino; e dell’altra parte l’imbarazzo di confessare ciò che – in parte – siamo diventati. L’esigenza, il motore del libro, per così dire, starà forse nel periodo di insensatezza politica, di vuotezza di idee e fragilità di valori che stiamo vivendo negli ultimi venti o venticinque anni; con ogni probabilità siamo in un momento cruciale …

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