– "Ricerca dell’Equilibrio (RDE)" Teoria per la fondazione del nuovo Umanesimo Scientifico del Terzo millennio di Francesco Pelillo

Nella rubrica “La Riflessione”: “Ricerca dell’Equilibrio (RDE)” Teoria per la fondazione del nuovo Umanesimo Scientifico del Terzo millennio di Francesco Pelillo

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L’abbraccio delle tenebre, di Karen Chance. Terzo libro per Cassandra Palmer

L’abbraccio delle tenebre , di Karen Chance , è il terzo libro della serie urban fantasy per adulti su Cassandra Palmer e il seguito di Rivendicata dalle tenebre . Chi ha apprezzato il secondo volume e non vede l’ora di leggere il seguito e chi, come me, pur avendo riscontrato una certa confusione e mancanza di coerenza narrativa, un proliferare di episodi innecessari – in un bizzarro alternarsi di azione frenetica e iper-descrittività – e una tendenza surreal-grottesca forzata, è rimasto, comunque, intrigato da alcune storyline “sfiziose” , avrà la possibilità di soddisfare le proprie curiosità fra pochissimi giorni, precisamente il 30 giugno. Come al solito, per evitare di ripetere cose già dette, rimando agli articoli precedenti , soprattutto a quello relativo al primo volume, sia per conoscere meglio i personaggi che per inquadrare il contesto e la rutilante, quasi …

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L’abbraccio delle tenebre, di Karen Chance. Terzo libro per Cassandra Palmer

Quanti scrittori sono impazziti?

Si dice che gli stolti aprano cammini che poi i saggi seguiranno. O che il confine tra pazzia e genialità sia molto labile. Queste affermazioni sembrano essere molto vere nel caso degli scrittori. Secondo lo psichiatra Enrique González Duro non è una mera casualità: Ci sono troppi esempi di autori curati, rinchiusi, a cui è stata diagnosticata qualche forma di pazzia perché la relazione tra letteratura e pazzia sia casuale. È curioso notare come in molte culture il pazzo sia un individuo ispirato, privilegiato, capace di percepire e di dire quello che altri non captano. Sempre si è cercata una connessione tra pazzia e arte. L’artista, con il suo lavoro, tende a crearsi un mondo interiore che lo allontani dalla realtà e se questo processo non ritorna al mondo reale sotto forma di prodotto artistico, si corre il rischio di rimanere intrappolati in questo mondo immaginario. In un certo senso si potrebbe dire che la creazione artistica libera dalla propria pazzia. Molti mostri sacri della letteratura hanno avuto una qualche forma di “disordine”: Friedrich Hölderlin era schizofrenico, parlava continuamente con se stesso in una lingua incomprensibile e solo dopo, a sera, scriveva poesie (serene, per ironia); Percy Bysshe Shelley soffriva di frequenti attacchi di melanconia, allucinazione e sonni letargici; l’umore di Byron cambiava spessissimo; Charles Baudelaire

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Voci dalla luna, di Andre Dubus

Non sarà facile restare cattolici a lungo, nella famiglia di Ritchie. Non è facile anche se Ritchie ha solo 13 anni e non ha mai smesso di desiderare di diventare un buon prete irlandese. Tutta colpa del divorzio. Prima di quello di suo padre Greg dalla madre Joan, poi quello di suo fratello Larry da Brenda. Ma soprattutto colpa dell’inaccettabile amore nato tra suocero e nuora, tra Greg e Brenda. Non è facile perchè Ritchie non riesce ad amarli nonostante i loro sbagli, come lo sollecita padre Obert, perchè per Ritchie la croce sono gli altri. Inizia così lo splendido libro dell’americano Andre Dubus, Voci dalla luna , che vi consiglio se amate i romanzi di formazione. Una storia splendida, forte di una carica umana che solo le certi scrittori americani (e irlandesi) che narrano il passaggio dall’adolescenza all’età adulta, sanno trasmetterci. Ce la sanno trasmettere, ad esempio, narrandoci quali sono i piccoli segnali che ci avvisano della perdita di un amore. O cosa si prova ad avere 13 anni e a dare il primo bacio – dimenticandotelo un minuto dopo per lo stomaco che ti brontola dalla fame. E ancora, cosa vuol dire innamorarsi alla soglia dei cinquantanni, quando l’amore non fa che completare qualcosa che già sei, “non brucia più ma scotta”, come dice Greg. E così c’è…

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Voci dalla luna, di Andre Dubus