Burned, di P. C. e Kristin Cast, settimo libro per La Casa della Notte

Burned , di P. C. e Kristin Cast , è il settimo libro della serie urban fantasy young adult La Casa della Notte e il seguito di Tempted . Alla fine del volume precedente avevamo lasciato Zoey e i suoi amici in una situazione drammatica e difficile. (Attenzione, seguono spoiler su Tempted ). L’anima di Zoey, “volata nell’Aldilà”, si era riunita a quella della persona che ci aveva brutalmente lasciato . Attualmente Zoey è ancora viva. Ma a breve, se qualcuno non la riporterà indietro, per il suo corpo non ci sarà più speranza. Non sarà solo il gruppo di Zoey, però, ad attivarsi in Burned . Anche Neferet lo farà, certa che questo sia il momento migliore per eliminare la ragazza una volta per tutte. Se entro 7 giorni, infatti, l’anima non avrà preso la via del ritorno, ricongiungendosi al proprio “involucro” fisico, Zoey sarà persa per sempre. Afrodite capirà che il modo per riportarla indietro passa attraverso Stark, che avrà a che fare con l’Isola delle Donne, in Scozia, e a cui sarà affidata l’operazione di “recupero”. Intanto anche su altri fronti (gestiti attraverso un gran numero di Point of View – POV) le cose si evolveranno. Ad esempio nell’ambito dell’interessante rapporto tra Stevie Rae e il Raven Mocker Rephaim, il …

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Burned, di P. C. e Kristin Cast, settimo libro per La Casa della Notte

– "Dove si spiega perché Filosofia e Medicina non si possono separare" di Federico E. Perozziello

Nuova rubrica d’autore “Filosofia della Medicina” di Federico E. Perozziello, con l’articolo: “Dove si spiega perché Filosofia e Medicina non si possono separare”

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– "Dove si spiega perché Filosofia e Medicina non si possono separare" di Federico E. Perozziello

Via con me, di Castle Freeman

Castle Freeman è noto perlopiù per il suo stile asciutto, sicuro. Via con me , appena uscito per Marcos Y Marcos, è un monumento al suo modo di scrivere: apparentemente lento come un western eppure velocissimo, con dialoghi perfetti e personaggi vivissimi. Vivi al punto che si ha paura sul serio di questo Blackway – grosso, bruto, violento e senza scrupoli, duro e resistente come il legno del Vermont – che si è messo in testa di perseguitare la povera Lillian. Non che Lillian abbia fatto qualcosa. Anzi. È incontestabile che Lillian non ha nessuna colpa per quello che è successo tra il suo ragazzo Kevin e Blackway; o sarebbe meglio dire ex-ragazzo, perché Kevin se l’è data a gambe levate e ha lasciato Lillian in balia di quel fuori di testa di Blackway. A peggiorare la situazione, ci si mette il fatto che Lillian non è del posto, viene da qualche parte fuori dal Vermont, e non conosce nessuno. L’unica sua risorsa è lo sceriffo Wingate, che però non ha nessuna intenzione di mettersi contro Blackway. «D’accordo, allora» disse la giovane. «Cosa può fare?». «Non molto». «Non molto?» […] «Non posso arrestarlo per ciò che ha intenzione di fare» disse. «Non è così che funziona. La legge non è così. Lo sa anche lei». La soluzione, forse, si trova in una vecchia fabbrica di sedie, di proprietà di un certo Whizzer che su una sedia a rotelle manda avanti la baracca peggio che può, cercando di bere il più possibile insieme ai suoi amici. Ad ogni modo, è lì che la indirizza lo sceriffo e Lillian si presenta con tutto il suo carico di problemi: Blackway, mettersi in macchina, andare a cercarlo e vedere di scambiare due chiacchiere, ammesso che due chiacchiere con gente come Blackway possano bastare. «Whizzer?». «Chieda di lui. Gli dica che sono stato io a dirle di cercarlo. Gli racconti di Blackway. Gli chieda se c’è Scotty in giro». Ma Scotty non c’è. Ci sono solo Nate il grande, una specie di gigante ritardato, e Lester, uno piuttosto avanti…

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Via con me, di Castle Freeman

Un piccolo omaggio a Ernesto Sabato, morto a quasi cent’anni il 30 aprile

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