Ora che ci penso, di Michele Smargiassi

Un libro che segnalo e consiglio per chi come me ha amato Momenti di trascurabile felicità di Francesco Piccolo : Ora che ci penso, la storia dimenticata delle cose quotidiane , di Michele Smargiassi, articolista di Repubblica. Tante le piccole “cose quotidiane” che ci circondano, invisibili ormai all’occhio a causa dell’abitudine. Ma se all’improvviso sparissero del tutto non rischieremmo di sparire anche noi stessi, tanto fanno parte della nostra esistenza ormai? Certo, molte ne sono uscite (ricordate la carta carbone?), altre sembrano ormai relitti di un tempo che non c’è più (vi scambiate ancora biglietti d’auguri con immaginette sacre, per Natale e Pasqua?). Ci sono dettagli a cui non prestiamo attenzione ma che impregnano i nostri percorsi quotidiani, come ad esempio il gesto automatico di sorridere nelle fotografie (in quelle d’epoca non succede mai) o le musiche di sottofondo presenti in metro, ristoranti, sale d’attesa. Ad esempio, scrive l’autore, “c’è uno storico per ogni minima cosa nel gran bazar postmoderno”, scrive Smargiassi citando l’esempio di Joseph Lanza, storico della musica…da ascensori! Ed è impressionante pensare all’accumulo di segnali stradali nel nostro Paese: ce ne sono dodici milioni, “accumulati, sovrapposti, giustapposti uno nell’altro nell’arco di ben cento anni”: sono recenti infatti, perchè solo nel 1903 furono inventati da Luigi Vittorio Bertarelli, il fondatore del Touring club italiano (all’inizio erano in stile Liberty, pensate che belli). Altri oggetti che, appunto, non notiamo più, tanto ne siamo “assediati”. M. Smargiassi Ora che ci penso. La storia dimenticata delle cose quotidiane. B. Castoldi Dalai 18.50 euro Ora che ci penso, di Michele Smargiassi

Mia lingua italiana, l’ultimo saggio di Gian Luigi Beccaria pubblicato da Einaudi

I celebratissimi centocinquanta anni di vita da una parte, la sempre meno celebrata ricorrenza del 25 aprile dall’altra; mai come in questi giorni è utile ragionare sul tanto consueto quanto immenso paradosso su cui poggia l’esistenza del nostro paese, vale a dire l’essere nato non a partire da una realtà culturale, economica o sociale preesistente, come la gran parte degli stati europei, ma piuttosto da una idea, da una intuizione culturale: la Lingua. Parafrasando l’articolo primo della nostra amatissima e citatissima – ma purtroppo sconosciuta ai più – Costituzione, si può infatti affermare che l’Italia è una repubblica fondata sulla Lingua, una lingua che per altro è nata e si è sviluppata, se così si può dire, “in provetta”, prima nella fantasia e nei sogni di una classe intellettuale, a partire da Dante , per intenderci, fino a Manzoni . E proprio per non dimenticare la fondamentale genesi culturale del nostro paese, utile per comprendere appieno ogni singola difficoltà che nella storia l’Italia si è trovata ad affrontare, che vi segnaliamo la pubblicazione, da parte di Einaudi , di un interessante saggio di uno dei più eminenti studiosi della lingua italiana in circolazione, Gian Luigi Beccaria , un saggio intitolato “Mia lingua italiana” , il cui unico neo è il prezzo, 10 €, che per un libretto di novanta pagine in gabbia larga forse è un po’ eccessivo. Per fortuna esistono ancora le biblioteche. Gian Luigi Beccaria Mia lingua italiana Einaudi euro 10 € Mia lingua italiana, l’ultimo saggio di Gian Luigi Beccaria pubblicato da Einaudi

Dopo La scuola degli ingredienti segreti, in uscita La casa dei destini intrecciati, di Erica Bauermeister

Credo che mi accaparrerò ad occhi chiusi il nuovo libro di Erica Bauermeister, in uscita per Garzanti – in contemporanea internazionale – il 28 aprile prossimo. L’autrice d’altronde è diventata best seller, all’inizio, solo grazie al passaparola dei librai americani e io ho molto amato, per motivi che ho già esposto, il suo La scuola degli ingredienti segreti. Secondo le anticipazioni diffuse riguardo la trama di questa Casa dei destini intrecciati , si tratta anche stavolta di una storia di donne, tutte con alle spalle un passato da affrontare e “risanare” con coraggio. Kate, la protagonista, durante la sua cena di compleanno a base di enchiladas, pollo arrosto e pomodori grigliati, riceve

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Consigli di lettura per il 25 aprile

Oggi è l’anniversario della liberazione dell’Italia dalle forze di occupazione nazi-fasciste, lo ricordo a me stessa prima che a voi, perché la coincidenza di questa ricorrenza con il lunedì dell’angelo, rischia di confondere le idee. Per chi non vuole rinunciare alla spensieratezza della “pasquetta” e, allo stesso tempo, pensa sia giusto ricordare cosa ha significato quel 25 aprile di sessantasei anni fa, ecco qualche titolo a cui dedicare una parte della giornata. Sono romanzi molto noti, che probabilmente vi hanno costretto a leggere a scuola e per questo non li avete apprezzati abbastanza. Magari riaprendoli oggi, per libera scelta, riuscirete a farvi coinvolgere, a indignarvi e a commuovervi. Vi invito ad allungare la lista! L’agnese va a morire, di Renata Viganò Il partigiano Johnny, di Beppe Fenoglio I

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