Il peso del silenzio, di Heather Gudenkauf

“Tre anni dopo, Louis era partito per il college e io sposai Griff. Maledette fate, mi dico adesso. Non abito in una casa gialla, non ho visto l’oceano e Louis non mi ha mai amato per sempre. E la mia Calli, la mia adorata, è scomparsa. Tutto quello che tocco si rovina o svanisce”. Calli e Petra sono sparite nel bosco. Calli ha sei anni ed è una bambina che non parla. Da tanto, troppo tempo. E suo fratello Ben sa il perchè. E’ stato suo padre Griff, dice. Ed è colpa sua – del suo padre violento, operaio…

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Il peso del silenzio, di Heather Gudenkauf

Scavare una buca, di Cristiano Cavina

La narrativa italiana è sempre stata poco incline a raccontare il lavoro, quello artigianale, o della fabbrica (a parte Volponi e pochi altri). Negli ultimi anni, però, alcuni scrittori (da Aldo Nove alla Avallone) si sono misurati con un tema così spinoso, e hanno fatto, del lavoro, materiale narrativo. Cristiano Cavina ha corso il rischio e, meglio sgombrare subito il campo, ne è valsa davvero la pena; nel suo ultimo romanzo, Scavare una buca , appena uscito per Marcos y Marcos, racconta il lavoro in una cava di gesso, senza mai scadere nel patetismo – alcune pagine, poi, toccano vette molto alte. «Come se certe cose uno potesse andare in giro a spiegarle» dice il Necci, uno dei protagonisti che sente addosso il peso di tutto ciò che ha scavato. Ha pienamente ragione, il Necci. Il fatto è che per gente come il Necci, lo zio Jair e l’io-narrante, che lavorano in una situazione di estremo pericolo tutti i giorni, diventa complicato poi raccontare come la cava di gesso abbia plasmato la loro esistenza, insegnato a vivere sotto una costanteminaccia, insegnato orgoglio e dignità. È difficile spiegarlo, perfino ai propri figli o ai nuovi arrivati, agli ingegneri, a quelli che vedono solo una montagna di numeri e che vorrebbero la cava ormai esaurita e quindi da chiudere, da spostare in Molise. Non si tratta soltanto di scavare una buca, appunto, è ovvio. La cava è …

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Scavare una buca, di Cristiano Cavina

Le recensioni di Ron Charles, ovvero la faccia divertente e sarcastica della critica letteraria

Non c’è certo bisogno di commissionare un’indagine all’Euriskos per sapere che tra gli attributi principali della critica letteraria, secondo la maggior parte della gente – compresi la maggior parte dei lettori comuni – sono la noia, la pedantezza e l’inutilità . Tecnicismi, citazioni auliche, tonalità vocali piattissime, capacità di stupire pari a zero, sono queste le caratteristiche che trasformano spesso le comunicazioni letterarie, su qualsiasi supporto, dalla radio alla televisione alla carta stampata, in inascoltabili o illeggibili cascate di parole inutili (inutili perché prive di pubblico, sia chiaro). Ma non sempre è così, basti vedere per esempio una qualsiasi delle recensioni atipiche realizzate dal professore americano Ron Charles , concentrati di sarcasmo imperdibili che gli hanno permesso di riprendere la sua attività di critico letterario sul Washington Post dopo che, per mancanza di interesse del pubblico, il supplemento “Book World” – che lui stesso dirigeva – era stato chiuso. E così Ron Charles, costretto a sfruttare tutta la sua versatilità, si è inventato queste scheggie di puro divertimento, intitolate «Totally Hip Video Book Reviews» che, grazie ai potenti mezzi di internet e del Washington Post, ora sono

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Le recensioni di Ron Charles, ovvero la faccia divertente e sarcastica della critica letteraria

Eretici digitali, di Massimo Russo e Vittorio Zambardino

Massimo Russo , direttore di Kataweb, e Vittorio Zambardino, giornalista di Repubblica, esperto della Rete e delle nuove tecnologie, per Apogeo hanno pubblicato il libro Eretici Digitali. La rete è in pericolo, il giornalismo pure. Come salvarsi con un tradimento e dieci tesi , disponibile sia in cartaceo che in eBook . Perché eretici e per giunta digitali ? Lo spiega il Manifesto degli Eretici Digitali : I media sono in crisi, ma la rete rischia di sparire come luogo di libera comunicazione. Il giornalismo, che serve per la democrazia, rischia di affondare. La nuova opinione pubblica fa fatica a comprendere i rischi cui è sottoposta la libertà di espressione. Tutta la libertà di espressione, non soltanto quella degli addetti ai lavori. L’esito negativo non è scontato. Ma per cambiare le cose è necessario rileggere i rapporti tra rete e media…

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Eretici digitali, di Massimo Russo e Vittorio Zambardino