Una poesia per la domenica. Ada Negri

La riflessione poetica di questa domenica è affidata ai versi di Ada Negri (1870-1945), che si interroga sul tempo, su cosa resta di noi nei luoghi che abbiamo solcato nella nostra giovinezza. In quei luoghi, spiega, è rimasta come un vapore la vita che ci abbiamo vissuta: tornandoci, possiamo riviverla. La vergine ventenne ch’io fui, splendente come torcia accesa nel sole, ora dov’è? Del suo bel sangue nutriva ogni atto dell’acerba vita; e dalla gola, liberato in canto, le sgorgava echeggiando a monte e valle. Ove scomparve, ella che fu sì certa di non morire? Non morì. Rimasta è nella scabra terra presso il fiume che mormora e serpeggia in tortuose spire oltre le grandi foreste: intatta giace fra tremolii di fronde e scorrer d’acque. Al suo rifugio gli uomini dei boschi vengon con felci e rami di betulle: e il battellier che approda dall’altra sponda, fasci d’alghe e steli d’erbe apporta, raccolti sulla riva. Calmo è il sonno di quella ch’io già fui nella terra che suona ancor del canto de’ miei vent’anni – e, sole o pioggia

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Una poesia per la domenica. Ada Negri

Ultra Cafonal: le foto che non vorreste mai vedere

A due anni di distanza dalla prima versione (”Cafonal”) esce una nuova puntata delle peggiori schifezze di politica e spettacolo. Roberto D’Agostino (fondatore dell’agenzia Dagospia) e il fotografo Umberto Pizzi hanno raccolto in “ Ultra Cafonal ” (Mondadori, 572 pagine, 40 euro), il peggio della volgarità che si può incontrare nei buoni salotti, nella politica, e ovviamente nello spettacolo. Più che le spiegazioni vale la copertina: un Umberto Bossi ripreso in una delle sue performance abituali, un messaggio chiaro e tondo e sicuramente sincero (con ogni probabilità diretto ai giornalisti). Ma all’interno si possono trovare politici addormentati in parlamento, politici che si strafogano a un pranzo (lasciando da parte ogni contegno), tette e labbra rifatte, personaggi più o meno ambigui addormentati nelle posizioni più strane alle feste più chic. E poi, naturalmente, non poteva mancare Lele Mora e compagnia. Insomma, un libro molto particolare, ma che mi ha messo di fronte a un dubbio. Le foto raccolte provocano un senso di forte disgusto, ma allo stesso tempo, mentre sfogliavo questo libro, mi ipnotizzavano, nel senso che non riuscivo a chiudere il libro e a

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I più bei libri del 2010: i consigli degli scrittori sul Guardian

Farsi consigliare un romanzo d’avanguardia da Dave Eggers, una storia divertente da Nick Laird o un libro commovente da Antonia S. Byatt. E poi, sapere cosa è piaciuto leggere, quest’anno, a Roddy Doyle o Hanif Kureishi. Curiosi? Allora date un’occhiata all’articolo in cui il Guardian riporta i ‘consigli di lettura’ degli scrittori più famosi del mondo, per questo 2010. Lo trovate qui. Ad esempio scopro che a Dave Eggers è piaciuto The Book of Night Women (Oneworld Publications) di Marlon James, ambientato nella Jamaica del XVIII secolo, o che la scrittrice A.L.Kennedy (leggete i suoi racconti pubblicati da minimum fax, se non l’avete ancora fatto) consiglia la prosa barocca di Derren Brown in Confessions of a Conjuror (Channel 4). Roddy Doyle molto sportivamente segnala l’ultima fatica del collega irlandese Joseph O’Connor, mentre Hanif Kureishi va su due trattati sulla droga: Manufacturing Depression (Bloomsbury) di Gary Greenberg e High Society: Mind-Altering Drugs in History and Culture (Thames & Hudson) di Mike Jay. Ovviamente comprerò senza dubbio True Friendship (Yale) di C. Ricks, perchè lo consiglia il mio adorato Nick Laird, e What to Look for in Winter (Jonathan Cape) perchè è il preferito dell’anno di David Nicholls, “un libro onesto, triste e saggio”. Via | Guardian I più bei libri del 2010: i consigli degli scrittori sul Guardian

L’ombra di Babbo Natale, di Rosa Tiziana Bruno

A Spendiben…i bambini, per avere i giocattoli, non dovevano far altro che chiedere ai loro genitori di spendere dei soldi. Ogni cosa poteva essere comprata, c’era di tutto, anche l’impensabile. Adesso la situazione era chiara: in quel posto nessuno immaginava cosa fosse un dono. Una delle storie per bambini sul Natale più belle che mi sia capitato di leggere nella mia vita, è L’ombra di Babbo Natale, di Rosa Tiziana Bruno. Così bella che a fine lettura sono impazzita e le ho inviato una mail ringraziandola di averla scritta (ebbene sì). Dunque, iniziamo un giorno, “in casa di Babbo Natale, una mattina di metà dicembre” in cui “la sveglia trillò prima del solito. Bisognava alzarsi presto, c’era un’enorme quantità di lavoro da sbrigare”. Ecco allora che il buon vecchio stropiccia gli occhi, stiracchia “le sue articolazioni ormai secolari” e si catapulta dal letto insieme alla sua fedele compagna, la sua amica ombra. Ad aspettarlo però nel suo studio – un po’ disordinato, le lettere “giacciono l’una sull’altra in api mucchi scomposti. Sul tappeto, sul divano, sotto al tavolo e perfino fra i vestiti dell’armadio. In effetti Babbo Natale non era un tipo ordinato” – lo aspetta una brutta sorpresa, ovvero la seguente letterina di Natale: Caro Babbo Natale, so bene che non esisti e sei soltanto un impiegato della multinazionale dei giocattoli. Quindi pretendo da te puntualità e precisione. Mio padre ha già versato l’anticipo, pagherà il saldo dopo la consegna. Guardo molta pubblicità e sono al corrente delle ultime novità. Pertanto ti informo che il modellino di nave che preferisco è il n.341, quello più aggiornato. Non dimenticare di inserire le pile nel pacco, perchè voglio usarlo subito. Infine ti raccomando di non fare rumore quando arrivi, perchè in famiglia si gioca a tombola e io devo stare attento, non posso distrarmi. E il guaio è fatto: …

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L’ombra di Babbo Natale, di Rosa Tiziana Bruno