Antonio d’Orrico pubblicherà un romanzo

Un critico italiano ha scritto un romanzo, che uscirà in autunno per Mondadori. Di per sé potrebbe non sembrare nemmeno una notizia, se il critico in questione non fosse Antonio d’Orrico , uno dei più popolari giornalisti culturali dello stivale. Il titolo è abbastanza un programma: “ Liberamente ispirato “, e intorno alla sua trama c’è un piccolo giallo: la Mondadori ha fatto girare un comunicato in cui il romanzo veniva definito romantico-psicologico, composto da storie che il protagonista racconta al suo psicanalista. Poi c’è stato un secondo comunicato, nel quale il libro

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Ebook vs editori?

La notizia è di quelle che fa riflettere: Amazon ha firmato un accordo biennale con l’agenzia letteraria Wylie per la distribuzione esclusiva sul Kindle di libri importanti come Territori Londinesi di Martin Amis, Finzioni di Borges e di autori quali Philip Roth, Orhan Pamuk, John Updike, Salman Rushdie e altri. In pratica Andrew Wylie (agente letterario soprannominato “lo sciacallo”) ha bellamente scavalcato gli editori ed è diventato unico intermediario tra autore e negozio (seppur virtuale), creando una sorta di editrice a cavallo tra l’agenzia letteraria e Amazon (dal nome evocativo Odyssey Editions ), che in un solo giorno ha avuto fama mondiale a costo zero. Chapeau . La questione di fondo, secondo Wylie, è che le case editrici, a fronte di costi di stoccaggio e distribuzione quasi nulli, godono di royalty molto alte. Come dice Tom’s Hardware , “le regole del gioco vanno riscritte, o forse rielaborate in chiave digitale per la prima volta”. L’accordo è significativo per diversi motivi: il sempre più costante avanzamento del self publishing (che, come dice Mike Shatzkin, è un fenomeno “ sempre più ubiquo e rispettabile; se questo non è già il peggior incubo degli editori, dovrebbe diventarlo ”), il concetto di eBook che non rimane un qualcosa di secondario rispetto al cartaceo, ma ha una propria fisionomia; un rapporto diretto tra scrittore e pubblico, senza l’intermediazione della casa editrice (con tutti i pro e i contro di questo aspetto: chi garantisce che un testo pubblicato è valido?); l’importanza del contenuto dell’eBook e dell’eReader, al di là dell’estetica e delle mille cose (spesso inutili) che gli aggeggi elettronici fanno; infine, la necessaria risposta ad un quesito sempre più impellente: qual è il lavoro di un editore? Dice Giuseppe Granieri su La Stampa : “La prima battaglia si combatte sul piano culturale, quello che accredita e amplia il mercato in…

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Nel mare ci sono i coccodrilli, di Fabio Geda

Ci avrei dovuto mettere di più, a leggere la storia di Enaiatollah Akbari. E’ che io sono fatta così: quando le ’storie’ mi appassionano le butto giù, tutto d’un fiato. Invece la vita di Enaiatollah, raccontata da Fabio Geda in “Nel mare ci sono i coccodrilli” (Baldini Castoldi Dalai), avrebbe avuto bisogno di essere sorbita, lentamente. Il fatto è che il racconto mette sete, e tanta. Perchè si tratta di una storia che è sudore, lacrime, botte, affetto, scritta nella carne di un ragazzo afghano in fuga dal suo paese verso un posto in cui possa sentirsi a casa. Ovvero un posto da cui non gli venga più voglia di fuggire. Enaiatollah che ha dieci anni, circa, quando un mattino al risveglio scopre che la madre è andata …

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Un geniale spot contro l’editoria a pagamento (e non solo)

Non se ne può più, sinceramente, di tutti gli annunci pubblicitari (sul web, sui giornali, via radio e via dicendo) che lasciano passare il messaggio che siccome hai scritto un libro allora deve essere pubblicato. Ma chi l’ha detto? Non c’è alcuna relazione tra “scrivere un libro” e “obbligo di pubblicazione”. Trovo geniale e intelligente lo spot di Studio83 che stigmatizza l’atteggiamento sia di editori che editori non sono, sia di scrittori oltremodo scalpitanti per la pubblicazione del proprio capolavoro. Teniamo presente, infatti, che l’uno non esiste senza l’altro: spesso (e a ragione) in rete si denunciano gli pseudo-editori , ma spesso (e a torto) ci si dimentica che ci sono anche gli pseudo-scrittori che inondano le redazioni delle case editrici con i loro scritti. Un geniale spot contro l’editoria a pagamento (e non solo)