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Voci dal Festivaletteratura di Mantova/3: un’intervista a Tim Parks

Eccoci arrivati alla terza puntata di questa piccola rubrica che raccoglie alcune delle più interessanti voci d’autore presenti la settimana scorsa al Festivaletteratura di Mantova. Questa volta la voce a cui diamo spazio è quella di Tim Parks, scrittore inglese e traduttore, nonché professore di tecniche della traduzione allo IULM di Milano. Con lui, da ormai trent’anni trapiantato in Italia, abbiamo parlato del futuro di questo nostro paese, che lui ormai conosce molto bene, ma anche del clima di tensione che attraversa l’Europa intera e del ruolo di uno scrittore in tempi bui come questi. Quello che emerge è un punto di vista molto interessante, preoccupato, certamente, dalle minacce che intravediamo nel nostro futuro prossimo, ma essenzialmente ottimista. Ma bando alle ciance, leggetevi l’intervista completa, subito dopo il more… Da trent’anni lei vive in Italia, che giudizio si è fatto di questo…

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Voci dal Festivaletteratura di Mantova/3: un’intervista a Tim Parks

Nightshade, di Andrea Cremer. LupA eppur Alpha

Nightshade , di Andrea Cremer , è il primo volume di una serie paranormal romance YA in corso di pubblicazione in 25 Paesi e l’apprezzato romanzo d’esordio dell’ autrice statunitense. Nightshade , a detta delle lettrici americane di letteratura soprannaturale YA, si distacca dalla media dei romanzi appartenenti al genere per ricchezza e originalità del world-building e della mitologia e per complessità della storia. Esso racconta, con un gran bel ritmo narrativo, la storia della determinata diciassettenne Calla Tor, un lupo mannaro Alpha (aspetto assai raro nei personaggi femminili paranormal romance). Calla appartiene al branco Nightshade, composto, come il vicino, non da semplici lupi mannari, ma da tostissimi guardiani che hanno il compito di proteggere i misteriosi maghi “buoni” – che governano i mannari -, dai maghi “cattivi” ( Keepers e Searcherers in inglese). Ogni guardiano deve conformarsi al proprio ruolo e rispettare precise regole, alcune delle quali a base di sangue. Calla “kick-ass” Tor è destinata, sin dalla nascita, a Ren Laroche, affascinante lupo-guardiano di un altro branco. I due ragazzi si uniranno al loro diciottesimo compleanno e creeranno un terzo branco locale. Così fu deciso dai maghi a suo tempo e così sarà. Ma un giorno la ragazza s’imbatte in un umano, Shay Doran, nuovo della città e della scuola che frequenta, e qualcosa di assolutamente imprevisto e inaccettabile scatta (d’altronde gli ormoni adolescenziali…). Di lì a poco nascerà un triangolo amoroso che, a differenza dei molti di cui abbiamo letto, sarà ben costruito e ricco di “vibrazioni”. Attraverso Shay – che, si scoprirà, non è un ragazzo qualsiasi (i maghi “cattivi”, infatti, cercheranno di rapirlo) – la ragazza comincerà a capire che qualcosa, nel tipo di vita imposto dai maghi, davvero non va . E mentre il “viaggio di scoperta” di Calla – ricco d’azione – procederà, tutto ciò per cui ha vissuto verrà messo in dubbio e in pericolo… Perchè forse le cose non stanno come sembrano… In fondo, qualcuno sa veramente chi…

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Eugenio Montale a trent’anni dalla morte

Eugenio Montale moriva il 12 settembre 1981 a Milano. Senza scadere nella facile retorica, sappiamo tutti che certe “anime” – siano essere note o meno – hanno la capacità di rendere palpabile l’immortalità. E il fatto che siamo qui, trent’anni dopo la sua morte, a ricordare Eugenio Montale , è un segno inequivocabile di questo trascendere lo spazio e il tempo. Eugenio Montale – senatore a vita della Repubblica Italiana (nominato nel 1967) e Premio Nobel per la letterature nel 1975 con la motivazione “ Per la sua poetica distinta che, con grande sensibilità artistica, ha interpretato i valori umani sotto il simbolo di una visione della vita priva di illusioni ” – per molti di noi rimane un po’ il compagno di lunghi pomeriggi solitari trascorsi ad ascoltare tra i pruni e gli sterpi, schiocchi di merli, frusci di serpi , per citare la sua poesia Meriggiare pallido e assorto . Dal discorso per il Premio Nobel riportiamo alcuni stralci riguardanti la poesia e alcune riflessioni su cosa sia effettivamente la poesia. Dice il poeta: Ho scritto poesie …

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On the Road – Sulla strada di Jack Kerouac veniva pubblicato il 5 settembre 1957

– Dobbiamo andare e non fermarci mai finché non arriviamo. – Per andare dove, amico? – Non lo so, ma dobbiamo andare. On the Road – Sulla strada di Jack Kerouac vedeva la luce il 5 settembre 1957. Da allora quel libro, scritto su un rotolo di carta per telex lungo trentasei metri, è diventato una sorta di manifesto per molti, identificati con il termine di Beat Generation . Il titolo rimanda al viaggio, ovviamente, ma quella di Kerouac non è solo la storia di un viaggio quanto quella di un incontro . Il viaggio di cui parla Kerouac è più un qualcosa di astratto, potremo dire di inutile: l’importante è camminare fino a quando non si arriva. Non importa dove, ma il viaggio. Questo nomadismo è un po’ la cifra di un atteggiamento esistenziale dinanzi alla vita, un nomadismo dell’anima che porta con sé legami alternativi, la ricerca di compagnia e, soprattutto, la ricerca di se stessi al di fuori del conformismo imperante di allora (e di oggi). E così in America quando il sole tramonta e me ne sto seduto sul vecchio molo diroccato del fiume a guardare i lunghi lunghi cieli sopra il New Jersey e sento tutta quella terra nuda che si srotola in un’unica incredibile enorme massa fino alla costa occidentale, e a tutta quella strada che corre, e a tutta quella gente che sogna nella sua immensità, e so che a quell’ora nello Iowa i bambini stanno piangendo nella terra in cui si lasciano piangere i bambini, e che stanotte…

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