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Vita da illustratore. Intervista a Monica Pierazzi Mitri

Mi è tanto piaciuta per gli animaletti puffolosi del suo ‘Voglio essere grande così! ‘. Monica Pierazzi Mitri è una delle illustratrici di libri d’infanzia che preferisco. E qui ci spiega qualcosa di sè e del suo lavoro. “Le mie maestre d’asilo già sapevano che avrei fatto questo lavoro, io invece ci ho messo un po’ per realizzare che una passione poteva diventare anche una professione! – spiega a Booksblog – Il disegno è sempre stato fin da bambina un mezzo di comunicazione fortissimo, il modo più semplice ed immediato per portare all’esterno un po’ del mondo brulicante che ho nella testa e per rappresentare la realtà vista attraverso i miei occhi. La mia passione è stata poi alimentata dagli studi sulla storia dell’arte, la ricerca di immagini da immagazzinare nel cervello (in questo internet è una fonte inesauribile) e l’esperienza quotidiana di vita, il tutto ben mescolato!” Si ispira a qualcuno? “Mi piace guardare il lavoro degli altri illustratori, c’è sempre tantissimo da imparare e ammirare, universi creativi così diversi dal mio possono solo essere uno stimolo a nuove ricerche e il mio stile in continua evoluzione è il risultato di questo processo. Tra tutti gli illustratori, sono legata in particolare a Chris Ayers, un disegnatore americano incredibilmente espressivo e dalle mille risorse tecniche, quando ho un momento di difficoltà creativa mi basta guardare uno dei suoi animali per sentire rinascere tutto l’entusiasmo per questo lavoro meraviglioso!” Quanto è difficile per un illustratore farsi apprezzare da un editore, in Italia? “Beh, quello dell’illustratore è un lavoro un po’ complicato, bisogna proporsi continuamente senza scoraggiarsi mai, il mercato cambia…

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Editori coraggiosi: premessa

L’idea mi ronzava in testa da tempo. Volevo dedicare uno spazio a una certa categoria di editori (pare in via di estinzione) che provano a resistere alla massificazione e non si piegano alle logiche di mercato: sono quelli che non si arrendono e rifiutano di deporre le armi davanti all’ultimo best seller “creato a tavolino” e disdegnano l’ipotesi di diventare una sorta di stamperia senza filtro. Ho scelto questo titolo, da un lato, per richiamare il famoso romanzo di Kipling, dall’altro, per sottolineare la triste tendenza, non solo nell’editoria, a considerare ormai chi svolge il proprio lavoro con passione e dedizione, un individuo raro, coraggioso, appunto. Sarebbe lungo intraprendere una discussione sul quando e come sia accettabile la pubblicazione a pagamento: è già stata affrontata in molti contesti e anche su Booksblog . Qui mi interessa dare visibilità a quelle realtà che hanno scelto, sobbarcandosene tutti gli oneri e riscuotendo pochi onori, di “non pubblicare a pagamento”. Durante la conferenza stampa della fiera Più libri, più liberi mi stavo demoralizzando, perché una voce autorevole dell’organizzazione mi ha detto “ufficiosamente” che tutti gli editori chiedono un contributo. Allora ho fatto un giro tra gli stand e, secondo il mio intuito, mi sono fermata qui o là, ho fatto domande, scambiato opinioni. Insomma, senza nemmeno faticare troppo, ho scovato diverse realtà che avevano i requisiti fondamentali dell’editore coraggioso: la presenza di un progetto, l’impegno per cercare testi interessanti e la voglia di scommettere sui libri scelti. Da questa nuova iniezione di fiducia nasce la rubrica, come testimonianza del fatto che si può ancora concepire un’editoria di progetto e che si può ancora invertire la tendenza secondo cui gli autori sono polli da spennare e i lettori pesci da fare abboccare. La selezione di case editrici, che non mira …

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Vita da illustratore. Intervista a Chiara Gobbo

Continua il nostro viaggio alla scoperta dei più bravi illustratori di libri per bambini , con Chiara Gobbo , che abbiamo apprezzato per il suo splendido “Io, nonno Carlo e la paura”. Chiara, la nascita di una passione come quella del disegno è nata in te grazie a degli illustratori in particolare? Ti ispiri a qualcuno, per il tuo stile? “La mia passione per il disegno nasce da un fortissimo bisogno di esprimere e tirare fuori sensazioni ed emozioni e dall’ esigenza di dare libero sfogo alla creatività. Osservo ciò che mi

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Più libri, più liberi, stand da visitare: BeccoGiallo Editore

Graphic novel , fumetto o report? Tutte e nessuna. Il progetto di BeccoGiallo è raccontare la realtà utilizzando la nona arte, ma rivolgendosi a un pubblico più vasto di quello degli amanti delle “nuvolette”. Non sono fumettisti i fondatori della casa editrice trevigiana, ma amano la narrazione e sono attenti a ciò che li circonda. Hanno avuto la geniale intuizione di sperimentare questa nuova forma di giornalismo, a fumetti appunto, percorrendo una strada mai battuta prima. Proprio per la natura anomala del progetto, si collocano in una posizione mediana tra il mondo dell’editoria e quello giornalistico. Quando scelgono di fare un libro, ad esempio, si comportano come la redazione di un quotidiano o di un periodico: “ si buttano sul tavolo delle proposte per delle storie che ci piacerebbe raccontare ai lettori – raccontano – si valutano una per una sulla base di fattori a volte molto diversi l’uno dall’altro (il potenziale interesse per il lettore, le possibilità di un riscontro mediatico, la fattibilità tecnica e così via), poi si raccolgono materiali di prima documentazione (foto, articoli, libri, film, atti processuali, sopralluoghi, interviste e così via), quindi si comincia a pensare a chi, fra il parco autori che ci siamo costruiti, potrebbe essere la persona giusta per provare a scrivere o disegnare quella particolare storia .” Qualche titolo: per la collana Cronaca nera trovate, tra gli altri, la vicenda di Unabomber , la storia della Banda della Magliana , i delitti del Mostro di Firenze . Nella Cronaca storica vengono ripresi fatti mai dimenticati, impressi a fuoco nella memoria collettiva, come Chernobyl , la Strage di Bologna e Ustica , per citare alcuni volumi. C’è poi uno sguardo

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